Tempo Ordinario: Domenica 14.ma dell'Anno C (2024-25)
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
Tempo Ordinario: Domenica 14.ma dell'Anno C (2024-25)
Introduzione. Isaia annuncia il cambiamento della situazione di Gerusalemme per intervento di Dio; e Gesù la trasformazione del cuore dell’uomo per mezzo della predicazione sua e dei suoi discepoli; Paolo insiste sul fatto che siamo cambiati e salvati per mezzo di Gesù Crocifisso.
I - Isaia 66,10-14c - (a) Gerusalemme era in una pessima situazione: senza pace (12), senza bellezza e prosperità (cfr. 12), triste e sconsolata (cfr. 13); chi vedeva queste cose era in lutto come per un morto (10); nota il profeta: tutti voi che l’amate… per essa eravate in lutto (10). Eppure Dio, o il profeta a Suo nome, esortava: Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa. Sfavillate con essa di gioia (10), perché come un bambino sarete allattati e vi sazierete al seno delle sue consolazioni; succhierete e vi delizierete al petto della sua gloria, delle ricchezze e bellezza, che attingeranno da Gerusalemme (11). La situazione di Gerusalemme sarà totalmente trasformata e proverà grande gioia chi soffriva per Lei. Crediamo alle promesse di Dio, anche quando sembrano irrealizzabili, perché Dio è verace nel farle, fedele nel mantenerle e onnipotente nel realizzarle. (b) Dio trasformerà Gerusalemme; è Lui che promette: così dice il Signore (12); egli raccoglierà la pace e la bellezza e ricchezza dei popoli e la verserà come un fiume nella Città Santa (12); Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò... a Gerusalemme (13); come i bambini piccoli Voi sarete allattati e portati in braccio, e sulle ginocchia sarete accarezzati (12). Non è un sogno, perché Dio garantisce: voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore (14) e si sentiranno come risuscitare (14); Dio si farà sperimentare come onnipotente da chi si affida a Lui come il servo si fida del padrone (14) e più ancora il figlio del padre. Rinnoviamo la nostra fede nella Parola di Dio e la nostra fiducia in Lui, perché è infinitamente potente, buono e sapiente e lo manifesta secondo modi e tempi Suoi.
II - Luca 10,1-12.17-20 – 1. (a) Il Signore Gesù, oltre i 12 Apostoli, designò altri settantadue discepoli, per collaborare con Lui e annunziare il Vangelo, e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi (1), come Lui era stato mandato dal Padre. Allo stesso modo chiama anche noi oggi. (b) La prima esortazione, che Gesù rivolge loro: La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! (2). Questo invito resta sempre d’attualità e quindi vale anche per noi. (c) Essi devono comportarsi da persone miti e umili: vi mando come agnelli in mezzo a lupi (3), i non credenti o non convertiti; il loro stile di vita deve essere di persone povere, che portano con sé solo le cose indispensabili (4) e che non hanno tempo da perdere (4). Prendiamo sul serio le parole di Gesù. (d) In qualunque casa entriate (5) e in una città (9), benediranno con un augurio: “Pace a questa casa!”(5): la vostra pace scenderà su di lui, se è ben disposto, altrimenti ritornerà a voi (6). Restate sempre in quella casa (7), senza passare da una casa all’altra, mangiando e bevendo di quello hanno (7) o vi sarà offerto (8). Anche noi dobbiamo portare la pace dappertutto e accettare quello che ci viene offerto, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa (7). (f) Annunceranno: “È vicino a voi il regno di Dio”, anzi è arrivato (9) dove verranno accolti con cuore aperto (8); e sappiate però che il regno di Dio è vicino (11) dove saranno rifiutati (10), ammonendo questi ultimi (10) che i missionari se ne vanno, rompendo ogni rapporto con loro (11), ma per gli increduli: Io vi dico che, in quel giorno, Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città (12). (g) Per le persone, che accolgono la Parola di Dio, i 72 opereranno anche guarigioni per rafforzare la loro fede (9). Gli avvisi di Gesù ai 72 restano sempre di attualità e metterli in pratica aiuta la diffusione del Vangelo: costituiscono un buon esame di coscienza per i pastori e per i fedeli per sostenere pastori e missionari con la preghiera.
