T. O.: Domenica 32.ma - 9 novembre.
Dedicazione della Basilica Lateranense (2024-25).
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
T. O.: Domenica 32.ma - 9 novembre: Dedicazione della Basilica Lateranense (2024-25)
Introduzione. Ezechiele ci parla degli effetti che reca la presenza del nuovo Tempio al Popolo di Dio; Gesù in Giovanni riporta ordine e sacralità nel Tempio antico come segno della santità del Nuovo Tempio che è il suo Corpo; 1Corinzi ricorda che cristiano e comunità sono tempio di Dio.
I - Ezechiele 47,1-2.8-9.12 – Il profeta, accompagnato da un messo celeste, ha una visione. L’acqua, che sgorga dalla soglia del Santuario (1), è abbondante e porta effetti straordinari. (a) Il rivolo si ingrossa man mano che si allontana dalla sorgente; l’essere celeste ne misura il tragitto 4 volte, ogni 1000 cubiti (525 mt.): la prima volta l’acqua arriva ai malleoli (3) del profeta, la seconda alle ginocchia (4), la terza ai fianchi (5), la quarta non si può più guadare a piedi (5). (b) Inoltre queste acque scendono nell’Araba ed entrano nel mar Morto e ne risanano le acque (8), rendendovi possibile la vita: il pesce vi sarà abbondantissimo (9). E anche lungo il torrente, su una riva e sull’altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui foglie non appassiranno; i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno,…. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina; tutti questi miracoli avvengono perché le loro acque sgorgano dal santuario (12), la casa di Dio e del Suo popolo. L’abbondanza d’acqua è preziosissima per la fertilità del suolo – pensiamo al Nilo per l’Egitto e al Tigri e l’Eufrate per la Mesopotamia, e al Giordano per la Palestina – e nella visione del profeta è segno dell’abbondanza di grazie spirituali e temporali, che Dio effonde sugli Ebrei che praticano la giustizia. Tutto è simbolo della trasformazione che avviene nella vita individuale e sociale, allorché l’uomo, deposta l’ingiustizia, regola i suoi rapporti con Dio e il prossimo secondo la Legge di Dio.
II - Giovanni 2,13-22 - 1. (a) Gesù cacciò i rivenditori dal Tempio e i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?» (18), cioè ‘per fare questo gesto, che – a tuo modo di vedere – è di purificazione, devi ritenerti un inviato di Dio; quali prove ci dai che lo sei?’. Rispose loro Gesù: “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere” (19); giustamente osservarono i Giudei: “Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni” (20), perché il Tempio si stava ricostruendo dal 20 a.C., quando Erode iniziò i lavori; ora si era al 27-28 d.C. Ma, domandando: e tu in tre giorni lo farai risorgere? pensavano che Gesù si riferisse all’edificio, mentre egli parlava del tempio del suo corpo (21). E pure i suoi discepoli capirono solo Quando poi fu risuscitato dai morti, e si ricordarono che aveva detto questo (22); allora la loro fede si trovò più illuminata e compresero certi misteri della persona di Gesù e delle profezie dell’AT e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù (22). (b) Cerchiamo di capire anche noi. Dio ordinò a Mosè di erigere la Tenda del Convegno, e ne prese possesso sotto forma di nube (Es 40,34), per far capire che essa era il segno della Sua presenza in mezzo al popolo e luogo dove Egli lo incontrava. La stessa cosa avvenne quando Salomone costruì il Tempio 900 anni prima di Cristo e vi introdusse l’Arca dell’Alleanza (1Re 8,10ss). Però Dio abbandonò quel Tempio per i peccati degli Ebrei (Ez 8-12); ma non il suo popolo, che accompagnò nell’esilio. Adesso Dio abita fra gli uomini con Gesù e in Gesù (Gv 1,14), che è l’Emmanuele, il Dio con noi (Mt 1,22ss); Lui è la dimora stabile e unica della gloria divina in mezzo agli uomini. In Gesù risuscitato si incontrano Dio e l’umanità, è il luogo della presenza divina, dove si celebra il nuovo culto perfetto, perché è in spirito e verità, come Dio lo desidera (Gv 4,21-24). Da Gesù, nuovo Tempio, costruito da Dio, attraverso i sacramenti scaturiranno i fiumi d’acqua viva (Gv 7,38), preannunciata da Ezechiele (47,1-12), e zampillante per la vita eterna (Gv 4,14). Crediamo che è così.
