Tempo Ordinario: Domenica 27.ma dell'Anno C (2024-25).
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
Tempo Ordinario: Domenica 27.ma dell'Anno C (2024-25)
Introduzione. Abacuc vede le ingiustizie e le condanna e dichiara che chi ha fede sopravvivrà alle disgrazie; gli Apostoli in Luca chiedono l’accrescimento della fede e Gesù parla di tale virtù; in 2Timoteo Paolo esorta alla fede e alle altre virtù per essere fedeli al Signore Gesù.
I - Abacuc 1,2-3; 2,2-4 – (a) Il Profeta si rivolge a Dio con tono di rimprovero: Perché mi fai vedere l’iniquità/ e resti spettatore dell’oppressione? (3), situazioni ingiuste e violente e perversione dei costumi, al punto che: Ho davanti a me rapina e violenza/ e ci sono liti e si muovono contese (1,3). E ha la sensazione di pregarLo invano, perché non ascolta: Fino a quando, Signore, implorerò aiuto/ e non ascolti,/ a te alzerò il grido: «Violenza!»/ e non salvi? (1,2). Anche noi oggi siamo circondati da una società corrotta, dove non si osservano le leggi di Dio, sempre buone, e le leggi dello Stato si allontanano sempre più dai comandamenti di Dio, come aborto, divorzio, matrimoni fra persone dello stesso sesso, eutanasia, ecc.; certamente è un sogno la pace sociale in una società, in cui ci sono ingiustizie sociali. I singoli facciano bene il proprio dovere e i governanti provvedano ai giusti bisogni del popolo. Preghiamo che lo facciano. (b) Dio con la sua Provvidenza si rende sempre presente e interviene a tempo debito. Il Signore rispose e mi disse: Scrivi la visione in modo che sia conservata/ e incidila bene sulle tavolette,/ perché la si legga speditamente (2,2): si tratta di una visione, che si verificherà puntualmente; È una visione che rivela avvenimenti futuri e attesta un termine,/ parla di una scadenza e non mentisce (2,3); se indugia, attendila con pazienza,/ perché certo verrà, in una data nota solo da Dio, e non tarderà (2,3). Dio infine dichiara: Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede (2,4). Il malvagio farà una brutta fine, mentre il buono vivrà bene in questo mondo e nell’eternità perché ha fede in Dio e si impegna a essere fedele alla sua volontà. Insistiamo nella preghiera per crescere nelle virtù teologali e morali.
II - Luca 17,5-10 – 1. (a) Gesù insegna e illumina i discepoli sulle verità da credere e i comandamenti da osservare. Ma è difficile agli Apostoli adattare la loro mente e volontà alla Sua Parola e perciò Lo pregano (5): «Accresci in noi la fede!» (6), che ci ricorda la supplica disperata di un papà, che chiedeva la guarigione del figlio. L'uomo aveva detto a Gesù: Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci (Mc 9,22), come se il miracolo dipendesse solo da Gesù; Egli però gli suggerì la sua parte: Tutto è possibile per chi crede (Mc 9,23). In realtà egli credeva e perciò chiedeva la grazia, ma ora temeva che la sua fede fosse debole: la professò: Credo, e supplicò: aiuta la mia incredulità! (Mc 9,24), a crescere nella fede. La fede è fondamentale nel rapporto con Dio, perché Egli è scienza e sapienza infinita e noi siamo limitati in tutto, compresa l'intelligenza; ma dobbiamo sempre essere disposti a prestare fede a Dio che ci parla, quando abbiamo la certezza morale che è Parola di Dio. Alla fede Gesù promette la salvezza con la vita eterna e la resurrezione della carne (Gv 6,40). Egli rimprovera varie volte la poca fede dei discepoli (Mt 6,30;8,26; 14,31; 16,8; 17,20; Lc 12,28) e anche qui (12). Certamente anche la nostra fede è tanto debole che non riusciamo a ottenere i miracoli da Dio. Perciò ripetiamo spesso: “Io Credo; aiuta la mia incredulità!, accresci la mia fede e aggiungi la speranza e la carità”, come prega la Chiesa. (b) Il Signore rispose ai discepoli: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe» (6) o a un monte per spostarlo: e nulla vi sarà impossibile (Mt 17,20); la fede è così potente presso Dio da ottenerci da Lui quello che ci abbisogna, per quanto piccola essa sia. Di qui l’importanza di alimentare in noi la fede con l’ascolto della Parola di Dio (Rm 10,17) e aderendovi, con la meditazione, interpretando la realtà con l’occhio di fede e vivendola così.
