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Tempo Ordinario: Domenica XXI dell'Anno A

Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la  preghiera e meditazione personale e l’omeliaSono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni


mons. Francesco Spaduzzi

francescospaduzzi@virgilio.it   



Tempo Ordinario: Domenica XXI dell'Anno A

I - Matteo 16,13-20 - Gesù domanda in disparte agli Apostoli che cosa la gente dice di lui (13 Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?»), quale idea si è fatta dopo aver sentito la sua predicazione e visto i miracoli e il comportamento. Gli rispondono che lo ritengono un defunto importante, tornato in questo mondo: o Giovanni Battista, ucciso da poco, o Elia o Geremia o uno dei Profeti (14 Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti»), giacché solo un morto risuscitato poteva operare miracoli come faceva Gesù (Mc 6,14); in realtà i miracoli li fa solo Dio per mezzo delle persone che Egli sceglie. Essi hanno espresso il parere degli altri; ora Gesù li invita a manifestare il proprio, quale idea loro si sono fatti di lui (15 Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?»). Pietro, (a nome di tutti o a nome personale?), proclama che egli è il Cristo, il Figlio del vero Dio (16 Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»). Dire che Gesù è il Cristo significa indicare in lui il mandato da Dio a salvare gli Ebrei, come lo era stato Mosè, Giosuè, ciascuno dei Giudici, ogni re ecc., cioè una persona scelta e inviata da Dio, dotata con qualità straordinarie e assistita in modo particolare; l’espressione “Figlio di Dio” si usava in senso generico per tutti i giusti, ma difficilmente lo potrebbe adoperare così per Gesù un Apostolo, che sta da tempo con Gesù e ha ascoltato la sua predicazione e ha visto tanti miracoli; ci troviamo di fronte a una vera professione di fede nella divinità di Gesù, specie dopo i recenti miracoli della moltiplicazione dei pani e della tempesta sedata. Presentare Gesù come Figlio di Dio, in cui credere come al Padre, è lo scopo per cui Giovanni scrive il suo Vangelo (Gv 20,30-31) e, quindi, di tutta l’attività e - specie - della predicazione della Chiesa; è il vertice della fede, alla quale arriva Tommaso una settimana dopo la resurrezione (Gv 20,28), ma anche il Ladro pentito durante la Passione (Lc 23,39-43) e il Centurione dopo la morte di Gesù (Mc 15,39). Gesù è il Figlio di Dio, in tutto uguale al Padre e allo Spirito Santo: è diventato uomo per la nostra salvezza e viene nel mondo come Cristo, cioè salvatore, maestro e modello. Anche noi uniamoci a Pietro e agli Apostoli e a tutti i Santi del Cielo e della terra per esprimere la nostra fede in Cristo come Figlio di Dio: in tutto uguale al Padre e allo Spirito Santo in quanto Dio, in tutto uguale a noi come uomo, eccetto il peccato.

2. (a) Pietro fa la professione di fede e Gesù lo dichiara benedetto da Dio un modo singolare, perché questa sua fede e la sua espressione non sono frutto dei suoi sforzi e ragionamenti (17 E Gesù gli disse: Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato) ma sono un dono di rivelazione, che il Padre gli ha fatto (17 ma il Padre mio che è nei cieli) per mezzo dello Spirito Santo. Chiediamo al Padre che conceda anche a noi di credere in Gesù allo stesso modo, abbandonandoci con la massima docilità alla guida dello Spirito Santo. (b) Gesù dice a Pietro una sua parola, in aggiunta a quella dettagli dal Padre (18 E io a te dico), che è anche una promessa per il futuro. Gesù diede già a Simone il nome di Kefa = pietra in aramaico (Gv 1,42); ora parte da questo nome per indicare che la sua funzione sarà quella di essere pietra di fondamento dell'edificio, che è la Chiesa, che Egli fonderà (18 tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa), cioè la comunità degli uomini, raccolti nella comunione del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo: tale comunità è fondata anche sulla persona di Simon Pietro e sulla sua fede. Il fondamento sarà così solido che né la morte, alla quale nulla sfugge, e neanche il diavolo, riusciranno a prevalere su di essa (18 e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa). La Chiesa è ben solida ma il diavolo potrà sempre insidiare il suo calcagno, dal quale resterà schiacciato (Gn 3,15). (c) A Pietro Gesù promette di dare i pieni poteri nella Chiesa, Regno di Dio sulla terra, e usa le due immagini delle chiavi e del legare e sciogliere: può fare da padrone chi ha in mano le chiavi di una casa o di una città (19 A te darò le chiavi del regno dei cieli): e così Pietro può ammettere nella Chiesa chi è chiamato e mettere fuori chi lo merita; legare e sciogliere è un’immagine tipicamente orientale per indicare che Pietro può dichiarare sulla terra ciò che è giusto o sbagliato, lecito o illecito, e tutto sarà ratificato in Cielo, perché Pietro deciderà solo ciò che si determina in Cielo (19 tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli). La missione di Pietro non si poteva esaurire durante la sua vita e perciò continuò e continua nei suoi successori nella sede di Roma. Ringraziamo Gesù che ha voluto così garantire l'unità dei suoi discepoli, i fedeli cattolici (1 miliardo e 300 milioni), nella fede e nella morale, che sono i fondamenti della vita cristiana e la via verso la salvezza. Purtroppo gli Ortodossi (più di mezzo miliardo) si staccarono dalla Chiesa 1000 anni fa, rifiutando proprio di riconoscere il primato di Pietro su tutta la Chiesa; sono bloccati e non hanno fatto nessun progresso nella verità e poco nell’attività missionaria; i Protestanti (ora più di mezzo miliardo) si divisero subito in molti gruppi già ai tempi di Lutero, loro fondatore, e si sono moltiplicati col passare dei secoli, perché seguono il principio che ogni fedele è ispirato dallo Spirito Santo e può interpretare la Bibbia a modo proprio: così ciascuno può farsi una fede personale secondo i propri gusti - e non secondo quello che dice veramente la S. Scrittura e la Tradizione. Noi sappiamo con somma gioia e tranquillità che tutti i milioni di cattolici condividono la stessa fede e dottrina, sono guidati dalla stessa speranza e sono animati dalla stessa carità. Adoriamo e ringraziamo l'infinita Sapienza di Dio, che ha voluto questa unità e ci ha indicato e dato i mezzi per realizzarla e conservarla. (c) Gesù raccomanda agli Apostoli di non diffondere la notizia che Egli è il Messia (20 Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo), per impedire alla gente di applicare a Lui le idee sbagliate, che circolavano sulla persona e la missione del messia. E anche noi guardiamoci da idee sbagliate sulla missione di salvezza di Gesù.

