Solofra. "Questa comunità resterà per sempre nel mio cuore".
Carissimi amici, carissimi solofrani, carissimi fedeli che vivete la vostra esperienza di fede nella Rettoria di San Domenico,
con un duplice sentimento di riconoscenza e grande dispiacere, vi comunico che il Superiore Provinciale ha stabilito il mio trasferimento a nuova sede. Sarò parroco a Margherita di Savoia.
Lascio questa comunità dopo 12 intensi anni…
Voglio ringraziare tutti voi e ciascuno in particolare per l’accoglienza, la stima, la fiducia, la fattiva collaborazione che mi avete sempre accordato. Mi sono sentito onorato di far parte della storia gloriosa dei Giuseppini a Solofra. Ho sempre percepito di essere l’ultimo anello di una storia quasi centenaria, fatta di volti, di storie, di premure e di reciproca stima.
Da queste righe voglio ringraziare e salutare le Istituzioni cittadine, civili e militari, con cui abbiamo intessuto sempre ottimi rapporti di rispetto e sinergia. Soprattutto, voglio ringraziare i sacerdoti e particolarmente i parroci, in primis Don Mario Pierro, per la calorosa accoglienza e la fraternità che ha sempre caratterizzato il nostro agire. Sono stato felice di servire questa porzione di Chiesa che è in Solofra, con il carisma e lo stile del nostro fondatore San Giuseppe Marello.
Sono molto grato a Dio per i bambini, i ragazzi, i giovani e le famiglie che ho potuto incontrare e servire nella fede, sia in occasione delle celebrazioni e della catechesi, sia nelle esperienze dell’oratorio estivo, rinnovato anno per anno. È stato bello accompagnare alcuni a ricevere i sacramenti della vita cristiana, affiancare altri in scelte di vita coraggiose e mature, altri all’impegno ecclesiale, altri ancora al matrimonio e vederli oggi genitori coronati dall’affetto dei figli.
Grazie per avermi fatto entrare nelle storie piene di ferite, di dolore, che talvolta hanno segnato le vostre famiglie e per cui ho pregato e prego ancora.
Non potrò dimenticare il tempo del Covid, con le sue paure, le sue minacce, la sua precarietà, ma anche con il desiderio rinnovato di Dio, nostra speranza.
Sono stato particolarmente felice di aver riportato a Solofra una caratteristica importante e storicamente significativa della presenza dei Giuseppini: quella vocazionale. In questi anni abbiamo accolto e accompagnato spiritualmente diversi giovani e, per grazia di Dio, la nostra casa è stata crocevia di storie vocazionali. Alcune di queste sono culminate nel sigillo definitivo della consacrazione religiosa e sacerdotale. Voglio lodare il Signore per le due ordinazioni sacerdotali avvenute in questi anni: quella di P. Antonio Vignola e quella di P. Michele Santoro. Ma anche di aver accolto, accompagnato, custodito e gustato le primizie sacerdotali di P. Alessandro Lippolis, mio prezioso collaboratore; di fratel Filippo Petrelli e di fratel Antonio Del Vacchio. Guardando ai nostri giovani e ai nostri ragazzi non smetto di sperare che altri possano aggiungersi a questa lista.
Ho detto spesso di essere un prete fortunato: ho sempre sentito la gioia di essere accompagnato e sostenuto da confratelli di grande valore e da laici, generosi e impegnati. Lodo il Signore per avermi concesso la grazia di vedere il centenario di P. Vito Accettura, faro luminoso e silenzioso di fede e di spiritualità, di fraternità e dedizione a Dio e alla sua Chiesa, vera scuola di vita sacerdotale. Ma sono stato aiutato e sostenuto anche dalla presenza dei nostri giovani in formazione che hanno arricchito e stimolato la nostra comunità con la loro gioia e la loro generosità, tipica dei discepoli del Signore.
Sono un prete fortunato, lo ripeto, perché ho trovato attorno a me sempre tanti discreti e preziosi collaboratori senza i quali il mio impegno sarebbe stato decisamente meno incisivo ed efficace. Ho sentito in tanti momenti il vostro sostegno, non ultimo nel grandioso sforzo di rinnovare le nostre strutture: la chiesa, il centro giovanile, la casa di accoglienza. Solo San Giuseppe conosce il nome di tantissimi insigni benefattori, la maggior parte di essi, gente semplice e umile con un cuore grande: Dio vi benedica tutti! Vivi e defunti.
Ora è il tempo dell’obbedienza e del distacco. Vi domanderete il perché di questa decisione… era proprio necessaria? L’obbedienza non si discute, ma si accoglie, anche con fatica. L’obbedienza ha un valore liberante: ci aiuta a dire con tutto il cuore: “Signore, sei tu l’unico mio bene!” Ci mostra che tutto passa, ma che Dio solo resta; che anche le cose di Dio, per quanto belle e importanti, non sono ancora Dio e che il Signore aspetta da noi, di sentire come il primo giorno, il nostro “eccomi” generoso e libero.
Pregate per me, accompagnatemi in questa nuova esperienza che si apre davanti a me, a cui non mi sento per niente pronto.
Accogliete con la stessa fraternità e generosità il nuovo Rettore P. Nico Reale e instaurate con lui legami di ancora maggiore collaborazione.
Questa comunità resterà per sempre nel mio cuore, il primo amore non si scorda mai!
Grazie! Madre mia, fiducia mia!
P. Vincenzo Grossano, osj