Legambiente: “Un disastro ambientale in un’area protetta".
"Chi inquina paghi”.
“Le immagini della moria di fauna ittica e i primi riscontri sullo sversamento di reflui destano profonda preoccupazione. Quando le indagini in corso da parte della Procura e i monitoraggi ambientali di ARPA Campania chiariranno le responsabilità, Legambiente si costituirà parte civile, affinché sia applicato il principio “chi inquina paga” e venga garantita giustizia per il territorio e le comunità locali. Questa vicenda rappresenta un danno doppio: non solo per l’ambiente e il territorio, ma anche per l’economia circolare. Episodi come questo alimentano paure, sfiducia e fake news, mettendo in difficoltà anche gli impianti che operano correttamente e con trasparenza. In una regione come la Campania, che ha urgente bisogno di dotarsi di una rete impiantistica moderna e sostenibile, non possiamo permetterci errori che compromettono la credibilità dell’intero sistema. Per questo accogliamo con favore la sospensione cautelativa dell'impianto di compostaggio disposta dalla Regione Campania, ma ribadiamo che la transizione ecologica richiede trasparenza e partecipazione del territorio. Pensiamo inoltre – concluede Legambiente - che il rallentamento dell’iter di individuazione della governance del Parco Nazionale del Matese comporti rischi come quello avvenuto a Sassinoro, a causa della mancata gestione del territorio e delle aree natura 2000 in particolare. Il Parco Nazionale, infatti, può essere la chiave per tutelare la natura da interventi che comportano rischi per l’ambiente. Per questo chiediamo al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di dare via al Parco nominando il comitato di gestione in tempi rapidi.”.