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L’Associazione “Ost. Rita Gagliardi” soccorre un cercatore di funghi in montagna.

Alle ore 10.00 di mercoledì 29 agosto c. a., mi reco in località “Carcara”, per portare caffè e cornetti agli operai, che sono impegnati nella pulizia dei castagneti. Questi, nel vedermi da lontano, mi chiamano, al fine di farmi individuare il luogo dove operano. Essendomi avvicinato a loro, mi chiedono di soccorrere un nostro amico, che in una scarpata ha appoggiato il piede fuori luogo, provocandosi una forte distorsione alla caviglia - malleolo. Uno degli operai si avvicina e lo rassicura che, forse, non c’è rottura. Però, visto che il piede inizia a gonfiarsi, gli   procura, subito, un bastone, per appoggiarsi.  Poiché l’amico A. non sa servirsene, mi chiede di accompagnarlo a casa, per poter andare, poi, in ospedale. Mi sono reso conto della non fattibilità dell’accompagnamento, perché la strada asfaltata era distante circa 800 metri. Lui, per forza maggiore, desiderava raggiungere casa, adiacente alla panoramica. Dopo circa 50 metri, si rende conto lui stesso di non farcela e mi chiede di farlo sedere. Dopo neanche 5 minuti, fa una sudata fredda e gli si abbassa la pressione, oscurandosi la vista e andando nel pallone. Per consolarlo, gli spiego le cause dell’annebbiamento della vista. L’operaio Michele gli porta un po' d’acqua e, grazie alla sua buona volontà, desidera portarlo a cavalcioni, ma si rende conto di non potercela fare. Invito il cercatore di funghi  a non muoversi  e, nello stesso tempo, chiamo l’Associazione “Ost. Rita Gagliardi”.

Andrea, figlio della compianta ostetrica Rita, mi chiede   di scendere a valle, al fine di guidare, poi, in montagna, i giovani Dalila e Valentino.

Giungono, nel giro di 10 minuti, per cui li accompagno in località “Carcara”, portando con sè la sedia.

Arrivati, l’amico A. si rincuora e si preoccupa per il trasporto. Nel frattempo, racconta ai giovani soccorritori l’incidente accadutogli ed afferma: “quanto mi sono costati questi due porcini, ma chi me l’ha fatto fare”, scaricando un po' la colpa sulla moglie che l’aveva invitato a cercare i funghi, anche per non averlo tra i piedi… è un po' la prassi di tutte le donne nei confronti degli uomini, quando deambulano in casa.

Ci mettiamo in marcia, scegliendo, di volta in volta, il sentiero, a causa degli avvallamenti e delle interruzioni della strada mulattiera.

 In alcuni punti, l’amico A. è stato costretto ad alzarsi dalla sedia ed appoggiarsi sulle nostre spalle, fungendo da stampelle. Nelle varie soste, si discute e si sdrammatizza, tanto da dire a Valentino di avergli fatto un piacere fisico, per le sette camice sudate, che l’hanno fatto scendere di peso. Al termine del tragitto della strada vicinale che si interseca con quella della “Panoramica”, è arrivata la figlia Elena, alla quale ha consegnato i porcini, raccomandandole di darli alla madre. Solo nel vedere la figlia, s’è liberato dei funghi.  Negli ultimi metri, Elena ha contributo a darci una mano nel trasporto del padre.

Ad un tratto gli ha chiesto: “papà, ma quando pesi?”. Ho replicato, dicendole: “Elena lo tieni, sempre, davanti e, solo adesso, ti viene in mente di commentare quanto pesa”.

Col sorriso sulle labbra, i giovani l’hanno messo in ambulanza per il trasporto in ospedale.

Dulcis in fundo, formuliamo tanti auguri all’amico A., per una pronta guarigione.  

   

 

 

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