P. Vincenzo Telesca cammina sulle orme del venerabile Dimiccoli
Da qualche minuto la musica è finita, i riflettori si sono spenti e come per ogni anniversario, si cerca di trattenere ancora immagini, suoni, incontri, desideri, perchè la magia dei bei momenti vissuti permanga e diventi la spinta per continuare a camminare con rinnovato entusiasmo. Si sono appena conclusi due giorni intensi, in cui l’Oratorio San Filippo Neri di Barletta ha aperto le porte alla città per condividere una storia lunga novant’anni, al servizio della gioventù e delle famiglie del quartiere. Mercoledì 27 agosto l’ampio cortile dell’Oratorio si è riempito di parrocchiani e membri dell’Oratorio giovani e anziani, tutti stretti attorno all’Arcivescovo Mons. Giovan Battista Pichierri e agli Oblati di San Giuseppe che da anni curano la realtà, guidati dal Parroco, P. Vincenzo Telesca e dal vice parroco P. Nico Reale. Durante l’Eucarestia l’Arcivescovo ha ringraziato i Padri Giuseppini per il loro servizio alla Diocesi, sottolineando l’importanza di mantenere vive realtà come l’Oratorio di San Filippo, da tutti ricordato per la sua preziosa opera educativa. Commosso il ricordo di alcuni ex oratoriani che hanno avuto la grazia di conoscere il fondatore dell’oratorio di San Filippo, il Venerabile Angelo Raffaele Dimiccoli.
Il Provinciale dei Padri Giuseppini, P. Francesco Russo, nel suo saluto ha invitato i parrocchiani ad appropriarsi sempre di più della realtà dell’Oratorio, a prendersene cura sognando una gestione interamente laicale, aperta al territorio e in dialogo con le istituzioni.
Al termine della celebrazione un discorso commemorativo, un breve spettacolo musicale a cura dello staff dell’Oratorio e il taglio di una grande torta a tema, assieme all’Assessore alla Cultura Giusy Caroppo, intervenuta in rappresentanza del sindaco.
Giovedì 28 agosto, la comunità ha vissuto un momento di preghiera in chiesa ricordando gli insegnamenti e l’eredità del Ven. Dimiccoli, come lui avrebbe voluto: ai piedi di Gesù Eucarestia. Nel frattempo in cortile si preparavano due band di giovani barlettani, gli Outside e i Sublimia, primi classificati al concorso musicale promosso dallo stesso oratorio lo scorso luglio. Alle band è stata data la possibilità di esibirsi a coronamento dei festeggiamenti, facendo risuonare le note del rock per la gioia dei più giovani.
Nel cuore di chi si è adoperato perchè questa ricorrenza fosse un anniversario per la città, la gratitudine per aver conosciuto i numerosi oratoriani che hanno passato giorni felici e hanno condiviso il loro passato con nostalgia, mantenendo un ricordo vivo dei vari sacerdoti che si sono avvicendati alla guida dell’Oratorio, dal fondatore ai giorni nostri. Adesso tocca a chi lavora in prima linea raccogliere le sfide e continuare a servire con l’entusiasmo e la creatività di sempre la causa dei giovani di oggi, degli uomini e delle donne di domani.
Discorso tenuto da P. Nico Reale in ricordo dei novant’anni dell’Oratorio San Filippo Neri di Barletta.
Ben ritrovati qui, a condividere la gioia dei nostri 90 anni. Dico “nostri” perché l’oratorio non è il contenitore, non sono le mura. L’oratorio siamo noi. Molti di voi qui presenti sarebbero di gran lunga più titolati di me per fare questo discorso. Questo posto, come 90 anni fa, parla, racconta la storia di un prete grande, coraggioso e sognatore, così innamorato di Gesù Cristo da perseguire in ogni attimo un unico e solo progetto: farlo regnare nei cuori di tutti, soprattutto i più piccoli, gli emarginati.
Questo posto parla di voi, di ciascuno di voi!
