Tempo di Natale - 25 dicembre: Natale del Signore - (2025-26).
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili e fruttuose queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
Tempo di Natale - 25 dicembre: Natale del Signore - (2025-26)
A - Messa vespertina della vigilia
Letture: Is 62,1-5; Sal 89; Atti 13,16-17.22-25; Mt 1,1-25
In Isaia Dio dichiara il suo amore per il suo popolo e la sua volontà di arricchirlo sempre più di doni. In Matteo la genealogia è segno di come Dio guida la storia per realizzare le sue promesse di salvezza per l’umanità con la nascita e l’opera redentrice di Gesù, il Messia; in questa genealogia appaiono uomini santi e anche grandi peccatori, e – fatto insolito per le genealogie ebraiche – anche 5 donne, delle quali tre sono peccatrici e delle altre due, una è una brava donna e l’altra è Maria Santissima. Da questa in modo verginale è concepito per opera dello Spirito Santo e nasce il Messia Gesù, che viene a salvare il Suo popolo dai suoi peccati. Paolo negli Atti fa una sintesi della storia della salvezza, che contiene il disegno divino, essa ha il suo culmine in Cristo, che ha come precursore Giovanni il Battista, Suo testimone.
B - Messa della Notte
Letture: Isaia 9,1-3.5-6; Salmo 95; Tito 2,11-14; Luca 2,1-14
Introduzione. Per prepararci all’incontro col Signore Gesù alla fine del mondo e alla fine della nostra vita, la Chiesa ha organizzato la liturgia in modo da farci contemplare Gesù come si è presentato venti secoli fa (fare memoria del Signore); noi Lo incontriamo nella celebrazione eucaristica (fare memoriale del Signore) e vi riceviamo lo Spirito Santo, che ci conforma (diventare memoria vivente del Signore) a Gesù.
I - In Isaia ci viene preannunziata la nascita del Messia bambino e gli effetti straordinari che essa provocherà: Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce (1): Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete (2). Motivo della gioia è la grande liberazione che si è realizzata: Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva, la sbarra sulle sue spalle, il bastone del suo aguzzino (3).
Ma a che cosa è dovuta questa grande liberazione, che provoca il passaggio dalle tenebre alla luce e dalla tristezza alla gioia? Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio (5), cioè da Dio ci è dato questo Bambino: Sulle sue spalle è il potere, cioè è un re, e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace (5), cioè partecipa della sapienza e della paternità e della potenza di Dio; grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul suo regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre (6).
La fede guidò Isaia nel fare la profezia e animò i pii ebrei nell’accettarla, fino a Maria e Giuseppe: essa deve guidare anche noi nell’ascoltare e nel leggere questa Parola di Dio. Questa Parola certamente si realizzerà: “Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti” (6): questo profetizzava Isaia e pensavano i pii ebrei dell’AT. Questo infatti avvenne e lo ascoltiamo nel Vangelo.
II – Chi è questo bambino? E’ quello del quale abbiamo sentito nel Vangelo, il figlio di Maria, ma non di Giuseppe: Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio (7). E’ il bambino del quale un Angelo del Signore parla ai pastori, mentre la gloria del Signore li avvolse di luce, motivo per cui essi furono presi da grande timore (9): “Non temete: ecco vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi nella città di Davide è nato per voi un salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia” (10-11). E’ quel bambino per il quale subito apparve con l’angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini che egli ama”(13-14).
Riflettiamo sulle parole dell’Angelo. Egli annuncia loro una grande gioia, che però è destinata anche a tutto il popolo di Dio; essa passerà agli altri se essi testimonieranno ad altri quello che hanno visto dell’Angelo e sentito da lui e quello che vedranno coi loro occhi nella stalla; daranno una prima testimonianza nella stalla a Maria e a Giuseppe e ai presenti, e poi ai parenti, agli amici, ai compaesani, ecc. Comunicheranno la notizia e trasmetteranno la gioia a essa connessa. La buona notizia è questa: è nato per voi un salvatore, che è Cristo Signore, cioè si tratta del Figlio di Dio, che viene mandato dal Padre come Messia agli uomini e viene per salvare tutti. Il segno che vien dato ai pastori per identificarLo è sconcertante e contrario alle aspettative: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia. Ci si aspetterebbe un apparato ben diverso.
