Legambiente Valle Solofrana: "In Veneto sentenza storica".
"... e nella Valle Solofrana?"
Il 26 giugno 2025, il processo di primo grado per uno dei più gravi casi di avvelenamento delle acque nella storia italiana, causato dallo stabilimento Miteni di Trissino a Vicenza, si è chiuso con una grande vittoria per il popolo inquinato. Un inquinamento che ha segnato un territorio di 300.000 abitanti, estendendosi per oltre 100 km quadrati e contaminando la seconda falda acquifera d’Europa. Dopo anni di denunce, vertenze e battaglie, le aziende che si sono avvicendate nella gestione del sito produttivo Miteni sono state condannate per aver contaminato l’acqua da PFAS (composti chimici sintetici utilizzati in diversi settori industriali per le loro proprietà di resistenza all’acqua, al calore e agli agenti chimici). Ora si attende quanto prima la bonifica di una delle più estese contaminazioni acquifere con cui i cittadini veneti sono costretti a confrontarsi da decenni. La falda Solofrana-Montorese rappresenta anch’essa una fondamentale risorsa idrica a livello regionale in Campania, ma dal 2014 la contaminazione da tetracloroetilene (PCE) ha compromesso la qualità delle acque sotterranee generando un pericolo costante per la popolazione dell’area. Vista la pericolosità del PCE (classificato come potenziali cancerogeni dall’IARC) e le concentrazioni confermate dai risultati analitici del Piano di Caratterizzazione, sono stati troppi i ritardi e i momenti di stasi soprattutto quando le competenze sono passate dall’ATO Calore Irpino ai comuni di Solofra, capofila, e Montoro. Come sappiamo con l’intervento della Regione si è potuto dopo 11 anni avere un’analisi del rischio approvata ma al contempo da integrare con un ulteriore piano di monitoraggio, affidato all’Università Federico II di Napoli, propedeutico alla progettazione della successiva fase di bonifica. Ad oggi ci troviamo di fronte all’impossibilità di individuare un soggetto responsabile (art.244 comma 4 del D.Lgs 152/2006) così come notificato dalla Provincia di Avellino, durante le conferenzze di servizio, e ad una falda contaminata che purtroppo non si adegua ai tempi della burocrazia, ma che segue i tempi naturali di migrazione con il rischio di contaminazione a valle dell’area analizzata. Importante è il continuo monitoraggio della potabilità delle acque in particolare per il comune di Montoro dove attualmente il gestore idrico Alto Calore spa utilizza i filtri a carboni attivi per diminuire le concentrazioni del tetracloroetilene riportandoli ad di sotto dei valori di legge. Al momento anche alcune realtà industriali del distretto solofrano-montorese utilizzano trattamenti a carbone attivi per l’impiego delle acque sotterranee nel ciclo produttivo. In attesa degli ulteriori passaggi prima dell’attuazione della bonifica, per tutelare la salute pubblica, è fondamentale conoscere i risultati del monitoraggio che è in corso sull’area attivato in accordo con gli enti competenti ASL, ARPAC, ISS ed Alto Calore, ma prevedere anche uno screening approfondito sulla popolazione residente di circa 30.000 persone con attenzione alle fasce più esposte. Infine fare una ricognizione di fonti potabili alternative per diminuire la dipendenza da quelle contaminate e filtrate.