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Tempo di Natale: Natale del Signore - Vigilia

Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la  preghiera personale e l’omeliaSono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com) 

Tempo di Natale: Natale del Signore - Vigilia

I - Matteo 1,1-25 – (a) S. Matteo parla agli Ebrei e ai Cristiani, provenienti dall'ebraismo, e perciò usa il loro linguaggio per far capire il messaggio, che vuole trasmettere. Vuole dire a loro e a noi come è nato Gesù, il Messia promesso agli ebrei e da loro tanto desiderato, atteso e chiesto a Dio; egli è il discendente di Davide e di Abramo (1 Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo) nel senso che è erede delle promesse, fatte al primo circa sua dinastia regale, e di quelle fatte al secondo circa una discendenza numerosa e di re e una patria. Dio mantiene in Cristo tutte le sue promesse. Crediamo, adoriamo, lodiamo, ringraziamo, perché le promesse riguardano anche noi: noi formiamo il nuovo popolo di Dio, aperto a tutti gli uomini, che è presente in tutto il mondo e soprattutto ha come patria il paradiso. (b) Tra gli antenati di Gesù ci sono grandi peccatori, e donne straniere e peccatrici, per indicarci che tutti sono in qualche modo entrati nel piano di salvezza e quindi tutti sono chiamati alla salvezza: Gesù viene a salvare veramente tutti. Anche noi peccatori siamo chiamati a salvarci grazie a Gesù. (c) Gesù è discendente legale di Giuseppe (16) e quindi appartiene alla genealogia di Davide e Abramo; Giuseppe lo riconosce come figlio, nonostante sia concepito da Maria senza il suo intervento (25), ma per opera dello Spirito Santo (18.20). Per gli Ebrei e i Romani valeva più la paternità legale e giuridica, mentre per noi quella naturale; ma anche per noi la paternità legale dà tutti i diritti ai figli adottivi. Gesù è a tutti gli effetti legali figlio di Giuseppe e discendente di Davide e di Abramo ed erede delle promesse fatte loro, anche se nella sua genealogia ci sono tante donne straniere. Adoriamo il disegno di Dio, che per sua misericordia porta avanti la storia della salvezza secondo le sue idee, non le nostre.

 2.  Tutta la genealogia riguarda la nascita di Gesù (18 Così fu generato Gesù Cristo) e anche gli altri particolari che accompagnano il suo ingresso nel mondo. La madre di Gesù è Maria, promessa sposa a Giuseppe; prima di convivere con lui, diventa incinta per opera dello Spirito Santo (18 sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo). Giuseppe, quando si accorge dei segni della maternità, pensa di ripudiarla in modo riservato, perché ignora totalmente che cosa vuole Dio da lui circa questo bambino e lo intuisce concepito in modo straordinario; giacché è uomo giusto, non vuole esporre alla pubblica infamia Maria (19 Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto); sulla sua onestà e santità non ha nessun dubbio. Ma un Angelo di Dio gli si presenta in sogno e gli dice di non temere di prendere Maria come sposa, perché il bambino è stato concepito per opera dello Spirito (20 Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo) e lui deve fargli da padre, imponendogli il nome Gesù, che significa “Yahweh salva”, e indica la sua missione di liberatore del popolo dai suoi peccati (21 ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati). Giuseppe ha già intuito di trovarsi di fronte a un bambino straordinario, perché sa che nella discendenza di Davide deve nascere il Messia, che sarà concepito da una vergine, come ci ricorda Matteo (22-23 Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23 Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio); anche il suo nome è fuori dal comune: Emanuele, cioè Dio con noi (23 a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi). Giuseppe obbedisce in tutto all’Angelo e prende in casa sua Maria (24 Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa): essa dà alla luce il proprio bambino, sempre senza unirsi a Giuseppe (25 senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù). (a) Giuseppe è sicuro che niente di equivoco c'è nel concepimento di Gesù, ma non sa se deve assumersi la paternità del bambino: perciò pensa di defilarsi, finché Dio non gli rivela che la sua paternità legale per il bambino fa parte della sua vocazione: subito Giuseppe acconsente e obbedisce. Egli è un esempio di come dobbiamo accettare la vocazione da Dio, nonostante tutte le difficoltà esterne o interiori, che dobbiamo affrontare. L'aiuto di Dio non manca mai. (b) Il bambino Gesù ha la missione di salvare il popolo dai suoi peccati, compito esclusivo di Dio: questo ci dice che è veramente Dio, come indica il suo nome. Lo riconosciamo tale, anche se vediamo solo un bambino e nulla appare in Lui della potenza e sapienza e bontà infinita di Dio: ha bisogno delle cure di Maria e di Giuseppe. Ammiriamo la grandezza di Maria e Giuseppe, perché sono madre di Gesù e suo padre putativo e chiediamo loro di essere buoni fratelli di Gesù e docili figli loro.

