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Tempo Ordinario: Domenica XX dell’Anno A

Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la  preghiera e meditazione personale e l’omeliaSono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni


mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@virgilio.it 

 

I - Matteo 15,21-28 – 1. Gesù lascia la Galilea (21 Partito di là), regione in cui convivevano Ebrei e Pagani - e perciò veniva chiamata Galilea delle genti – e si trasferisce più a nord, nella Fenicia (21 Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone), territorio abitato solo da Pagani; ci va per portare la luce del Vangelo anche a loro. Una cananea, che doveva sapere dei miracoli di Gesù, si rivolge a lui gridando le sue sofferenze (22 Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare), che le venivano dal vedere la figlia tormentata dal diavolo (22 Mia figlia è molto tormentata da un demonio); gli chiede pietà per se stessa, invocandolo coi titoli di Signore e Figlio di Davide (22 Pietà di me, Signore, figlio di Davide!), riconoscendolo quindi Dio e Messia. Anche fuori della Palestina è già arrivata la fama dei miracoli di Gesù, la quale lo precede e rende più aperto il cuore dell'uomo ad accettare il suo insegnamento. I miracoli da soli, non provocano necessariamente la fede - basta pensare al rifiuto degli avversari di Gesù di credere in Lui, nonostante i tanti miracoli che avevano visto e che riconoscevano come tali - ma aprono la strada  alla fede nel cuore delle persone, che non sono maldisposte e non hanno pregiudizi, come avviene con questa donna. Meditiamo i miracoli di Gesù e non sfuggano alla nostra attenzione i quelli dei secoli passati, specialmente quelli che la Chiesa continua a riconoscere, man mano che avvengono. Non può restare indifferente chi legge quelle relazioni, stese con grande rigore scientifico: non si può assolutamente negare che Dio sia intervenuto. (b) Gesù non risponde niente alla donna che lo prega (23 Ma egli non le rivolse neppure una parola), e lei continua a gridare la sua preghiera; intervengono gli Apostoli presso Gesù a riferirgli la situazione e a supplicarlo di esaudirla, perché non ce la fanno più a sopportare le sue grida (23 Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!»). Ma Gesù oppone un netto rifiuto e ne spiega il motivo: egli è stato mandato dal Padre a fare apostolato per recuperare gli Ebrei, che si sono allontanati da Dio (24 Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele»). Quando Gesù entra in una casa, la donna gli si accosta e gli chiede di aiutarla, esaudendola (25 Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!»). Gesù dà un terzo rifiuto, portando come ragione che non si prende il cibo dei figli (gli Ebrei) per darlo ai cagnolini (i pagani) (26 Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini»), addolcendo col diminutivo la parola “cane”, che veniva sentita come offensiva. Ma la donna soffre troppo per la figlia e desidera intensamente il miracolo, e insiste ancora, facendogli notare quello che tutti osservano: anche i cagnolini mangiano qualcosa dalla mensa dei padroni, che distrattamente o volutamente lasciano cadere le briciole (27«È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni»). Ammiriamo l'insistenza della donna nella sua preghiera, nonostante il triplice rifiuto di Gesù, ma anche l'intensità della preghiera, che si esprime nelle sue grida, e la sua durata, nonostante i tentativi della gente di farla desistere, l'apparente inutilità delle sue ripetute suppliche, e la freddezza che sembra avere Gesù nei suoi confronti. Contempliamo, ammiriamo, ma anche imitiamo questa donna nella nostra preghiera.

2. (a) Gesù rivela la sua ammirazione per la fede della donna e l’accontenta, liberandone la figlia dal demonio (28 Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita) La donna non aveva nessuna possibilità di ottenere la guarigione della figlia, perché la missione di Gesù era limitata agli Ebrei (24) ed egli era pienamente ubbidiente al Padre; ma la compassione di Gesù e la fede della donna (28) - la fede, che è dono di Gesù alla donna – si incontrano e avviene il miracolo. E’ l'amore di Gesù che realizza tutto: lui prova compassione, dà la fede alla donna e la fiducia nella preghiera insistente, che Gesù raccomanda altrove (Mt 7,7; Lc 11,9; cfr. Gv 16,24). (b) Pensiamo a un altro miracolo, che ha particolari in comune con questo: le nozze di Cana (Gv 1,1-12). Erano quasi nulle le possibilità di Maria di ottenere da Gesù il miracolo, perché non era giunta l'ora di Gesù; Egli lo rifiuta perché obbedisce al Padre e solo a Lui, ma Maria sa che può contare sulla sensibilità e compassione di Gesù per i bisognosi e sul suo amore unico per lei; quando i servi si presentano a Gesù, egli opera il miracolo. Nel miracolo delle nozze di Cana e della Cananea ci sono due elementi comuni: la fede intensa e la preghiera insistente delle due Madri (la Madre di Gesù e degli uomini e la madre cananea) e l’anticipazione dell’ora; nelle nozze anticipa la propria ora e con la cananea anticipa l'ora per i pagani. Gesù proclama la grandezza della fede della donna – come Elisabetta la fede di Maria (Lc1,45) -. I miracoli, li fa Gesù, ma normalmente egli mette come condizione la fede della persona, che chiede il miracolo per sé o per gli altri, e la preghiera ardente. Se noi non otteniamo miracoli, ciò si deve al fatto che non c'è adeguata fede da parte nostra e la nostra preghiera non è fiduciosa e costante. Domandiamoci: Gesù ha una disponibilità particolare per le preghiere delle madri?