Sono una donna
Un uomo
un bambino
una mamma
Un papà
Un sacerdote
Una consacrata
Un nonno
Sono passato qui per caso
Mi ci ha portato il mio migliore amico
C'era una bella ragazza e sono entrato per conoscerla
Sono qui da quando ero piccino
Qui dentro sono cresciuto
Da qui mi sono allontanato
Qui ho provato la vera gioia
Qui ho imparato a superare il dolore
Io ho conosciuto il fondatore
Sono stata una catechista
Quanto ho lavorato con i bambini
Qui ho trovato la mia vocazione
Qui ho conosciuto mia moglie
Quanti giochi ho fatto insieme ai miei amici
Io ho avuto una speranza
Io qui ho cambiato vita
Io qui ho capito quale sarebbe stato il mio futuro
Io qui ho imparato a superare i miei limiti
Qui ho avuto le mie delusioni
Qui ho scoperto di saper cantare
Qui ho imparato a suonare la chitarra
Qui ho imparato a leggere e a far di conto
Qui ho imparato a conoscere me stesso
Qui è cresciuta la mia Fede
Io da qui non passerò mai più
Io qui ho conosciuto tanta gente
Io qui ci ho portato i miei figli e adesso ci accompagno pure i miei nipoti
Quanti gruppi avevamo ai nostri tempi
Che begli scherzi abbiamo messo in piedi qui
Quanti progetti sono venuti fuori tra queste mura.
Io ho scoperto che nella vita è importante Lottare,Vibrare e Amare
Io qui ho conosciuto il vero Amore.
Voci, pensieri che risuonano in questa assemblea di gente unita perché in un modo o nell' altro si sente legata al nostro Oratorio.
Il Venerabile Direttore aveva ragione: l'Oratorio è palestra di Fede ma anche scuola di vita.
Anche se usciamo da queste mura tutti noi abbiamo nel nostro cuore sempre quella scintilla che ci fa riconoscere come membri di questa grande famiglia. Una volta che si è stati oratoriani, lo si è per sempre.
Insomma: il discorso più bello che possiamo fare in questa occasione siete voi…ciascuno di voi! Grazie per aver preso parte a questa gioia!
Se questa commemorazione dovesse terminare qui, a nulla servirebbe. Avremmo soltanto tirato fuori dagli armadi e dalle memorie vecchi ricordi, avremmo ritrovato qualcuno che non vedevamo da tempo, tutto qui. Ma il nostro ricordare non può e non deve essere solo fonte di gioia passeggera e orgoglio. Siamo oratoriani! Siamo legati a doppio giro alla vita di un sacerdote santo… siamo la testimonianza vivente che l’istituzione dell’Oratorio ha attraversato i secoli mantenendosi sempre giovane, attuale, utile.
Cari Oratoriani di oggi, mi rivolgo a voi! Sono tante le sfide che ci attendono! Ve ne ricordo alcune: Siamo chiamati ad essere comunità aperta a tutti, con un occhio di riguardo ai giovani e alle famiglie, combattendo quotidianamente la tentazione di sentirci a posto qui nel nostro piccolo giardino.
Siamo chiamati a correre verso tutti, soprattutto verso quelli che dall’Oratorio, da Gesù sono lontani, abbandonando le rassicuranti mura dei nostri cortili, se la causa lo richiede.
Soprattutto siamo chiamati, sulle orme del Venerabile Dimiccoli, ad essere pazzi d’amore per Gesù, teneri devoti di Maria, ricordando che senza i nostri due pilastri il nostro non sarà più un macinare, ma un girare a vuoto!
Quando l’Oratorio compì 25 anni, il Direttore ancora vivente così parlò:
“L’Oratorio è un giovanotto di 25 anni, in questi anni ne ha visto di sacchi di grano entrare per essere macinati e “frantumati dalla grazia di Dio”. Essi sono entrati come tanti chicchi di grano (le anime) e ne sono usciti farina, degna di essere mangiata, per alimentare la propria anima e quella dei loro fratelli. Vada a Dio dunque l’onore, la gloria! L’oratorio era prima una fabbrica di bulloni. Questi servivano a stringere ogni cosa. Ebbene questa chiesa, oggi nella sua data venticinquennale, ci dice che tante anime sono entrate prima tentennanti e sono state avvitate intorno a quest’asse Divino, Gesù, la Vita giusta e retta”.
Novant’anni dopo non ci resta che dire: Forza, Oratoriani, la strada è già tracciata, non importa quanto sia difficile, lotta, vibra, ama e poi muori e poi… il Cielo!
Buon cammino a tutti!