2. Quello che abbiamo ascoltato è il punto centrale del Vangelo di oggi ma vediamo l’antefatto. Gesù va a Gerusalemme per la prima pasqua della sua vita pubblica (27-28 d.C.) o forse per la sua ultima (30 d.C.): Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme (13), come era solito fare da fanciullo. Nel 30 la classe sacerdotale organizzò nel Tempio il mercato del materiale per i sacrifici e per il cambio delle monete, in concorrenza con quello gestito dal Sinedrio, lontano dal Tempio. E così Gesù Trovò nel tempio gente che vociava e vendeva buoi, pecore e colombe, necessari per i sacrifici, e, là seduti, i cambiamonete (14). Avvertì un santo e intenso sdegno contro questa profanazione e reagì con forza: Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi (15). Egli stesso spiega la sua reazione, parlando ai venditori di colombe…: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!» (16). I suoi discepoli, subito o a distanza di tempo, si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà» (17) e capirono che l’azione di Gesù era la manifestazione del suo amore al Padre e del suo zelo per l’onore Suo e della Sua casa. (a) Gesù si manifesta Figlio di Dio: casa del Padre mio (16) e Dio lui stesso come il Padre, perché nell’AT era annunziato che Dio avrebbe purificato il Suo Tempio (Mal 3,1-4) ed è Gesù che lo fa. (b) Gesù mostra sentimenti molto vivi e amore al Padre e a ciò che Lo riguarda. Il Tempio è la casa del Padre (16) e Gesù non tollera che da casa di preghiera (Is 56,7) sia trasformata in spelonca di ladri. Adoriamo Gesù Figlio di Dio e Dio lui stesso e ringraziamoLo per questo gesto, che ci rivela chi è e come noi dobbiamo rispettare i luoghi di culto. Chiediamo perdono per le mancanze di rispetto per essi.
III - 1Cor 3,9c-11.16-17 – (a) S. Paolo ricorda ai Corinzi: voi siete… edificio di Dio (9), sua proprietà, perché a Lui consacrato fino dall’inizio, col battesimo. Come singoli e comunità sono sacri, uno spazio riservato solo a Dio e per sempre. Perciò dobbiamo vivere e agire con fedeltà alla nostra consacrazione. (b) Poi Paolo aggiunge: Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un saggio architetto–ingegnere io ho posto il fondamento (10) dell’edificio. Ora tale fondamento… che già vi si trova,… è Gesù Cristo (11). Sentiamoci sicurissimi su questo fondamento. (c) Ancora Paolo avverte: nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo (11) e ciascuno stia attento a come costruisce (10) su questo fondamento. In sostanza siamo diventati di Dio per mezzo di Cristo per la fede e il battesimo e così dobbiamo crescere. Ciascuno deve stare attento a come fa la sua parte per crescere e far crescere la comunità e i pastori devono vigilare sui singoli e la comunità, perché tutti dovremo rendere conto a Dio. (c) Infine Paolo aggiunge: Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? (16). Già nell’AT il popolo era considerato Tempio e dimora di Dio e in quanto tale doveva comportarsi rispettando l’Augustissimo Ospite. Ora nel NT anche i singoli sono dimora di Dio e dello Spirito, per il quale bisogna aver rispetto, Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi (17). Perciò sarà severamente punito chi non ha il massimo rispetto per il cristiano o la comunità: Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui (17); questa punizione è sia per chi non rispetta se stesso e per chi non gli presta rispetto. Siamo vigilanti. Dobbiamo rispettare l’edificio-dimora di Dio e anche il cristiano e la comunità-chiesa.
EUCARISTIA. La Chiesa è la casa di Dio: per noi cattolici è soprattutto la casa di Gesù Eucarestia. Qui andiamo a cercarLo e a farGli compagnia, impariamo a ospitarLo in noi per la comunione eucaristica e la presenza spirituale. Chiediamo, per le preghiere e i meriti di Maria e Giuseppe, di Angeli e Santi, la grazia di ospitare Dio in noi, come loro. (mons. Francesco Spaduzzi)
Altri Temi: 1. Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme (13), Già troviamo Gesù dodicenne a Gerusalemme per la Pasqua e fu fedele a celebrarla per tutta la vita. Ivi fece la Sua Pasqua nell’anno 30 e vi istituì la celebrazione della Sua Pasqua da parte dei suoi discepoli, che però l’avrebbero potuta celebrare anche tutti i giorni e più volte secondo la necessità dei fedeli.
2. Lo zelo per la tua casa mi divorerà… (17): sono le parole del Salmista (69,10) e anche profezia, che annuncia sia l’amore di Gesù per il Padre e il suo impegno per il retto culto in Suo onore e sia la vita difficile che Gli avrebbero fatta fare coloro che non avrebbero accettato il Suo insegnamento, specie gli Scribi e i Farisei, che avevano una mentalità sostanzialmente opposta a quella di Gesù.
3. Credettero alla Scrittura e alla Parola detta da Gesù (22). I discepoli di Gesù vivevano nel loro tempo e ragionavano con quella mentalità. Le parole di Gesù a proposito della Sua Morte e Resurrezione, annunciate più di una volta, trovavano nelle loro idee un ostacolo grande, perché per loro era inimmaginabile quella Sua Passione e Morte e non pensavano per niente alla Resurrezione.
4. …vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente (1). L’infedeltà a Dio è la causa di ogni male, come il suo culto associato alla vita secondo la volontà di Dio è fonte inesauribile di ogni bene, di grazie spirituali e temporali. Questa profezia è espressa simbolicamente dalla fonte, che esce dal nuovo Tempio, che il Gesù ci indica in Sé stesso (Gv 2,21).
5. Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? (16). Meravigliosa verità: apparteniamo a Dio e lo Spirito (col Padre e il Figlio) abitano in noi. Non solo non siamo mai soli, ma abbiamo in noi Colui che sempre esiste, è presente, è con noi, sta a nostra disposizione per aiutarci e sa difenderci da ogni nemico, se solo Glielo consentiamo. (mons. Francesco Spaduzzi)