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Tempo Pasquale: Domenica VI dell'Anno A

Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la  preghiera e meditazione personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@virgilio.it


I - Giovanni 14,13-21 – 1. Gesù, quando era presente in questo mondo, agiva direttamente nella mente e nel cuore dei discepoli e dei suoi contemporanei, e otteneva i frutti, che tenevano conto della libertà e della collaborazione di ciascuno alle sue ispirazioni. Prima di lasciare questo mondo, avverte gli Apostoli che il mondo non lo vedrà più (19 Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più) e che comunque egli non li lascerà senza una figura paterna (18 Non vi lascerò orfani), perché verrà lui stesso (18 verrò da voi) con tanti modi di presenza (ben 7!) e manderà lo Spirito Santo. In effetti, dopo che è passato da questo mondo al Padre (Gv 13,1), per mezzo della Passione e Morte e della Risurrezione e Ascensione, siede alla destra del Padre e prega per i suoi discepoli (16 e io pregherò il Padre; cfr. Rm 8,34 e Eb 7,25); ottiene per sé lo Spirito Santo dal Padre e insieme lo effondono sui discepoli (16; ed egli vi darà un altro Paraclito; At 2,33). Lo Spirito continua la missione di Gesù (Gv 20,21-23), di far conoscere agli uomini la verità su Dio e sulle creature (17 lo Spirito della verità) e di infondere l'amore di Dio nei loro cuori (Rm 5,5). Lo Spirito viene per stare per sempre con i discepoli (16 perché rimanga con voi per sempre) e anzi per stare dentro di loro (17 perché egli rimane presso di voi e sarà in voi). Essi conoscono bene lo Spirito (17 Voi lo conoscete), a differenza del mondo, che ha rifiutato di aprire mente e cuore a Gesù, e perciò non conosce lo Spirito e non lo ama, non lo vede e non lo riceve (17 lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce). In particolare lo Spirito ci fa capire la manifestazione che Gesù fa di se stesso (21 mi manifesterò a lui), perché ha bisogno di essere conosciuto dai singoli discepoli, affinché lo amino di più; egli mostra Gesù ai discepoli per mezzo della fede (19 voi invece mi vedrete), lo fa sperimentare nei vari segni della sua presenza, e opera perché, come Gesù vive della vita del Padre (19 perché io vivo cfr 5,26 e 6,57), così anch’essi vivano della vita di Gesù  (19 e voi vivrete; cfr 3,16; 5,25; 6,51-58); inoltre rivelerà che Gesù è nel Padre (20 In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio) e il Padre in lui (Gv 14,10: Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?) e anche la mutua immanenza di Gesù nei discepoli e dei discepoli in Gesù (20 e voi in me e io in voi). Lo Spirito non li farà sentire soli perché capiranno che l'assenza di Gesù è solo sul piano della visibilità - non è vera assenza -, perché Egli rimane con loro; non solo verrà alla fine della vita e del mondo, ma viene continuamente (18) nei vari segni della sua presenza. Attività dello Spirito Santo è di infondere la verità nella mente (intelligenza): egli perciò è lo Spirito di verità (17). Lo Spirito fa conoscere Dio, Padre e Figlio e Spirito, e il mondo soprannaturale in genere e aiuta anche a capire meglio tutte le creature grazie ai doni della sapienza, intelletto, consiglio e scienza. In particolare ci porta alla conoscenza intima di Gesù, che deve essere il punto di riferimento della nostra vita. Chiediamo allo Spirito all’inizio della nostra preghiera e di ogni nostra azione che venga in noi e ci guidi a capire bene e a fare tutto bene, sotto la sua guida.

2. L'altra attività dello Spirito Santo è di infondere l'amore di Dio nel cuore (volontà) del discepolo (Rm 5,5). Questo amore che Dio Padre (21 sarà amato dal Padre mio; 3,16; 16,27) e Dio Figlio (21 e anch’io lo amerò; Ef 5,2.25; Gal 2,20) e Dio Spirito (Rm 15,30: l’amore dello Spirito) ha per noi, ci riempie di gioia, perché non c'è felicità più grande dell’amare e sentirsi amati da Dio in particolare - e possibilmente anche dal prossimo - e ciò ci dispone ad amare Dio Padre e Figlio e Spirito (21 Chi ama me) e il prossimo. E’ lo Spirito che mette nel nostro cuore i suoi doni (fortezza, pietà, timor di Dio) e i suoi frutti (Gal 5,22), e innanzitutto l'amore, per cui diventiamo capaci amare Gesù (21) col Padre e lo Spirito e di osservare i comandamenti di Dio (Es 20,2-17; Dt 5,6-21) e di Gesù (15 Se mi amate, osserverete i miei comandamenti) e questa osservanza è il segno che veramente amiamo Gesù, a prescindere dalle sensazioni che noi abbiamo (21 Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama); la conoscenza e l’amore di Dio rende possibile la connaturalità fra noi e Dio, fra noi e ciascuna Persona della Trinità (19 io vivo e voi vivete), e quindi una comunione vitale sempre più profonda grazie alla fede (17 Voi lo conoscete; 18 verrò a voi; 19 mi vedrete; 20 saprete; 21 mi manifesterò) e alla carità (15 mi amate; 21 mi ama… ama me… amato dl Padre…lo amerò). Allora i comandamenti ci sembreranno facilissimi da osservare, perché saremo trasportati sulle ali dell'amore, che rende possibile l'impossibile, facile il difficile, semplice il complicato. Chiediamo che, come Maria e Giuseppe hanno fatto per primi queste esperienze in una donazione totale a Dio, così ci ottengano di farle anche noi.

