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Il calcio che ci piace

È finita un’altra stagione calcistica e l’esito è stato fedele al pronostico.
I rapporti di forza fra i club in Italia non sono mutati, così come non sono cambiati quelli in Europa.
In Italia dapprima Juve, poi il Napoli e, quindi, tutti quanti gli altri più o meno nello stesso ordine di classifica dell’anno precedente, mentre in Europa si è confermato il primato delle squadre inglesi approdate alle finali, seguite dalle Spagnole che si sono fermate alle semifinali di Champions ed Europa League.
È ovvio che i cicli, quando si aprono, tendono a durare per qualche anno; quello della Juve dura, invero, da molto tempo, così come la debolezza delle nostre società in Europa è proverbiale, visto che l’ultimo trofeo vinto è stato quello conseguito dall’Inter nel 2010.
È evidente che la mancanza di ricambio non favorisce il calcio italiano: il primato indiscusso della Juve, da otto anni a questa parte, fa sì che i livelli tendano ad abbassarsi, per cui gli altri club concorrono per il secondo posto, mentre la stessa Juve è costretta, in campo europeo, a fermarsi dinnanzi al primato delle Spagnole e delle Inglesi, che in particolare - in questa stagione - hanno surclassato tutte le altre.
Forse, è mancata una seria politica degli investimenti?
Forse, l’ingresso delle nuove proprietà non ha indotto i vantaggi che si sperava, per cui sodalizi storici, come Inter e Milan, non sono ancora competitivi come lo erano ai tempi di Berlusconi e Moratti.
Certo, qualcosa bisognerà pure inventarselo, se non si vuole rimanere al palo, peraltro a fronte di un calcio europeo che mette in mostra nuovi talenti, che - invece - in Italia non si palesano.
Forse, sarà necessario modificare, finanche, alcuni aspetti tecnici, come la preparazione e l’alimentazione dei calciatori, visto che quelli delle squadre europee dimostrano di correre molto di più delle squadre italiane?
Forse, bisogna ancora una volta cambiare i vertici politici del calcio, visto che, ad una settimana dalla conclusione del campionato di serie B, ancora non sono certi gli esiti sportivi dello stesso, data la coda giurisdizionale - tuttora - in piedi?


Rosario Pesce

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