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Tempo di Natale - 1° gennaio: Santa Maria Madre di Dio

Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la  preghiera personale e l’omeliaSono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

mons. Francesco Spaduzzi

 francescospaduzzi@gmail.com

Tempo di Natale - 1° gennaio: Santa Maria Madre di Dio

I -  Luca 2,15 20-1. I Pastori hanno ricevuto dall'Angelo l'annuncio  che è nato il Messia, chi è e come riconoscerlo (Lc 2,8-14); essi hanno sentito il canto del coro celeste, hanno creduto e avvertito sentimenti profondi, hanno lodato e ringraziato Dio con le benedizioni loro familiari dalla Parola stessa di Dio; gli Angeli si allontanano ed essi si incoraggiano a vicenda ad andare a completare la conoscenza di questo avvenimento, che l'Angelo ha comunicato loro (Lc 2,15 Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere»). Il Signore ci parla specie nella meditazione, ma anche attraverso gli avvenimenti e i responsabili. In queste ispirazioni o direttive dobbiamo imparare a distinguere quello che viene da Dio da quello che viene dalla mentalità mondana o dal diavolo o dalla natura – nostra o degli altri - indebolita dal peccato originale. Quello che viene da Dio lo dobbiamo accettare pienamente e decidere di metterlo in pratica, chiedendo aiuto proprio a lui, come Sant'Ignazio ci insegna nei colloqui degli Esercizi Spirituali. Quello che non viene da Dio va rifiutato. Il padre spirituale ci può aiutare molto in questo discernimento. (b) I Pastori in fretta, come Maria va Elisabetta, si muovono per andare a rendere omaggio al bambino (16 Andarono, senza indugio), e trovano tutto come aveva detto l'Angelo (16 e il bambino, adagiato nella mangiatoia); in più incontrano Maria e Giuseppe (16 e trovarono Maria e Giuseppe), che li accolgono con tenerezza e presentano loro Gesù, il Salvatore, Cristo e Signore, avvolto in fasce e senza i segni esterni della sua infinita grandezza, anzi in un ambiente, che fa pensare che è più povero e meno fortunato di tanti altri: in fondo è anche lui un emigrato dal suo paese, che si trova in una regione non sua. Possiamo immaginare l'ammirazione, l'incanto, l'adorazione e il ringraziamento, che i Pastori hanno nel cuore ed esprimono, oltre a raccontare quello che hanno udito dall'Angelo (17 E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro). Anche noi facciamo nostri gli affetti di questi Pastori e impariamo a mettere subito in pratica le buone ispirazioni, seguendo l’esempio di Maria, dei Pastori e dei Magi. Chiediamo la grazia di essere docili nel mettere in pratica le ispirazioni.

 2. (a) Il racconto-testimonianza dei Pastori provocò lo stupore degli ascoltatori (18 Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori), anche di Maria e Giuseppe, che possono costatare che a essi era stato rivelato quello che loro due sapevano di Gesù dall’Angelo. ma Maria - certo anche Giuseppe - conservava nella mente e nel cuore quello che di Gesù si diceva (19 Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore), ne faceva oggetto di meditazione per capire sempre più e meglio il mistero di Gesù e della sua opera di salvezza. Essa capiva perché credeva, ma voleva capire di più e gustare di più con la grazia di Dio. Impariamo da Maria e Giuseppe a meditare e contemplare e imitare Gesù. (b) I Pastori continuano la loro testimonianza su Gesù con altre persone (20 I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro). Anche da loro impariamo a testimoniare con coraggio e convinzione la nostra fede; così glorifichiamo Dio, rafforziamo la nostra fede e diamo anche ad altri la possibilità di conoscere Gesù,  per consentirGli di salvarli.

3. Gli Ebrei, a 8 giorni dalla nascita, facevano il rito della circoncisione del maschio (21 Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione), per significare la sua consacrazione a Dio e la sua appartenenza al Suo popolo con l’obbligo di osservare la Legge dell'Alleanza; Dio, da parte sua, si impegnava a proteggere il popolo e il singolo. Per Gesù il rito non era necessario, perché è Figlio di Dio, ma egli volle osservare anche lo spirito della Legge secondo il desiderio di Dio; in seguito l’avrebbe abolita e sostituita col comandamento dell'amore a Dio e al prossimo, amato come immagine di Dio e presenza di Cristo. Ringraziamo Gesù per averci liberato dalla Legge ebraica (Gal 4,4-5) e impegniamoci a osservare la legge della carità e della libertà, che è elemento essenziale della nuova Alleanza. La circoncisione aveva una funzione analoga al nostro battesimo, che ci fa diventare membra del Corpo mistico di Cristo, ma ci dà tantissimo in più. (b) Certo Maria e Giuseppe soffrirono nel sentire l’urlo di Gesù e nel vedere  le lacrime, provocate dal dolore della circoncisione; Gesù incomincia a versare per la salvezza dell’umanità un poco del suo sangue, che avrebbe versato tutto durante la sua passione e morte; incomincia anche la collaborazione dolorosa di Maria e Giuseppe all’opera redentrice di Gesù. (c) Con la circoncisione viene imposto a Gesù (21 gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo ) il nome, indicato dall' Angelo a Maria (Lc 1,31) e a Giuseppe (Mt 1,21.15); esso significa Yahweh salva e indica la sua missione di salvatore dell’umanità. Dire il nome di Gesù è ben più che ricordarlo ed evocarlo; è renderne presente la persona e metterci sotto il suo influsso salvifico. Chiediamo la benedizione di Gesù con le parole della Bibbia o dei Santi. Dio ci ama e ci vuole dare ogni bene per mezzo di Gesù.

