Tempo Ordinario: Domenica 17.ma dell'Anno C (2024-25).
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
Tempo Ordinario: Domenica 17.ma dell'Anno C (2024-25)
Introduzione. Genesi ci propone l’efficacia della preghiera di Abramo; Gesù parla della necessità e utilità della preghiera. Colossesi della vita cristiana, che è dono di Dio, per quelli che si aprono ad accoglierlo per mezzo della fede e i sacramenti.
I - Genesi 18,20-32 - (a) Dio trattava Abramo come suo profeta (Am 3,6-7) e amico (Gn 18,16-17) e gli rivelava i suoi segreti (Gn 18,18-19); perciò gli parlò del grande clamore di protesta, che i peccati di Sodoma facevano arrivare al Cielo (20), con la richiesta del castigo (Gn 4,10). Egli mandò a Sodoma gli Angeli a informarsi (21) per decidere sul da farsi, mentre Abramo stava ancora alla presenza del Signore (22). Questi ragionò con Dio che Egli è il giudice di tutta la terra e deve praticare la giustizia (25); essa vuole che il giusto non sia trattato come l’empio (25), e che il buono sia ricompensato e il cattivo punito; perciò Dio non può sterminare il giusto con l’empio (23; cfr. 25) e sopprimere cinquanta giusti, forse presenti nella città (24). Abramo suggerì di più: E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? (24). Dio, per l'amore verso Abramo e per riguardo ai giusti e per misericordia per i peccatori, acconsentì: «Se a Sodoma troverò cinquanta giusti nell’ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo» (26). I giusti sono come i parafulmini, anche per i cattivi: Dio, per amore dei giusti, tollera con pazienza infinita i cattivi. Ringraziamo Dio per i conventi e i santi delle nostre città, protezione per tutti. (b) Abramo, felice di avere ottenuto quanto chiedeva, ma preoccupato che i giusti fossero meno di 50, propose a Dio di accontentarsi di 45 giusti (28) e poi di 40 (29), e di 30 (30), e di 20 (31) e infine di 10 (32); ricevette sempre risposta positiva: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci» (32; cfr. 28; 29; 30; 31). Abramo riconobbe dall’inizio: io… sono polvere e cenere (27); la prima (27) e la quarta volta (31) si disse cosciente di parlare con audacia (27; 31); la terza (29) e la quinta volta (32) prega Dio: Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora (30), una volta sola (32). Dio forse avrebbe accettato anche di salvare le città per un solo giusto, come fa salvando tutti i peccatori in vista dell’unico giusto, Gesù.
II - Luca 11,1-13 - 1. (a) Gesù si trovava in un luogo a pregare (1). Gesù prega spesso, ritirandosi in luoghi isolati, anche di notte, mentre gli Apostoli chiacchierano o dormono, anche quando Gesù li invita a pregare, come nel Getsemani (Mt 26,36-44); avrebbero dovuto pregare giacché lo faceva Gesù. Anche noi dobbiamo farlo ogni giorno. (b) Quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli» (1) e i Farisei ai loro. Ed egli disse loro: Quando pregate, dite (2) il Padre Nostro, dalle prime due parole, con cui Matteo l’introduce. Riflettiamo sul testo di Luca: Padre (2): nella preghiera dialoghiamo con Uno presente e che ci ama da padre col figlio; la nostra famiglia è formata da Padre e Figlio-Gesù e Spirito, Maria e Giuseppe, Angeli e Santi. Sia santificato il tuo nome (2): riconosciamoLo Santo sulla terra come Lo proclamano Angeli e Santi in cielo: Santo, santo, santo il Signore degli eserciti! (Is 6,3), e accogliamo il dono della santità, che ci comunica. Venga il tuo regno (2): esso viene se osserviamo i precetti dell'amore. Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano (3): il pane della Parola e il Corpo e Sangue di Cristo. E perdona a noi i nostri peccati,/ anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore (4): siamo peccatori e necessitiamo il perdono; siamo sicuri di averlo, se perdoniamo a chi ci fa male, usando con loro la misericordia che chiediamo a Dio. E non abbandonarci alla tentazione (4): ci conosciamo deboli nella lotta contro il diavolo, il mondo e la carne, e perciò chiediamo a Dio di sostenerci.
2. (a) Gesù racconta una parabola. Una persona si rivolge a un amico in piena notte per chiedergli in prestito tre pani per sfamare un proprio amico, arrivato a quell'ora (5-6). L'amico si rifiuta di alzarsi per darglieli, perché io e i miei bambini stiamo a letto (7) - ma è solo una scusa per coprire pigrizia ed egoismo; l'amico continua a insistere ed egli si alza e glieli dà per la sua invadenza (9). Gesù qui raccomanda l’insistenza e la perseveranza nel pregare, senza fermarci se non siamo esauditi subito: Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto (9-10). (b) Gesù introduce un altro insegnamento: la fiducia nella preghiera. Noi non ci rivolgiamo a un estraneo o a un semplice amico, che non sempre sa essere tale, o a un padre umano, pieno di limiti (11-12), ma al Padre vostro del cielo, che darà in abbondanza lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono! (13). Gesù sottolinea che il Padre Celeste è perfetto, infinitamente buono, a differenza dei padri umani, che a volte arrivano a essere cattivi, ma in genere cercano dare cose buone ai vostri figli (13). Gesù, quindi, invita a nutrire grande fiducia nella potenza della preghiera e a portarla avanti con insistenza e sicurezza della bontà di Dio Padre; sopratutto dobbiamo esporre i nostri bisogni con la fiducia di essere esauditi, perché Egli è la fonte di ogni bontà e di ogni beneficio e li dona e Si dona a chi ha il desiderio e insiste per ottenere; questo desiderio di avere Dio e i suoi doni è già un dono di Dio.