II - Isaia 22,19-23 (a) Il maggiordomo del palazzo reale o primo ministro di Gerusalemme era un certo Sebna, forse uno straniero, comunque uno venuto dal nulla, che si comportava molto male nei confronti del Popolo di Dio, cosa molto sgradita a Dio; e Dio interviene e lo punisce, preannunciandogli già che gli toglierà la carica, che esercita male  (19 Ti toglierò la carica, ti rovescerò dal tuo posto). Dio ama il suo popolo e tutti gli uomini e vuole che chi accetta o da Dio o dal popolo una carica la eserciti con amore e spirito di servizio a vantaggio del popolo. La stessa cosa vale – e molto di più - per i pastori del Popolo di Dio. (b) Al posto di Sebna Dio chiamerà Eliakim, appartenente al popolo di Dio e obbediente (20 In quel giorno avverrà che io chiamerò il mio servo Eliakìm, figlio di Chelkia), che rivestirà delle due insegne della carica: la veste e la cintura (21 lo rivestirò con la tua tunica, lo cingerò della tua cintura) e gliene darà il potere corrispondente (21 e metterò il tuo potere nelle sue mani); esso sarà un potere assoluto e totale (22 Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide: se egli apre, nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire), e anche solido (23 Lo conficcherò come un piolo in luogo solido), che procurerà prestigio al suo casato (23 e sarà un trono di gloria per la casa di suo padre); egli lo eserciterà nei confronti del popolo di Dio come un padre con i figli (21 Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme e per il casato di Giuda), riflesso e immagine della paternità di Dio con i suoi fedeli. Così Dio vuole che sia esercitata l'autorità spirituale e politica e amministrativa da parte dei responsabili nei confronti di altri uomini. Quelli che hanno incarichi, compresi noi pastori, abbiamo di che esaminarci e correggerci, giacché il popolo appartiene a Dio e noi siamo chiamati a servirlo con sentimenti di padri verso i figli, senza paternalismo e autoritarismo e senza debolezze e impazienze. Gesù solo due volte mostrò il suo sdegno: quando cacciò i rivenditori dal Tempio (Gv 2,13ss) e quando volle fare il miracolo di guarire la mano del paralitico (Mc 3,5), contro la volontà dei farisei, distorsori della Legge di Dio.

III - Romani 11,33-36 - Dio è infinito in tutto; tale appare anche nella ricchezza delle sue soluzioni e nella sua infinita sapienza e scienza (33 O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio!). Ogni creatura è sempre piccolissima davanti a Dio e per l’uomo si rivelano inscrutabili suoi giudizi e incomprensibili le sue vie (33 Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!). Nessuna creatura angelica o umana ha mai potuto conoscere tutto il pensiero di Dio o gli ha potuto fare da consigliere (34 Infatti, chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore?/ O chi mai è stato suo consigliere?); nessuno può dire di aver dato qualcosa a Dio e che Questi sia in dovere di contraccambiarlo (35 O chi gli ha dato qualcosa per primo/ tanto da riceverne il contraccambio?); tutto ciò che l’uomo ha è dono di Dio: Egli ha creato tutte le cose, tutto egli conserva nell'esistenza ed egli è il fine di tutte le creature (36 Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose); e quindi solo a lui si deve gloria e onore (36 A lui la gloria nei secoli. Amen), cioè dobbiamo conoscerlo e amarlo e servirlo e farlo conoscere e amare e servire e così consentirgli di salvare noi e il nostro prossimo. Dio è nostro Padre, Cristo è il nostro fratello e capo del Corpo Mistico, lo Spirito è amico e dimora in noi: dobbiamo alimentare in noi al massimo la confidenza e familiarità con Lui, pur non dimenticando mai che Padre Figlio e Spirito Santo sono l'unico Dio, infinitamente grande, di fronte al quale siamo una nullità: da Lui dipendiamo nell'esistenza e nell'agire. 

EUCARESTIA. La Messa è ringraziamento per tutte le grazie che Dio ci ha fatte, a incominciare dal dono dei doni che sono Gesù e lo Spirito Santo - e oggi ci viene ricordato anche il dono del primato di Pietro. Entrambi ci vengono ancora offerti nella Parola e nel Pane e Vino consacrati. Adoriamo Dio, ringraziamolo, supplichiamolo per i meriti di Maria e Giuseppe, degli Angeli Custodi e dei Santi Patroni, che ci dia di valorizzare i suoi doni nella nostra vita  

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