 II - Isaia 56 1.6-7 - Dio per mezzo del profeta Isaia annuncia (1 Così dice il Signore) a tutti gli Ebrei e ai non Ebrei che Egli sta per venire e per manifestarsi come Salvatore e come Giusto (1 perché la mia salvezza sta per venire, la mia giustizia sta per rivelarsi) e perciò bisogna osservare la Legge di Dio, vivendo da persone giuste (1 Osservate il diritto e praticate la giustizia). Una Parola particolare è rivolta ai non ebrei, che hanno creduto nell'unico vero Dio, cioè a Yahweh, e han deciso di aderire a lui (6 Gli stranieri, che hanno aderito al Signore) e lo vogliono amare (6 e per amare il nome del Signore) e vogliono obbedire alla sua volontà (6 per servirlo,… e per essere suoi servi) secondo l'alleanza, che Dio fece con gli ebrei al Sinai (6 e restano fermi nella mia alleanza), e in particolare rispettano il sabato (6 quanti si guardano dal profanare il sabato). A costoro Dio promette di accompagnarli al suo Monte Santo (7 li condurrò sul mio monte santo), dove sta il Tempio di Gerusalemme, che è la sua casa di preghiera (7 nella mia casa di preghiera), che sarà casa di preghiera non solo degli ebrei ma di tutti gli uomini (7 perché la mia casa si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli). Qui i popoli convertiti presenteranno se stessi a Dio in sacrificio gradito a lui (7 I loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare) e saranno colmati di gioia (7 e li colmerò di gioia). Questa profezia si è realizzata per noi, perché noi siamo pagani convertiti a Dio; vogliamo conoscerlo sempre meglio, amarlo più intensamente e servirlo con maggiore fedeltà; vogliamo osservare l'alleanza nuova ed eterna, che Dio ha stipulata con noi nel sangue di Gesù Cristo e osservare i dieci comandamenti, che si riducono ai due precetti dell'amore; vogliamo in particolare venire ogni domenica a messa a offrire il sacrificio di Gesù - e il nostro insieme al Suo, che è sempre gradito a Dio -; qui vogliamo pregare per essere esauditi: Dio in ogni caso ci colmerà di gioia.

III - Romani 11,13-15.29-32 - I pagani vivevano dei ribelli a Dio, disobbedendo alla sua legge (30 Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio) e quindi per essere salvati avevano bisogno della misericordia di Dio (32 Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!). Gli ebrei non erano mai stati un modello di obbedienza a Dio, ma si comportano ancora peggio, quando rifiutano la salvezza, offerta da Dio per mezzo di Cristo (29 a motivo della loro disobbedienza; 31 così anch’essi ora sono diventati disobbedienti; 32 Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza). Il loro rifiuto del Vangelo ha dato l’opportunità che esso fosse presentato ai pagani, i quali così hanno ottenuto misericordia in occasione della disobbedienza (30 e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza). Paolo si impegna molto nell’annuncio del Vangelo ai pagani (13 A voi, genti, ecco che cosa dico: come apostolo delle genti, io faccio onore al mio ministero), perché spera di provocare la gelosia degli Ebrei e così attirarli alla conversione a Cristo (14 nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di salvarne alcuni). In effetti Dio non sottrae mai al popolo ebreo i suoi doni e la chiamata alla salvezza; essi sono irrevocabili (29 infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!). Dio li amava e continua ad amarli e opera per salvarli. Quando essi si sono rifiutati di aderire a Cristo e Dio ne ha preso atto, il Vangelo e la salvezza sono stati predicati ai pagani e c’è stato lo splendido risultato della riconciliazione di questi con Dio (15 Se infatti il loro essere rifiutati è stata una riconciliazione del mondo); il loro futuro ritorno alla grazia di Dio sarà paragonabile a una resurrezione dei morti (15 che cosa sarà la loro riammissione se non una vita dai morti?). Dio userà misericordia con tutti perché tutti sono stati disobbedienti a lui e quindi tutti ne hanno bisogno per salvarsi (32). L'amore di Paolo per gli Ebrei non è solo l'amore naturale per i connazionali, ma è anche e soprattutto e specialmente il riflesso dell'amore, che Dio ha per gli Ebrei in quanto popolo prediletto da Dio: egli, che ha salvato i pagani approfittando della disobbedienza degli ebrei, salverà anche gli ebrei, perché i pagani erano stati disobbedienti (31 a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia). Se pensiamo a quanto ha patito Gesù per l’amore verso di noi e per darci la salvezza, non ci meraviglieremo dell'amore di San Paolo o degli altri Santi per le anime: non possiamo non restarne impressionati. E dovrebbe sorgere spontaneo in noi la domanda: quanto grande è il mio amore per il prossimo? Mi preoccupo della sua salvezza, a incominciare dalle persone intorno a me? Che cosa faccio concretamente per salvare gli altri?

EUCARESTIA. La Messa è la preghiera principale di noi cristiani, perché preghiamo insieme coi fratelli e come membra del Corpo di Cristo, nostro Capo, presente in modo speciale mentre offre il sacrificio di se stesso al Padre. E’ il momento migliore per presentare le nostre suppliche, ottenere misericordia ed essere esauditi. Allora uniamo le nostre preghiere anche alla Chiesa trionfante, in particolare alla Vergine Maria e a S. Giuseppe, agli Angeli Custodi e ai Santi Patroni.  

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