Tempo di Avvento: Domenica III dell’Anno A (2025-26).
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
Tempo di Avvento: Domenica III dell’Anno A (2025-26)
Introduzione: non dimentichiamo mai che l’Avvento intende prepararci all’incontro con Cristo in occasione della sua seconda venuta alla fine del mondo (e più prossimamente alla fine della nostra vita), facendoci riflettere a. sulle profezie che prepararono la sua prima venuta e la loro realizzazione e b. facendoci valorizzare le sue venute intermedie, in particolare la visita che il Signore ci fa nell’Eucaristia, nei fratelli sofferenti, nel nostro cuore. Di qui le tre opere caratteristiche dell’avvento: più ascolto della Parola di Dio e di conseguenza più risposta orante ad essa, più opere di misericordia corporale e spirituale nei confronti di Cristo presente nei fratelli, più vigilanza sui movimenti del nostro cuore, che potrebbero allontanarci dalla via di Dio.
I - Isaia 35,1-6a.8a.10 – La profezia di Isaia si riferisce anzitutto al ritorno degli Ebrei da Babilonia e ai segni speciali della protezione di Dio, che ci saranno durante il viaggio (1-2a.8a.10); quelli che ne affrontano i sacrifici vengono incoraggiati (3-4a) con la promessa: Vi sarà un sentiero e una strada e la chiameranno via santa (8). Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto (10); il motivo di tanti vantaggi: “Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta contro i cattivi, la ricompensa divina per i buoni. Egli viene a salvarvi”. Alla fine: Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio (2). Il Signore opererà anche miracoli a favore del suo popolo: Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto (5-6). Il ritorno da Babilonia alla Palestina ci sarà, ma non con tutti questi particolari. La via santa e la felicità si riferiscono alla seconda venuta di Cristo. Si potrà contemplare con la fede il Signore nella prima venuta di Gesù sulla terra, ma la visione faccia e faccia ci sarà nella seconda venuta, o già dopo il giudizio particolare; i miracoli si verificheranno in occasione della prima venuta del Signore, come ci racconta il Vangelo di oggi. Comunque tutti nelle varie venute sperimenteranno la presenza attiva di Gesù in mezzo a loro, una presenza benefica e piena di misericordia, che porterà la buona salute dell’anima e del corpo.
II - Matteo 11,2-11– 1. A. (a) Giovanni manda i suoi discepoli a interrogarLo: “Sei tu colui che deve venire, il Messia, o dobbiamo aspettare un altro?” (3); Giovanni non ha dubbi in proposito: lo sapeva con certezza da quando era nel grembo di Elisabetta e gli era stato confermato dalle parole di Gesù quando gli chiese il battesimo e ancora di più quando venne lo Spirito sul divino Battezzato, e d’altra parte egli indicava ai suoi discepoli Gesù come Messia; ma fra i discepoli del Battista forse c’erano alcuni, che necessitavano di essere illuminati. E noi, crediamo che è Gesù è il Salvatore del mondo e che solo per mezzo di Lui si va al Padre? Approfondiamo la nostra fede e cresciamo in essa, perché una fede debole ci motiva poco e ci sostiene poco nelle grandi scelte della vita spirituale. (b) Gesù non risponde direttamente, ma rimanda i discepoli di Giovanni a quanto vedono coi loro occhi: “Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo, e beato è colui che non trova in me motivo di scandalo” (4-6). In sostanza Gesù dice: “Le profezie di Isaia e di altri profeti preannunziano i segni della venuta del Messia (per gli Ebrei l’espressione colui che deve venire indicava il Messia), p. es. i miracoli e l’annuncio della buona novella ai poveri: questi due segni si verificano pienamente in me e nella mia opera. Con la mia venuta è Dio che è venuto in mezzo agli uomini a salvare l’umanità, anzitutto in senso spirituale col perdono dei peccati e col far diventare gli uomini figli di Dio e poi anche con la guarigione delle malattie nella misura in cui questo serve a realizzare il Regno di Dio”.
2, (a) Ma Gesù aggiunge anche una parola sulla persona e la missione di Giovanni: questi è stato un grande penitente (7-8) e un grande profeta, anzi il più grande profeta: “Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta” (9). perché gli altri promettevano la venuta del Salvatore, ma Giovanni Lo ha profetizzato imminente e poi Lo ha anche indicato presente nel mondo; egli è il precursore del Messia, annunziato da Malachia (cfr.3,1): “Egli è colui del quale sa scritto: Ecco, io dinanzi a te mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via” (10). (b) Gesù aggiunge: In verità io vi dico: fra i nati di donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista, è il più gande uomo dell’AT, ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui (11), cioè\ è più piccolo rispetto ai discepoli di Gesù. In pratica Gesù non vuol dire che i giusti del NT siano più santi di Giovanni - è da escludersi; ma che essi appartengono a due economie della salvezza diverse: quella di Giovanni è l’AT, l’antica alleanza per mezzo della Legge, il rapporto con Dio come creatore e padrone come servo; quella di Gesù è il NT, la nuova alleanza e la grazia, il rapporto con Dio padre come figlio adottivo, infinitamente superiore alla precedente. Ammiriamo la grandezza di Giovanni e della sua missione. Ringraziamo Dio anche per il successo che diede alla sua missione, coronata col martirio. Chiediamo di gustare e vivere intensamente la grazia che il Signore ci dà continuamente.