II - Numeri 6,22-27 - (a) Dio parla a Mosè e, attraverso di lui, ad Aronne e ai suoi discendenti sacerdoti e ordina di dare la Sua benedizione agli Israeliti, usando precise parole (22-23 Il Signore parlò a Mosè e disse: 23 «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così benedirete gli Israeliti: direte loro). In italiano la parola “benedizione” ha più significati: Dio benedice l'uomo nel senso che lo arricchisce dei suoi beni eterni e temporali; l'uomo benedice Dio nel senso che lo loda per quello che Dio è nei suoi attributi infiniti, come la potenza, sapienza, bontà, ecc., e lo ringrazia per il beni soprannaturali e naturali, che Egli gli concede; un uomo benedice a nome di Dio un altro uomo o qualsiasi creatura, invocando Dio di venire col suo nome - la sua persona - su quella creatura (27 Così porranno il mio nome sugli Israeliti) e di arricchirla di sé e dei suoi doni (27 e io li benedirò). La benedizione di Dio per noi è sempre efficace, se non la rifiutiamo; la nostra benedizione per Dio e la nostra sul prossimo e le creature è efficace nella misura della nostra unione con Dio per fede e carità; se uno rappresenta Dio per la missione affidatagli, come nel caso del sacerdote per i fedeli, dei genitori per i figli, di quelli che hanno autorità per i “sudditi”, ecc., la benedizione, data a nome di Dio, è efficace a prescindere dalla santità personale (cfr. 23). In effetti può dare la benedizione chiunque ha un’autorità che viene da Dio. (b) Nella benedizione di Aronne il sacerdote anzitutto invoca Dio perché volga il suo volto - e non le spalle -  all'uomo (26 Il Signore rivolga a te il suo volto), gli mostri un volto sorridente e accogliente (25 Il Signore faccia risplendere per te il suo volto) e quindi lo arricchisca con i suoi doni (24 Ti benedica il Signore), in particolare gli dia la sua benevolenza (25 e ti faccia grazia) e lo salvaguardi (24 e ti custodisca), come sa fare Lui con un gioiello prezioso nelle Sue mani (Is 62,3), e insieme gli conceda la pace (26b e ti conceda pace), concetto che include salute, salvezza, benessere, felicità, sicurezza, che ricapitolano tutta l'opera della restaurazione messianica; di qui l’abitudine degli ebrei di salutarsi con il saluto “Pace”, che è una benedizione ridotta all’osso, come il pace e bene di S. Francesco. In sostanza si prega che sia dato Gesù, che per noi è tutto questo: benevolenza, protezione, pace (Mi 5,4; Ef 2,14). Prendiamo l'abitudine di recitare mattina e sera questa benedizione su di noi, estendendola ai nostri cari, e durante il giorno anche ad altre persone; possiamo pregare in questo modo: “Signore Yahweh, vieni su di me e accompagnami; rivolgi a me il tuo volto e fallo risplendere su di me; concedimi la tua benedizione e dammi grazia e grazie; custodiscimi nelle tue mani e nel tuo cuore e donami la tua pacedonami Gesù”.

III - Galati 4,4-7 – Gesù è il nostro Salvatore; egli fu mandato dal Padre (4 Dio mandò il suo Figlio) quando i tempi ormai erano compiuti (4 Ma quando venne la pienezza del tempo). Egli nacque da una donna e al tempo della legge di Mosè (4 nato da donna, nato sotto la Legge), che Egli osservò fedelmente per liberare gli Ebrei dalla schiavitù di tale legge (5 per riscattare quelli che erano sotto la Legge) e farli diventare figli di Dio (5 perché ricevessimo l’adozione a figli) insieme a tutti gli uomini. La prova della paternità divina nei nostri confronti e della nostra filiazione è la presenza dello Spirito del Figlio nei nostri cuori (6 E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio); lo Spirito fu mandato in noi dal Padre stesso e dal nostro cuore si rivolge a Dio chiamandolo Padre (6 il quale grida: «Abbà! Padre!»), con la stessa parola usata da Gesù (Mc 14,36; cfr. Rom 8,15). Quindi non siamo più schiavi della Legge e del peccato ma figli di Dio; perciò siamo anche eredi della vita eterna in paradiso, per la grazia misericordiosa di Dio (7 Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio). Gesù è Figlio di Dio e di Maria ed è fratello nostro e ci ha resi figli di Dio Padre e di Maria con la sua opera redentrice. Gustiamo questa figliolanza e rendiamone partecipi gli altri.

EUCARESTIA. La Messa rende presente la persona di Gesù ed è memoriale di tutta la sua vita, ma in particolare della sua Passione e Morte e dei momenti dolorosi della sua vita, come fu certamente la circoncisione, preludio e annuncio della sua Passione. Rinnoviamo la nostra fede in queste verità e realtà e impegniamoci a cre scere nella carità verso Chi tanto ci ha amati e continua ad amarci e per questo ha voluto trovare un altro modo visibile per garantirci della sua presenza. Chiediamo alla Madre di Gesù e nostra e a S. Giuseppe, agli Angeli Custodi e santi Patroni di ottenerci di maturare sempre più nella fede e nella carità

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