2. La domanda di Gesù è una parabola. Un padrone ha un servo, che deve stare sempre a sua disposizione durante il giorno ad arare o a pascolare il gregge: (7); quando il servo rientra dal campo, il padrone non gli dice: “Vieni subito e mettiti a tavola” a mangiare (7), ma: Prepara da mangiare, …e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu (8). Il padrone non si sente in obbligo di gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti (9). Gesù ci insegna quale deve essere il nostro atteggiamento verso Dio, nostro creatore e padrone, già secondo la retta ragione. Dio non ha obblighi verso di noi che Egli ha creati e conserva e a cui dà il concorso; è la creatura che deve tener presente e alimentare in sé questa verità della sua dipendenza totale da Dio ed essergli grato. Non abbiamo diritti presso Dio, ma solo doveri di adorazione, ringraziamento, obbedienza, ecc.… e Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare” (10), meglio: solo servi (inutili dà idea sbagliata). (b) Ma chi ha fede cristiana - non musulmana, e neanche ebraica, peggio nelle altre religioni – crede, sì, che Dio è creatore e padrone, ma anche che è uno solo in tre Persone, Padre Figlio Spirito, e che il Figlio si è fatto uomo e nostro fratello per farci diventare figli di Dio a imitazione di Lui: quindi, oltre a vivere la vita semplicemente da creatura, deve avere con Dio il rapporto di figlio col Padre, per Sua misericordia e degnazione. La nostra gratitudine e la nostra volontà di obbedirgli devono moltiplicarsi al pensiero della sua bontà infinita nei nostri confronti: per noi già era tanto che fosse nostro creatore e padrone, ma egli ci ha rivelato che si è fatto nostro padre, e ci ha dato suo Figlio come fratello e il suo Spirito come santificatore, sposo, amico, ospite. L’impegno a vivere da cristiani fedeli deve essere la nostra risposta a tanto amore di Dio per noi.
III - 2Timoteo 1,6-8.13-14 - Paolo esorta Timoteo: ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani (6), cioè a ridare vitalità al dono, ricevuto quando fu ordinato. Egli allora accolse lo Spirito Santo (cfr. 14) da Dio, che non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza (7), cioè gli diede la carità in genere e quella pastorale in particolare, e con essa tutte virtù necessarie per compiere bene la missione di apostolo del Vangelo (la grazia di stato). Egli ha bisogno di valorizzare questi doni dello Spirito per Non vergognarti… di dare testimonianza al Signore nostro, in situazioni difficili, né di me, che sono in carcere per fedeltà a lui. Paolo aggiunge: con la forza dello Spirito di Dio, soffri con me per il Vangelo (8) e perché si diffonda. Sempre mediante lo Spirito Santo che abita in noi, nel nostro cuore, incita ancora: Custodisci… il bene prezioso che ti è stato affidato (14), il bene prezioso del Vangelo. Ecco il suggerimento finale: Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l’amore, che sono in Cristo Gesù (13), cioè suo punto di riferimento siano gli insegnamenti, che egli udì da Paolo e che sono sani, perché conformi alla Parola di Dio; li ricevette con fede e amore, le virtù proprie del vero discepolo di Cristo. Sono insegnamenti dati dall’Apostolo a un suo collaboratore, ma sono utili per tutti i cristiani, specie quello che dice circa l’attività dello Spirito Santo in noi e quello di non farsi prendere dalla timidezza nell’annunzio del Vangelo, anche nelle condizioni più avverse.
EUCARESTIA. Qui abbiamo l’incontro con Cristo nella sua più intensa presenza e troviamo la più ricca sorgente di grazia e di grazie. Chiediamo, per intercessione della Vergine e del suo Sposo, degli Angeli Custodi e dei Santi Patroni, la grazia della fede e della carità intense, che ci rendono possibile ottenere grazie. (mons. Francesco Spaduzzi)
Altri Temi: 1. Accresci in noi la fede (6). E’ la preghiera che dovremmo fare ogni giorno e più volte al giorno, perché siamo ben lontani dalla fede dei Santi e di Giuseppe e Maria. Solo chi ha fede ottiene i miracoli e la vivacità della vita cristiana dipende dall’intensità della fede e della carità: una fede scialba produce una vita cristiana sciatta, e lo sperimentiamo in noi e negli altri.
2. Se aveste fede quanto un granello di senape…(6), parole impressionanti, che rivelano una triste realtà: la nostra fede è veramente piccola, più piccola di un granello di senape, che è uno dei più piccoli semi del mondo vegetale. La prova ne è che non spostiamo le montagne e neanche gli alberi, di qui la necessità di chiedere ogni giorno di crescere nella fede e anche nella speranza e carità.
3. Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare… (10). Un servo, che fa il suo dovere, non è mai inutile; anzi è estremamente vantaggioso ed è una fortuna per il suo padrone. Sarebbe una bugia definirsi inutili in questo caso. Perciò la traduzione attuale è infelice, come in altre occasioni; quella esatta sarebbe: Siamo solo servi. Abbiamo fatto il nostro dovere
4. Il giusto vivrà per la sua fede… (4). Nel contesto le parole significano che a differenza degli empi, che muoiono a causa della loro vita cattiva, il giusto, invece, scamperà alla morte per le sue opere buone; Paolo le usa spesso per dire che la fede è indispensabile per avviare e perseverare nella vita soprannaturale, che ci viene donata da Dio, proprio per la fede che abbiamo nella sua Parola.
5. Ti ricordo di ravvivare il dono di Dio… (6). Paolo s riferisce all’ordinazione; ma dono di Dio è ogni sacramento; quindi l’esortazione è rivolta anche a ognuno di noi, quando incominciamo a vivere spiritualmente sotto tono, non impegnandoci a rispondere con docilità alle spinte della grazia sacramentale, propria di ogni singolo sacramento. (mons. Francesco Spaduzzi)