Assunzione della beata Vergine Maria
Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la preghiera e meditazione personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni
mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@virgilio.it
Assunzione della beata Vergine Maria (Messe del Vigilia e del Giorno)
I - Lc 1,39-56; 11,27-28 - (a) Possiamo ascoltare i Vangeli delle due Messe della Vigilia e del Giorno della Festa come una risposta alla domanda: “Che cosa ha fatto Maria per meritare la gloria dell’Assunzione al Cielo?”. Per Assunzione della Vergine intendiamo la trasformazione del suo corpo in modo che da mortale diventi immortale con tutte le caratteristiche del corpo glorioso (impassibilità, sottigliezza o spiritualità, agilità e chiarezza) e il suo trasferimento al Cielo. Nel paradiso terrestre c’erano Adamo ed Eva e vivevano con doni straordinari avuti da Dio, tra i quali anche l’immortalità: sarebbero passati dalla vita mortale all’eternità con la trasformazione del loro corpo da mortale a immortale senza fare l’esperienza della morte. Essi disobbedirono a Dio col risultato terribile dell’ingresso della morte spirituale del peccato nel mondo – e della perdita della vita divina - e anche della morte fisica dei singoli uomini. Così andarono le cose fino alla venuta di Cristo, che, con la sua obbedienza piena al Padre in tutta la sua vita, ci ha liberati dalla morte spirituale del peccato e ci ha riottenuto la vita divina. Gesù ha fatto sempre la volontà del Padre in modo perfetto ed è proprio venuto per questo, come tante volte egli dichiara sia nella prima Parola, che gli viene attribuita in Eb 10,7, appena concepito, sia nella sua prima Parola, riportata dai Vangeli (Lc 2,49), sia nella penultima, che troviamo nei medesimi (Gv 19,28-30). Ora anche Maria ha fatto sempre la volontà di Dio: quando essa risponde all’Angelo: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38) non fa che esprimere con le parole ciò che aveva fatto fino a quel momento e avrebbe continuato a fare nel resto della sua vita. Una donna, entusiasta per le Parole che ascolta da Gesù (27 Mentre diceva questo, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse), con linguaggio tipicamente orientale vuole glorificare Gesù e perciò ne esalta la madre: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!» (27); ma Gesù proclama che in realtà sono beati quelli ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica (28 Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!»); Maria è proprio colei che più e meglio di ogni altra creatura ha ascoltato con docilità e messo in pratica con fedeltà ogni Parola, che è uscita dalla bocca di Dio nell’AT e di Gesù nel NT. Nel Vangelo ci vengono date altre indicazioni su come Maria praticava la volontà di Dio. Per amore a Dio e agli uomini accetta di diventare la Madre del Dio (Lc 1,38), che diventa uomo, e che vien per salvare l’umanità fra immense sofferenze, che Lei sa che deve condividere per collaborare col Figlio nella sua opera redentrice. (b) E inizia subito la sua collaborazione con Gesù per la salvezza dell’umanità, praticando tutte le virtù. Pratica la fede nella Parola di Dio ed Elisabetta, piena di Spirito Santo, la loda per questo: E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto (45); ha creduto anche alla maternità miracolosa di Elisabetta (Lc 1,36-37) ed esprime nel Magnificat la visione di fede, che lei ha della storia umana (51-53) e della storia del popolo eletto (54-55), in quanto nulla sfugge all’occhio vigile di Dio e alla sua Provvidenza divina. Maria pratica la carità: appena ha avuto la notizia della maternità di Elisabetta, ormai vecchia e cagionevole di salute, in fretta va a casa sua per aiutarla (39) e la serve per tre mesi (56); è lei che saluta per prima (40) e attraverso il suo saluto cade una pioggia di grazie sulla famiglia visitata: Giovanni Battista esulta per la vicinanza di Gesù e per il dono dello Spirito e per la santificazione nel grembo materno (41.44); Elisabetta è colmata di Spirito Santo e profetizza (42-45), proclamando la grandezza del Bambino concepito da Maria (42) e quella di Maria per la sua maternità divina (43). Pratica la gratitudine, ringraziando Dio per i grandi doni a Lei fatti (49); è umile perché riconosce la sua piccolezza e afferma che tutto le viene dalla misericordia di Dio (46-48.54) e che da Lui verrà se tutti la esalteranno (48). Con la sua visita a Elisabetta, Maria ha incominciato a portare Gesù all’umanità, come farà nelle nozze di Cana (Gv 2,1-12). La ragione di fondo è che Maria è la Madre di Gesù ma anche nostra Madre, come Gesù la proclamerà sul Calvario (Gv 19,26-27). Anche noi siamo chiamati a vivere come figli di Dio e redenti da Cristo e santificati dallo Spirito. Come lei dobbiamo aver fede, carità, gratitudine, umiltà per vivere e morire nell’amicizia col Signore e aprirci la strada alla resurrezione gloriosa alla fine del mondo.