Eppure questo bambino realizza in sé le profezie. Certo, da quello che abbiamo ascoltato nella prima lettura ci saremmo aspettati intorno a Lui non solo un trionfo di Angeli, ma anche di nobili del luogo, vestiti con abiti splendidi, invece dei poveri pastori che vanno a cercarlo; avremmo immaginato anche un palazzo maestoso, degno di un re, una stanza elegantissima, tanti servi pronti a riverirlo e considerare un onore toccarlo e anche solo guardarlo, e invece c’è solo una stalla e una mangiatoia; ci sono solo Maria e Giuseppe… Niente di gloria mondana: non c'era posto per loro nell'alloggio. Per lui c’è solo una stalla per animali e forse con animali ospitati dentro… Maria e Giuseppe devono fargli spazio nella mangiatoia, perché quello era il luogo meno indecente e meno sporco. Davide, antenato di Gesù, anche nacque povero e poi diventò re, ma, almeno, era nato a casa sua. Tanti altri antenati di Gesù erano nati nella reggia di Gerusalemme, ma per Gesù non c’è spazio neanche nella parte della casa, che serviva per l’alloggio agli umani: per Lui c’è solo lo spazio riservato agli animali, che per i poveri è già una grande fortuna…
La fede, che Maria e Giuseppe e i Pastori mostrano nei confronti del Bambino, accogliendoLo come vero Dio e vero uomo, secondo le indicazioni dell’Angelo, deve anche guidare noi nell’incontro con Gesù bambino. Gesù troverà spazio nel nostro cuore? O Glielo chiuderemo come i Betlemiti chiusero le porte delle loro case alla S. Famiglia?
III – Nella nascita di Gesù Paolo (Tt 2,11-14) vede – e ce ne avverte - che è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini (11). E noi che cosa dobbiamo fare? Egli ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo (12). Quindi dobbiamo vivere con stile di vita nuovo per un motivo fortissimo: Gesù ha dato se stesso per noi a una vita sofferente e dolorosa, che si concluderà in questo mondo con la Passione e Morte, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone (14). Così vivremo da buoni discepoli con fede nella Sua Persona e nel Suo insegnamento e animati dalla beata speranza e dalla carità per Lui, nell'attesa…della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo (13).
EUCARESTIA. Nell’Eucaristia riceveremo proprio questo Bambino. Egli ci darà lo Spirito Santo, che ci farà vivere secondo lo stile di Gesù perché ci farà condividere i sentimenti del suo Cuore: ci comporteremo secondo la volontà di Gesù, che è quella del Padre. Preghiamo Maria e Giuseppe e i Santi, che appaiono nei misteri dell’Infanzia di Gesù di ottenerci di accogliere Gesù con fede e amore come loro.
C - Messa dell’Aurora
Letture: Isaia 62,11-12; Salmo 96; Tito 3,4-7; Luca 2,15-20
Isaia ci dice che Dio stesso si fa sentire da tutto il mondo perché si annunci a Gerusalemme: Ecco, arriva il tuo salvatore, portando il premio ai buoni; Egli la trasformerà in un popolo di salvati, amati da Dio. La profezia si realizza nell’annunzio dell’Angelo: “Non temete: ecco vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi nella città di Davide è nato per voi un salvatore, che è Cristo Signore” (10-11). I pastori credono a tale Parola e vanno alla ricerca del Bambino e lo trovano con Maria e Giuseppe, ai quali raccontano quanto hanno visto e sentito. Ritornando ai loro impegni glorificano e lodano Dio per quello che avevano udito e visto (20). Maria assume l’atteggiamento che dobbiamo fare nostro: custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore (19). Paolo a Tito ricorda che nella venuta di Cristo ci viene manifestata la bontà di Dio… e il suo amore per gli uomini (4), la sua misericordia (5) e la sua grazia (7 = benevolenza).
D – Messa del Giorno
Letture: Isaia 52, 7-10; Salmo 97; Ebrei 1, 1-6; Giovanni 1, 1-18
Isaia esprime gioia perchè il Signore ritorna e regna a Gerusalemme; Egli mostra la sua potenza e porta pace, gioia, consolazione, redenzione e salvezza. La profezia si realizza con la venuta del Messia, che, ci dice Giovanni, non è un semplice grande uomo, sostenuto da Dio in modo unico, ma è il Figlio di Dio fatto uomo, che viene ad abitare fra gli uomini e porta ai credenti vita e luce vera, la figliolanza divina, la sua gloria, grazia e verità, la conoscenza del Padre. Ebrei ci indica nel Figlio fatto uomo l’ultima Parola del Padre e anche colui per mezzo del quale il mondo è stato creato e gli uomini sono stati redenti. (mons. Francesco Spaduzzi)