2II - Atti degli Apostoli 8,5-8.14-17 – (a) Con la persecuzione contro i cristiani, che scoppiò a Gerusalemme dopo l'assassinio di Stefano da parte dei capi ebrei, i discepoli si dispersero per la Giudea e fuori. Uno dei sette Diaconi andò in una città della Samaria e vi predicò Gesù come il Messia (5 Filippo, sceso in una città della Samaria, predicava loro il Cristo) e la gente in massa prestava molta attenzione, restando incantata per la sua Parola e per i miracoli, che Dio operava per mezzo suo (6 E le folle, unanimi, prestavano attenzione alle parole di Filippo, sentendolo parlare e vedendo i segni che egli compiva): liberava molti ossessi dai diavoli e guariva gli ammalati (7 Infatti da molti indemoniati uscivano spiriti impuri, emettendo alte grida, e molti paralitici e storpi furono guariti). In quella città tantissima fu la gioia (8 E vi fu grande gioia in quella città) e a quelli che aderirono con la fede alla Parola di Dio Filippo diede il battesimo nel nome di Gesù (16 ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù). Per coloro che sono amati da Dio tutto coopera al bene (cfr. Rm 8,28), anche la persecuzione: i cristiani si disperdono fuori di Gerusalemme e portano il Vangelo ai popoli del Mediterraneo Orientale; e così ci sono tanti salvati. Dio si serve di tutto per il bene dei suoi fedeli e della sua Chiesa, se e nella misura in cui questi si affidano a lui. (b) Gli Apostoli furono informati che la Samaria aveva accolto la Parola di Dio e la fede in Gesù e mandarono Pietro e Giovanni per una verifica (14 Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samaria aveva accolto la parola di Dio e inviarono a loro Pietro e Giovanni). Questi Apostoli completarono l'iniziazione cristiana dei Samaritani convertiti: Filippo, che era solo diacono, aveva dato loro il battesimo, ma non lo Spirito Santo, che non era infatti ancora disceso sopra nessuno di loro (16); gli Apostoli diedero loro anche la cresima o confermazione con l'imposizione delle mani, che dava loro il dono dello Spirito (15 Essi scesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo), e l'Eucaristia. Ed effettivamente con l'imposizione delle mani ricevettero il dono dello Spirito (17 Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo), che è il dono indispensabile per vivere la vita cristiana come appare dal Vangelo. Nel battesimo lo Spirito ci rende figli di Dio bambini; nella cresima egli ci rende figli adulti di Dio; come l’adulto ha ricevuto la vita e la trasmette, così il cristiano maturo è colui che ha ricevuto la fede e la vita divina e si impegna con l’apostolato sotto la guida dello Spirito a trasmetterla agli altri, che non l’hanno ancora. Riceviamo la cresima, se non l’abbiamo ricevuta, e facciamo l’apostolato, perché il Vangelo cammina anche con la nostra collaborazione.

 III - 1Pietro 3,15-18 - Gesù è il Signore (15 adorate il Signore, Cristo); è vero Dio, oltre che vero uomo, con un corpo come il nostro soggetto alla morte; e in effetti fu ucciso (18 perché anche Cristo è morto… messo a morte nel corpo);  subì la morte una volta per sempre per espiare i peccati degli uomini (18 una volta per sempre per i peccati), lui che era innocente a vantaggio dei peccatori (18 giusto per gli ingiusti), a favore loro, al loro posto; ma Dio lo risuscitò per opera dello Spirito Santo (18 ma reso vivo nello spirito), e in questo modo siamo stati riportati a Dio (18 per ricondurvi a Dio). Da parte nostra noi dobbiamo credere in Cristo e riporre la nostra speranza in lui (15 della speranza che è in voi); dobbiamo adorarlo nel nostro cuore (15 adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori), nel quale egli abita col Padre e lo Spirito Santo; dobbiamo sopportare con pazienza le sofferenze della persecuzione, che Dio permette, nonostante operiamo il bene (17 Se questa infatti è la volontà di Dio, è meglio soffrire operando il bene che facendo il male); dobbiamo anche presentare ai non credenti le ragioni della nostra fede e speranza (15 pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza), con dolcezza e rispetto (15 Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto), e con onestà di vita per confondere e smascherare quelli che dicono male di noi, raccontando frottole (16 con una retta coscienza, perché, nel momento stesso in cui si parla male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo). Questo scriveva Pietro 20 secoli fa e vale ancora oggi per noi. Adoriamo Cristo presente in noi, sorgente di vita divina e quindi anche di quelle virtù cristiane necessarie per vivere bene in tempo di pace e in tempi difficili, quando siamo avversati e combattuti, cercando la nostra forza solo in Lui, che resta per noi l’unico punto di riferimento sicuro.

EUCARESTIA. Qui incontriamo Cristo morto e risorto, sorgente di vita divina e di ogni energia di cui abbisogniamo per vivere da autentici suoi discepoli e apostoli. Chiediamo alla Vergine SS. e a S. Giuseppe, ai nostri Angeli Custodi e Santi Patroni, di nutrirci di Cristo e di trasmetterlo agli altri. (mons. Francesco Spaduzzi)


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