II - 1Cronache 15,3-4.15-16; 16,1-2; Apocalisse 11,19a; 12,1-6a.10ab – (a) Già nel Vangelo della Visitazione Maria appare come l’Arca dell’Alleanza, che, dovunque arrivava, portava salvezza e gioia (1Cr 13,14): essa era per gli Ebrei il trono, su cui Dio sedeva e dove incontrava il suo Popolo per parlargli e ascoltarne le preghiere. L'Arca era una cassa di legno incorruttibile, ricoperta d'oro, che conteneva le Tavole della Legge, che erano le condizioni dell'Alleanza tra Dio e gli Ebrei. Maria è presentata come l'Arca della nuova Alleanza, perché lei è il trono del Signore Gesù, che è l'Alleanza nuova nella sua persona, perché nel suo sangue è istituita la nuova ed eterna Alleanza, fondata sull'amore: dove arriva, Maria porta Gesù e lì vengono offerte la salvezza e la gioia come avviene per la famiglia di Elisabetta e sempre. Nel Libro delle Cronache si racconta il trasferimento festante (16) dell'Arca nella Gerusalemme terrestre (15,3; 16,1); così Maria, trono di Dio e della nuova Alleanza, è trasferita in Cielo, la Gerusalemme celeste, per mezzo dell'Assunzione trionfale e con somma gioia della Trinità e degli Angeli e dei Santi, che l’accolgono in Paradiso; ma anche i credenti sulla terra provano gioia, perché vedono glorificata la Madre del Signore e loro Madre e vedono realizzata in lei la salvezza completa, compresa la resurrezione della carne, che i fedeli avranno in dono solo alla fine del mondo. Questa gioia esprimiamo noi partecipando oggi all’Eucarestia, che rende presente Gesù, Mediatore della nuova Alleanza, e il suo sacrificio, nel quale si rinnova l’alleanza. (b) Giovanni nell’Apocalisse vede in Cielo l’Arca dell’Alleanza, simbolo di Maria; si tratta dell'Arca originale, di cui quella terrestre era solo una copia. E di Maria, ormai in cielo, Giovanni rivede in simbolo e sinteticamente la vicenda terrestre passata e intravede la storia futura dei suoi figli, i credenti. Maria è tutta luce (1) perché illuminata dal sole, che è Gesù, Dio e uomo, di cui è incinta (2) e che sta per dare al mondo: essa partorisce il Bambino, che è il Messia Salvatore e re (5). Al parto accorre Satana, che ha rovinato un terzo degli Angeli (4) e vorrebbe ammazzare il Bambino prima che cresca (4; cfr il tentativo di Erode), per impedirgli di realizzare la redenzione dell’umanità. Ma il Messia compie la sua missione e va in cielo con l’Ascensione (5). La Donna, che è Maria, ma comprende anche i suoi figli redenti e rappresenta la Chiesa, resta sulla Terra, per continuare la missione di Gesù, godendo della protezione speciale di Dio contro le insidie del diavolo (6). Ma l’opera della salvezza ormai è compiuta e sarà portata avanti fino alla fine dei secoli (10). Contempliamo e ammiriamo Maria nella sua maternità divina e nell’esercizio della sua maternità nei confronti di tutti gli uomini e ringraziamola. Rinnoviamo la nostra fede nella protezione di Dio per la Chiesa.
III - 1Cor 15,30-27a.54b-57 - Il mistero che celebriamo non è la morte di Maria, ma la trasformazione del suo corpo da mortale in immortale, come è avvenuto di Gesù al momento della sua resurrezione. Non è una verità di fede che Maria sia morta, ma è molto probabile che ciò sia avvenuto perché si ritiene che Dio vuole Maria in tutto simile a Gesù: essa condivise tutto con Gesù e quindi anche la morte oltre che la resurrezione. Gesù, innocente senza peccato originale e personale, è morto per salvare i peccatori; Maria è morta innocente senza peccato originale e personale. La Morte (personificata) entrò nel mondo per il peccato di Adamo (21 Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte); e così tutti moriamo per quel peccato (22 Come infatti in Adamo tutti muoiono). La Morte è come un insetto, che ha il pungiglione che dà la morte (55 Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?/); il suo pungiglione mortifero è il peccato (56 Il pungiglione della morte è il peccato), che dà la morte spirituale subito e la morte fisica poi. Chi ci libererà dal peccato? E’ Gesù, mandato dal Padre per espiare i nostri peccati per mezzo della sua vita e morte e per darci la vita divina (22 così in Cristo tutti riceveranno la vita): con la sua resurrezione darà la vita anche ai nostri corpi mortali (21 per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti) e di questo Paolo ringrazia Dio, che ci dà la vittoria sul peccato e sulla morte e la vita eterna per mezzo di Gesù (57 Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!). Così l'ordine della resurrezione dei corpi è questo: prima Cristo (20 Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti; 23 Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia); poi Maria che è associata alla vita e all'opera redentrice di Gesù; e poi tutti gli uomini alla seconda venuta di Cristo, quelli che appartengono a Cristo (23 poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo). Allora Cristo, che ormai avrà riportato la vittoria su tutti i nemici (24 dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza) e avrà tutto sotto il suo dominio (25 È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi; 26 perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi), persino la morte (26 L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte; 54-55 Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d’incorruttibilità e questo corpo mortale d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata inghiottita nella vittoria./ 55 Dov’è, o morte, la tua vittoria?), consegnerà il suo regno, quello che lui ha conquistato, al Padre, che lo mandò per questo, e allora sarà la fine di questo mondo (24 Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre). Risorti sono già Gesù e Maria - e forse S. Giuseppe -; un giorno risorgeremo anche noi con la resurrezione gloriosa se moriamo nell’amicizia col Signore: tutta l’opera della salvezza è voluta da Dio Padre e realizzata da Gesù e portata avanti dallo Spirito Santo in Maria e in noi per darci la vita divina e la resurrezione gloriosa del corpo.
EUCARESTIA. Nella Messa rendiamo presente Gesù, Mediatore della nuova ed eterna Alleanza, e il suo sacrificio; in essa Dio rinnova l’alleanza con ciascuno di noi: noi ci impegniamo a fare la sua volontà, espressa dalla Parola, seguendo l’esempio e sostenuti dall’aiuto di Gesù e Maria, e Dio ci dà già la grazia divina e ci promette la resurrezione. Preghiamo Maria e Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni, che ci accompagnino sempre nel cammino della vita e giungere alla meta celeste.