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Nel dia de los muertos, il nostro “viva la vida”.

Sabato, 1° novembre, alle ore 18:30, all’Ex Carcere Borbonico di Montefusco (AV), l’artista Paola Quatrale, docente dell’I.C. “Francesco Guarini” di Solofra, presenterà al pubblico la sua opera, “Siamo tutt* Frida”, e l’omonima mostra di quadri, ispirate alla vicenda umana e artistica dell’icona messicana Frida Kahlo. Dialogherà con l’autrice, la prof.ssa Chiara Frusciante dell’associazione NessunotocchiEva di Montemiletto (AV), che ha organizzato l’evento. Il libro, pubblicato dall’editore campano LFA Publisher – un editore molto attivo sia in ambito nazionale che internazionale – e impreziosita dalla prefazione della scrittrice Giovanna Mulas,  è già un successo nazionale e non solo, apprezzato dal pubblico e dalla critica: dal Salone Internazionale del Libro di Torino al Campania Libri Festival, fino all’Accademia Italiana di Mainz in Germania, la Frida della Quatrale è sempre più simbolo e manifesto di una rivoluzione culturale, che ha come obiettivo la tutela delle nostre diversità e la difesa di tutte le minoranze discriminate. L’opera, nella sua organicità, è innanzitutto un omaggio alla Vita, che ha assunto l’effige dell’artista di Coyoacán, Frida Kahlo. Si tratta di una serie di tele-saggio, di capitoli-ritratti, in cui l’autrice ha cercato, attraverso diverse tecniche, di reinterpretare alcuni autoritratti della Kahlo per trasmettere un messaggio di resistenza e di libertà, per disinnescare la lotta contro ogni forma di omologazione annichilente. Un messaggio di resistenza anche e soprattutto nella sofferenza e all’ingiustizia: quando la Natura, leopardianamente “matrigna”, e i governi, nel loro machiavellismo deviato, si accaniscono contro l’individuo, la Persona, allora resistere diventa un dovere. E la Frida della Quatrale, che rievoca tutte le eroine di ieri e di oggi, dalla Letteratura alla Storia, dall’Antigone alle attiviste, passando per le partigiane, è un appello alla Resistenza. A scegliere la vita anche dinanzi alla morte. E così, nel giorno di Ognissanti che ci prepara al dia de los muertos, la scrittrice della Valle dell’Irno ci introduce con grazia nel travagliato mondo della Kahlo e ci fa saggiare la forza vitale che sgorga dalle sue ferite.  L’artista messicana affermava: «I am not sick. I am broken. But I am happy to be alive as long as I can paint». Frida, in questa sua confessione, ci consegna tutta la sua “volontà di potenza”, l’energia necessaria per attraversare l’esistenza senza piegarsi alle minacce della natura e di governi dispotici: «Non sono malata, sono rotta. Ma sono felice di essere viva finché potrò dipingere», perché nell’arte come nella vita, finché puoi ‘combattere’ la felicità è in atto. Finché puoi agire, sei vivo. E a volte è proprio la sofferenza – Frida n’è la prova – a fornire quella tempra di spirito per r-esistere, come in una tela della Quatrale dal titolo “Io (R)Esisto”, che sarà visibile durante la mostra-presentazione di sabato.   

     A questo punto, vietato mancare il 1° novembre a Montefusco (AV). Siamo tutti chiamati a R-Esistere  tra Ognissanti e il dia de los muertos, per celebrare la Frida che ha saputo santificare la vita anche dinanzi alla morte con il suo grido: “Viva la Vida!”. E noi, insieme, santificheremo lei, Frida. Congiuntamente alla Quatrale, la quale l’ha definita, in un quadro-capitolo del suo libro, “Santa Frida”, con la seguente motivazione: «La sofferenza è la matrice – pagana e cristiana, di una Didone come di una Maddalena – che ne fa, della Kahlo, una Santa laica e, allo stesso tempo, ieratica. Tutta la santità di Frida è nelle parole di un’altra grande donna che si è immolata a simbolo di una cristianità laica, Simone Weil, la quale scrisse: “La grandezza suprema del cristianesimo viene dal fatto che esso non cerca un rimedio sovrannaturale contro la sofferenza, bensì un impiego sovrannaturale della sofferenza.”». Ed è nella sofferenza che “Siamo tutt* Frida”. È nel vincere la “muerte” con il nostro agire e le nostre opere, con il nostro attivismo che genera vita, che tutti siamo… che tutti e tutte diveniamo Sant*.

 

 

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