2. I settantadue tornarono pieni di gioia dalla missione, dicendo: «Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome» (17), per la Sua autorità e potenza. Certo essi dovettero restare impressionati nel vedere l'efficacia dei loro esorcismi rispetto agli esorcisti ebrei, che non sempre avevano esito felice. Tuttavia Gesù raccomanda loro: Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi, rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli (20), sono concittadini di Dio. La compiacenza che i discepoli provano per il dominio che hanno sui diavoli è secondaria rispetto all’appartenenza al Regno di Dio e al camminare verso la salvezza eterna. Pensiamoci spesso anche noi e siamone grati a Dio, perché è il più grande dono che Dio ci fa per mezzo di suo Figlio e dello Spirito Santo. (b) Comunque Gesù conferma che la predicazione dei discepoli continua la Sua e perciò indebolisce e distrugge il dominio di Satana sugli uomini: Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore (18) e fa posto al Regno di Dio; ricorda anche due altri poteri spirituali, che ha dati loro: il potere di trasmettere la Sua Parola (cfr.5.9.11), che è quella del Padre, e operare i miracoli: guarite i malati che vi si trovano (9). In seguito affiderà loro il sacerdozio ministeriale con la celebrazione dell'Eucarestia, il perdono dei peccati e gli altri sacramenti, ecc. Li esorta a non temere: nulla potrà danneggiarvi, perché Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni velenosi, simboli del diavolo, e sopra tutta la potenza del nemico (19), Satana; grandi sono i poteri affidati ai sacerdoti, ma la gioia più grande è di essere salvati per Cristo.
III - Galati 6,14-18 – (a) Paolo aveva convertito i Galati pagani, per mezzo della fede in Gesù, crocifisso per noi; ma altri sostenevano la necessità di osservare la legge ebraica. Egli vi si oppone: Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo (14), perché siamo salvati dall’opera redentrice di Gesù, dalla fede in Lui e dal battesimo. Anzi dichiara: per mezzo di Gesù il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo (14), egli ha ammazzato in sé la mentalità mondana, che allontana dal seguire Cristo, e anche il diavolo e le tendenze cattive. In più: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo (17), le Sue piaghe, cioè i segni delle tante sofferenze, affrontate per fedeltà a Gesù e all’apostolato. Quello che conta per lui è l’essere diventato nuova creatura, e non l’essere circonciso (15). Perciò egli invoca: su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio, il nuovo e vero, la Chiesa (16), i credenti nella salvezza per mezzo di Gesù. E ordina: D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi (17) con l’insistenza sulla necessità della circoncisione. Anche noi stiamo attenti a non crearci idoli al posto di Cristo, come la ricchezza o il potere o il successo o la fama, ecc., frutto della carne, del mondo e del diavolo, che dobbiamo ammazzare in noi e lottarvi contro per tutta la vita. (b) Paolo dà la benedizione nel saluto finale: La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, non di Mosè, sia con il vostro spirito, fratelli. Amen (18), cioè sia con noi l'amore misericordioso di Dio, che ci dona la sua benevolenza in Cristo e ci salva. Crediamo, adoriamo, ringraziamo Gesù per averci salvato con la sua Passione e Morte; ringraziamo il Padre, che ci ha mandato Gesù; ringraziamo lo Spirito che coopera col Figlio alla nostra salvezza e la realizza in noi. Ringraziamo la Vergine Maria per averci dato il figlio Gesù.
EUCARESTIA. Nella Liturgia della Parola Gesù ci illumina come vincere i tre grandi nemici (carne, mondo, diavolo) e nella ripresentazione del Suo sacrificio e nella comunione eucaristica ci comunica la forza per realizzarla. Preghiamo la Vergine Maria e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni, di ottenerci la grazia di seguire il loro esempio. (mons. Francesco Spaduzzi)
Altri Temi: 1. Il Signore designò altri 72 e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città… (1). Gesù si mostra rispettoso della cultura del Suo popolo, per quello che non contrasta con la Sua Parola. Per gli ebrei i testimoni devono essere almeno due e la predicazione del Regno è testimonianza della resurrezione di Gesù. Impariamo a fare altrettanto per facilitare la diffusione del Regno di Dio.
2. Pregate dunque il Signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!… (2). Gesù è stato così esplicito su questo punto e purtroppo quanto poco se ne tiene conto! Per il passato in quasi tutte le parrocchie si faceva ogni giovedì l’ora di adorazione al SS.mo per ottenere le vocazioni alla vita consacrata. Volatilizzata…
3. In quale casa entriate prima dite: ”Pace a questa casa”… (5). E’ una benedizione. Il Signore dice di benedire, di benedire molto, di non aver paura di abbondare nel dare le benedizioni e persino di offrirla di propria iniziativa. Con la benedizione sacerdotale i tesori della bontà misericordiosa, racchiusi nel Suo Cuore, si riversano sulle persone benedette dalle mani del sacerdote.
4. Ecco, io farò correre verso di essa, come un fiume, la pace… (12). Gli ebrei e i mussulmani si augurano la pace quando si incontrano e così faceva Gesù risorto e così prega la Chiesa in ogni Messa. E’ dono di Dio e frutto anche dell’impegno dell’uomo, che è sensibile alle ispirazioni di Dio. Senza la pace si va verso la rovina dei popoli e dei singoli.
5. Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore Gesù Cristo… (14). Dobbiamo vantarci di fare bene il segno della croce e con coraggio come testimonianza della nostra fede in Cristo, che ci ha salvati con la sua morte di croce; ma soprattutto dobbiamo accettare la croce nella nostra vita, come morte al peccato e resurrezione a vita nuova. (mons. Francesco Spaduzzi)