III - Colossesi 2,12-14 – (a) Paolo ci parla della situazione spirituale dei Colossesi: quando erano pagani, eravate spiritualmente morti a causa delle colpe, e della non circoncisione della vostra carne (13), cioè si abbandonavano alle tendenze cattive; questi peccati erano come una cambiale, documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era contrario (14); esso era firmato dai peccatori, conteneva scritti i peccati commessi ed era una minaccia per loro. Così siamo anche noi quando ci troviamo in situazione di peccato grave, perché siamo senza vita divina e cadaveri ambulanti; i morti non si possono fare il massaggio del cuore da se stessi, ma lo possono ricevere da altri per tentare di recuperare la vita; così solo Dio, annullando il documento scritto (14), ci può restituire la vita divina, resuscitandoci dalla nostra morte spirituale. (b) Così è avvenuto perché il Padre ci ama e ci dona il Figlio (Gv 3,16); il Figlio ci ama e si consegna alla morte per noi (Ef 5,2.25; Gal 2,20); lo Spirito ci ama e perciò opera l'Incarnazione (Lc 1,35) e sostiene Gesù in tutta la sua vita (Lc 4,1.14) e nella Passione e Morte (Eb 9,14). Il Padre ha tolto di mezzo, inchiodandolo alla croce, il documento, che contiene i nostri peccati (14) e ci perdona per i meriti di Gesù Cristo. Con lui (Cristo) siete anche risorti da Dio mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti (12). Come morte e resurrezione di Gesù diventano nostre e ci salvano? Noi crediamo nella resurrezione di Gesù (12) e alla sua opera redentrice e riceviamo i sacramenti; nel battesimo è riprodotta in noi sacramentalmente, cioè visivamente e nel segno, la morte di Gesù, la sua sepoltura (12) e resurrezione (12); con esso Dio ci perdona tutte le colpe (13) e con lui (Cristo) Dio ha dato vita divina anche a voi (12). Il perdono dei peccati e la vita divina ci vengono dati anche nella confessione e nell’unzione degli infermi e in qualche modo nella Messa. La preghiera quotidiana, la messa domenicale con la comunione, la confessione mensile – o più frequentemente, se è necessaria per rimetterci in grazia di Dio – sono mezzi insostituibili per camminare sulla via della salvezza.
EUCARESTIA. La Messa è la nostra preghiera più importante; ascoltiamo la Parola di Dio e uniamo le nostre preghiere a quelle della Chiesa e di Cristo, nostro Capo, con la certezza di essere esauditi. Preghiamo la Vergine SS. e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni di ottenerci un po’ di quella fede, speranza e carità, che essi avevano in vita. (mons. Francesco Spaduzzi)
Altri Temi: 1. Signor, insegnaci a pregare… (1). C’è chi può trovare strana la richiesta, giacché si pensa che sia così semplice chiedere aiuto. Ma la preghiera è anche adorazione, ringraziamento, richiesta di perdono dei peccati e libera espressione del nostro rapporto affettivo con Dio come Padrone e soprattutto Padre. Lo Spirito ci insegna e incoraggia a pregare (Rm 8,26-29).
2. Quando pregate, dite: “Padre” (2). Un cristiano non dimentica mai di essere creatura di Dio ma anche che Dio non solo ha voluto elevarci a un gradino superiore, ma ci ha donato una natura nuova: siamo partecipi della natura divina (2Pt 1,4), cosa incomprensibile a intelletto umano e che noi possiamo accettare solo per fede. Ma quanto è bello sapere che Dio è nostro Padre (1Gv 3,1).
3. Almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene (8). La perseveranza nella preghiera non è il nostro forte, con grave danno per noi, perché per questo motivo perdiamo molte grazie. Eppure Gesù ci ha raccomandato esplicitamente tale perseveranza e ce ne ha dato l’esempio durante la sua vita. Egli ci incoraggia alla fiducia ma anche a essere costanti.
4. Signore, io che sono polvere e cenere (27). Abramo è pienamente cosciente di essere una semplice creatura che adesso sta a contatto con il Creatore e Padrone del mondo, che ha concentrato la sua attenzione su di lui e l’ha chiamato per sua misericordia a una missione unica. Ma egli rappresenta anche l’umanità miserabile, che ha continuamente bisogno della misericordia di Dio.
5. Con Cristo sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti nella fede… (12). Cristo ha vissuto per il Padre e per noi; dobbiamo riprodurre la sua vita in noi, impresa impossibile alle nostre povere forze. Dio provvede con la sua onnipotenza ad abilitarci per mezzo della preghiera e dei sacramenti, doni di Dio alla povera umanità. (mons. Francesco Spaduzzi)