III - Giacomo 5,7-10 – (a) Giacomo scrive ai lettori sulla seconda venuta del Signore per il giudizio particolare e, a suo tempo, per quello universale e dà consigli: Siate dunque costanti, fratelli, fino alla venuta del Signore (7)… perché la venuta del Signore è vicina (8). Ecco, il giudice è alle porte (9). Esorta: Guardate come esempio l'agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime (d'autunno) e ultime (di primavera) piogge (7), e Fratelli, prendete a modello di sopportazione e di costanza i profeti che parlano nel nome del Signore (10). La costanza è sinonimo di perseveranza e fedeltà e include la pazienza, virtù necessaria nelle vicende della vita. Con la morte, ci presentiamo al Signore, per essere giudicati e conoscere la nostra destinazione finale. (b) Un altro consiglio: rinfrancate i vostri cuori (8), siate più arditi e sicuri. In effetti le cose storte in questo mondo, anche fra i cristiani e gli ecclesiastici, possono scoraggiare e impaurire. Ma il Signore è sempre con noi e ci aiuta in ogni circostanza. (c) Altro consiglio: Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati (9); lamentarsi del prossimo suppone un giudizio negativo su di lui, ma il Signore se l’è riservato: Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato (Lc 6,37), e ha affidato a noi il giudizio su noi stessi. Stiamo attenti: Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso (ivi 36).
IV – Siamo a metà Avvento. Un’altra domenica e sarà Natale, che ci fa celebrare la prima venuta del Signore. Non dimentichiamo che la valorizzeremo solo se facciamo (a) memoria e (b) memoriale del Signore (c) per diventarNe memoria vivente. In altre parole: (a) Dobbiamo ogni giorno fare memoria del Signore, cioè dedicare tempo alla meditazione delle profezie, che preannunciano la prima venuta del Signore (e anche delle figure dell’AT, che in qualche modo hanno incarnato qualche aspetto della persona del Messia) e della persona e dell’opera di Gesù. Questo può avvenire in tanti modi: con la lettura dell’AT e del NT, con la recita del rosario, con la lettura meditata di qualche buon libro... Nella meditazione occorre avere con affetti intensi in modo da rendere tutto molto vivo per noi, partendo dall’idea che il Signore è venuto per me: per noi e per la nostra salvezza discese dal cielo. (b) Dobbiamo almeno ogni settimana fare memoriale del Signore, partecipando all’Eucaristia, e anche più spesso se è possibile. Qui incontriamo il Signore vivo e vero, che viene oggi per me e si offre a me come cibo e bevanda per darmi la vita eterna e per iniettare in me il germe della resurrezione gloriosa del corpo: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno… rimane in me e io in lui (Gv 6,54.56). Facciamo memoriale del Signore anche con la confessione, perché in questo sacramento Gesù perdona oggi i nostri peccati e ci mette in condizioni di avere il cuore puro per riceverLo nell’Eucaristia: mai lo riceveremo in stato di peccato grave, perché sarebbe un orribile sacrilegio. Quali sono peccati gravi lo stabilisce non il singolo, ma Nostro Signore nella S. Scrittura secondo l’interpretazione della Chiesa. (c) Dobbiamo diventare memoria vivente del Signore, cioè sforzarci di rassomigliarGli nel nostro modo di pensare e amare e comportarci, perché Egli ci deve riconoscere come Suoi discepoli, quando ci presenteremo davanti a Lui. Occorre rispettare i comandamenti dell’amore verso Dio e verso il prossimo. In questo periodo la Chiesa ci invita anche a fare un po’ di penitenza. Ricordiamo i tre tipi di penitenza secondo il messaggio di Fatima: 1. fare i sacrifici necessari per osservare i comandamenti e i doveri del nostro stato; 2. accettare con rassegnazione le sofferenze della vita; 3. imporci dei fioretti.
EUCARESTIA. Ci raccomandiamo alla Vergine Immacolata a S. Giuseppe, e anche ai Santi dell’infanzia di Gesù, che troviamo al Suo fianco, perché ci ottengano di fare bene memoria e memoriale del Signore, e specie della sua Passione, e diventarne splendida memoria vivente, come lo sono diventati loro. (mons. Francesco Spaduzzi)