II - Isaia 62,1-5 - (a) Isaia fa  parlare Dio, che dichiara il suo amore per il popolo eletto (1 Per amore di Sion … per amore di Gerusalemme ), e il suo proposito di tacere (1 non tacerò) e di stare calmo (1 non mi concederò riposo), solo quando esso vivrà secondo le leggi divine e sarà salvato (1 finché non sorga come aurora la sua giustizia e la sua salvezza non risplenda come lampada). Allora il popolo diventerà come un gioiello preziosissimo, ben custodito e protetto nelle mani di Dio (3 Sarai una magnifica corona nella mano del Signore, un diadema regale nella palma del tuo Dio). Dio amava il popolo eletto, che però era infedele a Dio e ama sempre tutti i popoli, che sono peccatori e vuole che tutti vivano secondo le sue leggi e si salvino. La stessa cosa vuole per ciascuna persona appartenente a qualsiasi popolo della terra. Egli ama ciascuno di noi e ci vuole giusti e salvi ed è lui che ce ne dà la grazia per diventarlo. Siamo sempre preziosi agli occhi di Dio, che ci ama con gioia, quando ci impegniamo a fare la sua volontà, e con sofferenza, quando rifiutiamo di farla. (b) Tutti i popoli vedranno la trasformazione del popolo ebreo da peccatore a giusto e la gloria, che Dio darà loro (2 Allora le genti vedranno la tua giustizia, tutti i re la tua gloria) e lo indicheranno con un nome nuovo nome, che Dio stesso gli attribuirà (2 sarai chiamata con un nome nuovo, che la bocca del Signore indicherà). Il suo nome precedente era “Abbandonata” (da Dio) e terra “Devastata” dagli uomini, perché in balia dei nemici (4 Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata), ma ora sarà “Mia Gioia” e “Sposata” (4 ma sarai chiamata Mia Gioia la tua terra Sposata, perché il Signore troverà in te la sua delizia e la tua terra avrà uno sposo); in effetti Dio proverà gioia per il suo popolo come lo sposo per la sposa (5 come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te) e i suoi figli abiteranno nella loro terra, come lo sposo abita con la sposa (5 Sì, come un giovane sposa una vergine, così ti sposeranno i tuoi figli). I popoli vedranno e gioiranno per il popolo eletto, e gli cambieranno il nome per la sua nuova situazione, in modo che siano sottolineate la presenza e l’opera di Dio a favore del suo popolo. Dio sarà lo sposo del suo popolo e troveranno gioia l'uno nell'altro, reciprocamente. Così Dio vuole fare con ciascuno di noi: egli ce lo rivela e fa la sua parte, donandoci Gesù, Dio e uomo e Salvatore, che ci porta il perdono dei peccati e ci fa giusti e belli e amabili ai tuoi occhi per poterci amare con gioia. Abbandoniamo il peccato e, come il figlio nelle braccia della mamma, abbandoniamoci nelle braccia di Dio.

III – Atti degli Apostoli 13,16-17.22-25 -  Paolo ad Antiochia di Pisidia si rivolse agli ebrei e ai pagani, credenti nel Dio d'Israele (16), e ricordò loro gli avvenimenti più importanti della storia della salvezza. Anzitutto sottolineò la scelta che Dio fece di Abramo, Isacco e Giacobbe (17) e la liberazione miracolosa degli ebrei della umiliazione egiziana (17); e poi la scelta di Davide come antenato del Messia. perché egli era un uomo secondo il cuore di Dio, obbediente alla Sua volontà (22 suscitò per loro Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri”); discendente di Davide fu Gesù, secondo la promessa di Dio a Davide, per salvare ebrei (23 Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù) e pagani. La venuta di Gesù fu preparata da Giovanni Battista, che predicava la necessità della conversione, espressa dal battesimo di immersione (24 Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele); Giovanni fu esplicito nel dire che non era il Messia (25 Diceva Giovanni sul finire della sua missione: Io non sono quello che voi pensate!), tanto più grande di lui (25 Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali). Gesù, che noi accogliamo col Natale, è stato atteso per secoli. Lodiamo Dio per avercelo dato; è infinitamente superiore a Giovanni e ai propri antenati, semplici uomini, e per giunta anche peccatori. Invece Lui è Dio e il nostro salvatore: tutta la storia dell'AT converge verso di lui e quella del Nuovo Testamento ha lui come punto di partenza e centro: facciamolo anche noi punto di riferimento della nostra vita.

EUCARESTIA. Ogni episodio della vita di Gesù è un mistero di salvezza.  Se immaginiamo il Natale del Signore come un fiume di benefici divini, che, una volta sgorgato, continua a fluire, la celebrazione liturgica della festa è come una nuova immersione della Chiesa e di ciascuno dei suoi figli in questo alveo salvifico e una rinnovata esperienza nell’onda purificatrice del proprio battesimo, se vi portiamo le disposizioni di fede, speranza e amore, di Maria e Giuseppe, dei Pastori e dei Magi: chiediamole per loro intercessione, perché anche noi riceviamo le stesse grazie di salvezza che ebbero loro. (mons. Francesco Spaduzzi)

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