... il vallone che scende dalla selva della palata, oggi é diventato un tutt'uno proprio con via Sa
Dopo 50 anni è accaduto di nuovo! Ho ancora negli occhi quelle scena di cinquanta anni fa quando adolescente abitavo in via S.Lucia , era un pomeriggio piovoso quando all'improvviso io e mia sorella sentimmo un sordo rumore ( come quello del terremoto del 23/11/80) che veniva dalla strada, ci siamo affacciati alla finestra, i vetri tremavano , fuori in un attimo erano arrivati massi e fango per piú di un metro d'altezza, non si poteva uscire di casa in nessun modo.
Ovviamente si allagarono i piani terra e gli interrati, ci vollero alcuni mesi per ripristinare la normalità ma allora circolavano poche macchine, qualche ape, qualche carretta a cavallo per cui in pochi si preoccuparono dell'accaduto. Allora peró a causare il disastro fu una frana, staccatasi dalla " selva della palata", per i piú giovani dall'incrocio di via S.lucia con via Vicinanzo verso i[1] caprai.
Tutti noi ragazzi di via Santa Lucia andammo a vedere lo squarcio che si era aperto sulle pendici della selva, veramente impressionante per un adolescente . In effetti l'orografia della zona mostra con estrema evidenza che il vallone che scende dalla selva della palata, da cui originó la frana di 50 anni fà, oggi é diventato un tutt'uno proprio con via Santa Lucia, in sintesi
Qualcuno che ha piú di 50 anni ricorderá che proprio sotto il ponte di via Caposolofra esisteva un canalone in cui confluivano le acque meteoriche anche copiose che scendevano dalle pendici di quella zona montana. Non si capisce perchè quel canalone che mi ricordo bene arrivava giú nella piazzetta di Santa Lucia e poi si scaricava nella condotta sotto l'attuale parco San Nicola ( sopra la ferrovia) , sia stato cementato . Ovviamente si comprende come il disastro, anche senza una frana, si sia ripetuto e ahimé senza interventi di ripristino delle via d'acqua è possibile che si ripeta. Ma in questo triste riscontro delle sofferenze patite dagli attuali abitanti della zone, a cui va la mia solidarietá, ho notato un particolare che mi ha riportato immediatamente indietro nel tempo,ai miei giochi di bambino. L'alluvione ha grattato via l'asfalto e ha fatto riemergere il bellissimo lastricato di pietre , l'avevo dimenticato e sinceramente pensavo che era stato demolito. Quelle pietre lisce e levigate molti della mia generazione le hanno conosciute , su di esse disegnavamo le 'tappe' per tirare coi tapparielli, scivolavamo con le carrittelle, si giocava o' scuppo, le conoscevamo una per una . Sembra strano ma questa tragedia forse potrebbe servire per pensarci un attimo, fatte le eventuali opere di messa in sicurezza della zone , prima di distruggere e rifare la strada col solito asfalto, credo che sia una cosa bella ed utile per il nostro centro storico , ripristinare la vecchia strada in pietra, senza demolirla, restaurandola com'era prima anche perchè tecnicamente si è visto che l'asfalto si è distrutto ma la vecchia e antica strada in pietra é ricomparsa intatta e ancora più bella di prima. Mi rivolgo egregio direttore a Lei e ai nostri amministratori comunali affinché sappiano preservare quanto é riemerso dal passato ed essere lungimiranti tanto da regalare al territorio un piccolo pezzo di storia di Solofra. Abbiamo giá distrutto troppo del nostro passato.
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Cordialmente
Prof. Angelo Mennella.