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Domenica ingresso gratuito alla Certosa di Padula

Il monumento gestito dalla Soprintendenza BAP di Salerno e Avellino visitabile dalle 9 alle 19.30

Continua la raccolta fondi per restaurare i libri della biblioteca

Ogni prima domenica del mese i musei e le aree archeologiche statali saranno visitabili

gratuitamente. E’ la prima applicazione della norma del decreto Franceschini, in vigore dal primo

luglio, che stabilisce che ogni prima domenica del mese non si pagherà il biglietto per visitare

monumenti, musei, gallerie, scavi archeologici, parchi e giardini monumentali dello Stato. Anche

alla Certosa di San Lorenzo, a Padula, domenica 3 agosto 2014 si entrerà gratis. Il Monumento

gestito dalla Soprintendenza BAP di Salerno e Avellino, diretta da Gennaro Miccio, resterà aperto

al pubblico osservando il seguente orario: 9.00/19.30 (ultimo ingresso alle ore 19.00).

Continua anche la raccolta fondi, iniziata nel giugno scorso durante il Premio Best Practices per

l’Innovazione di Salerno, per restaurare i libri della Certosa. CROWDFUNDING questo utilissimo

strumento, grazie alla piattaforma “Derev” www.derev.com , consentirà la raccolta di capitali al

fine di restaurare cinque volumi storici della Certosa di Padula ed il recupero in tecnologia digitale

di un volume della Biblioteca Michelangiolesca della Basilica di San Lorenzo a Firenze. Un

progetto di simbiosi importante di cui Confindustria Salerno, con il presidente Mauro Maccauro, si

è fatta promotrice, incontrando subito il favore della Soprintendenza BAP di Salerno e Avellino.

IL PROGETTO

L’inventario del sopravvissuto Fondo storico della Biblioteca della Certosa di Padula annovera circa

2040 unità (inclusi i testi incompleti, le raccolte dei fogli sciolti e i periodici). Dal 1982 detto

patrimonio è stato definitivamente preso in carico come “Bene culturale” dalla Soprintendenza ai

BAP di SA e AV e inserito, con la stima dettagliata, nel Registro dei Beni detti immobili del

Ministero. Quasi tutto il Fondo necessita di un intervento generale finalizzato alla conservazione e

alla consultazione. Per quanto riguarda la conservazione, si precisa che dopo i lavori di

disinfestazione- eseguiti alcuni anni fa - solo una piccolissima parte di essi (gli incunaboli e circa

metà cinquecentine, attualmente conservati in ambienti separati), ha beneficiato di intervento di

restauro. La sistemazione completa del fondo librario richiederebbe un impegno di spesa notevole.

I libri esistenti costituiscono un esemplare unico dell’antica Biblioteca certosina: alcuni furono

salvati probabilmente dagli stessi Monaci durante la prima soppressione, altri furono acquisiti nel

corso del XIX secolo dai Religiosi durante la loro seconda permanenza (vedi “Descrizione e storia

della Certosa”).

“… E i libri dove sono?” E’ questa una delle domande più frequenti che i visitatori pongono agli

addetti ai lavori al termine di una visita alla Certosa di Padula, soprattutto se hanno avuto modo di

visitare anche l’imponente Biblioteca al piano superiore che seppure priva di libri, fa bella mostra di

sé con i 26 scaffali settecenteschi in noce ed i cartigli in alto che ancora elencano il sapere dei

Monaci, quali, ad esempio: Scriptores Chartusiani, Retorici, Santi patres, Sacra scriptura, Historici

profani, Medici, Libri proibiti, ecc. Il progetto di restauro e di successiva esposizione di alcuni dei

libri sopravvissuti, che si presenta in questa sede, si pone l’obiettivo di dare una risposta concreta

all’ interrogativo e di creare in Certosa una sezione permanente dedicata al progressivo recupero del

materiale bibliografico, cartaceo e documentario superstite. Tra tutti i volumi conservati, sono stati

individuati quei libri che trattano argomenti riguardanti la vita e la Regola dell’Ordine presente a

Padula. In varia misura sono tutti pregevoli: si tratta di una cinquecentina, di tre libri del 1600 ed

uno del 1700, tutti stampati in Francia. Testimoniano l’elevato livello culturale, gli scambi con le

altre Certose europee, principalmente con la Casa Madre a Grenoble, ed il forte potere economico

di cui l’Ordine padulese godeva in quegli anni.

DESCRIZIONE E STORIA DELLA CERTOSA DI PADULA

La Certosa di Padula, dedicata a San Lorenzo, fu fondata nel 1306 da Tommaso Sanseverino, Conte

di Marsico e Connestabile del Regno di Napoli. L'Ordine certosino era stato istituito in Francia da

San Bruno di Colonia, che nel 1084 fondò sul massiccio Chartreuse, presso Grenoble, il suo primo

convento (da cui il nome dell'Ordine). Questa di Padula, con i suoi 51.500 mq., è una della Certose

più grandi d’Europa e la prima ad essere fondata in Campania, seguita dalla Certosa di San Martino

di Napoli e da quella di San Giacomo a Capri. La Certosa di San Lorenzo non ha conservato che a

tratti il suo aspetto trecentesco; subì numerose trasformazioni nel corso dei secoli, specialmente

nella seconda metà del secolo XVI e nei secoli XVII e XVIII (epoca di grande disponibilità

economica dell’Ordine) durante i quali assunse l'attuale configurazione con le abbondanti

decorazioni barocche. Il complesso monastico padulese crebbe di dimensione e di importanza nel

corso dei secoli, fino al dominio Napoleonico, quando molti Ordini monastici vennero soppressi

(Decennio Francese, anni 1806-1815). Fu allora che la Certosa di San Lorenzo venne saccheggiata

e spogliata di gran parte dei tesori accumulati nei secoli: i quadri, gli ori, gli argenti, le statue ed i

volumi della ricchissima biblioteca andarono dispersi. Al termine del periodo francese, i Certosini

tornarono nel Monastero per alcuni anni, ma nel 1866, dopo un periodo difficile e piuttosto oscuro,

si giunse alla definitiva soppressione, come stabilito dalle leggi del neonato Governo italiano.

La Certosa, pur dichiarata Monumento Nazionale dal 1882, è stata abbandonata per decenni ed

utilizzata come carcere, lazzaretto, caserma, scuola e, addirittura, come campo di concentramento

durante le due guerre mondiali. Dal 1982 la Soprintendenza ha intrapreso il lungo e complesso

lavoro di restauro e rifunzionalizzazione degli spazi che ha ricondotto l'antica struttura all'originario

aspetto; dal 1998 il Monumento è stato dichiarato dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità.

Le immagini (v. allegato) vengono fornite dalla Soprintendenza destinate ai giornalisti per le segnalazioni

dell’evento sulle testate, e non possono essere utilizzate per altri usi (Copyright / Soprintendenza BAP di

Salerno e Avellino).

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