Le “Carcare” o meglio le “carcarine”… crisi o legalità?
Ogni anno, come vuole la tradizione, nei rioni e nelle frazioni del comune di Solofra sono state accese le “Carcare”, a devozione di Sant’Antonio Abate, patrono del fuoco e degli animali. Oggi, le generazioni vedono la predetta tradizione come folklore e come occasione per consumare un panino con companatico, costituito da broccoli e salcicce, il tutto innaffiato con un buon vino locale. Invece, un tempo, le “Carcare” erano viste come momenti di solidarietà verso le fasce più deboli della comunità. Infatti, al termine della cerimonia sociale- religiosa, veniva distribuita la brace nei bracieri, per poter riscaldare le case fredde. Tale socialità e solidarietà religiosa si vivono, fortemente, nella parrocchie di “San Giuliano Martire” e di S. Agata V. M., i cui fedeli, attraverso il mercatino, la pesca di beneficenza e tante altre iniziative, devolvono le offerte raccolte per le famiglie bisognose, prima quelle in loco e, poi, quelle del terzo mondo. Sulla stessa scia si sono incamminati i fedeli del Rione “Balsami”. Quest’anno in alcuni Rioni ( San Domenico, Turci Castello, Caposolofra – Caprai,S. Michele e Volpi ) non sono state accese le “Carcare”, con l’auspicio che nel 2012 possano riaccendersi, perché sono momenti di aggregazione e di interazione per i giovani e meno giovani.
Ah! Quasi dimenticavo: le “Carcare” non accese negli altri rioni è dovuto alla crisi o alla legalità?