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Tempo Ordinario: Domenica XIV dell'Anno A (2022-2023)

Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

mons. Francesco Spaduzzi

 francescospaduzzi@gmail.com  

Tempo Ordinario: Domenica XIV dell'Anno A (2022-2023)

Introduzione. Zaccaria annuncia che verrà il Messia, che sarà Re ma di pace e di mitezza; Gesù si presenta proprio così nel Vangelo; il cristiano, ci dice Paolo, avrà lo Spirito di Cristo, che infonderà in lui le stesse virtù del Cuore di Cristo.

I - Zaccaria 9,9-10 - Il Profeta si rivolge agli abitanti di Gerusalemme e li invita a stare nella più grande gioia (9), perché viene da loro il re (9 Ecco, a te viene il tuo re); è un re grandissimo: è re di tutta la terra (10 il suo dominio sarà da mare a mare/ e dal Fiume fino ai confini della terra); realizzerà la pace universale (10) e farà scomparire ciò che serve per la guerra: l’equipaggiamento (10), le armi (10), le cavalcature (10); egli stesso userà solo una cavalcatura di pace (10 cavalca un asino,/ un puledro figlio d’asina). In ogni caso egli sarà sempre vittorioso con l’aiuto di Dio (9). Le sue caratteristiche personali sono meravigliose: Egli è giusto (9), cioè rispetta la legge di Dio, e umile (9) nei confronti di Dio e degli uomini, perché sa che tutto quello che ha di buono gli viene da Dio; si comporterà con umiltà anche coi suoi sudditi. Questo re ideale è il Messia, Gesù, che però avrà altre qualità ben superiori: oltre che essere vero uomo, sarà anche Dio, cosa che gli Ebrei non potevano immaginare e gli stessi profeti non potevano annunziare, perché chi li ascoltava non poteva capire e neanche tollerare. E’ proprio il Gesù dei Vangeli: grande, come il Padre e lo Spirito Santo, e umile, perché sa che ha ricevuto tutto dal Padre e che è creatura per aver assunto la natura umana. Con Maria e Giuseppe, i Pastori e i Magi, adoriamo Gesù, Dio e uomo, ringraziamolo, chiediamo di comprendere e imitare la sua umiltà e la sua adesione alla volontà del Padre. 

II - Matteo 11,25-30 – (a) Gesù dichiara che Lui, generato dal Padre, da tutta l'eternità riceve tutto da Lui come Figlio (27 Tutto è stato dato a me dal Padre mio); perciò solo il Padre e il Figlio si conoscono pienamente e reciprocamente (27 nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio), e solo il Figlio può far conoscere il Padre a chi vuole (27 e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo): nella vita pubblica Gesù lo fa fino all’Ascensione. Dopo questa, lo Spirito Santo, che è uguale al Padre e al Figlio e in perfetta unità e comunione con loro - e quindi li conosce in modo perfetto -, continua la missione di Gesù di far conoscere il Padre e anche il Figlio. Ma “conoscenza” in ebraico include anche l’amore; perciò Gesù sta parlando non solo della conoscenza fra Padre e Figlio (e Spirito Santo), ma anche del loro amore reciproco, del centro della vita intima della Trinità. Crediamo, adoriamo, ringraziamo; impegniamoci a conoscere e amare Padre e Figlio e Spirito, che costituiscono la nostra famiglia divina, della quale siamo membri. In particolare, sotto la guida dello Spirito, approfondiamo la conoscenza e l’amore per Gesù con lo studio e la meditazione della S. Scrittura: AT e NT ci parlano di Lui. D’altra parte chi vede Gesù vede il Padre (e lo Spirito Santo; cfr. Gv 14,9), tutta la Trinità. (b) Il Padre, nel rivelare i misteri del suo Regno, mostra una preferenza speciale per i piccoli e i semplici ed è riservato con i sapienti e dotti del mondo (28), o che si ritengono tali. E’ il Padre che lo vuole (26) e Gesù vi si adegua e anzi Gliene dà lode e gloria: Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra (25). Guardiamoci dalla sapienza mondana, che porta con sé pregiudizi e superbia, e tutti i vizi, che ci chiudono alla Verità, che è Dio stesso; anzi impegniamoci a essere semplici, tra i preferiti da Dio, che s’abbandonano totalmente a Lui e accettano Gesù senza se o senza ma. Vogliamo credere in Gesù senza riserve, sperare senza vacillamenti, amare totalmente Lui e il prossimo. Maria e Giuseppe sono modelli di questa docilità e semplicità. Lo Spirito Santo ci può donare questa docilità, se Gliela chiediamo.

2. Gesù si rivolge a tutti quelli che sono stanchi per il peso dell'esistenza e oppressi (28) dalla legge ebraica e promette loro ristoro e riposo (28 e io vi darò ristoro; 29 e troverete ristoro per la vostra vita); il ristoro-riposo non è quello banale e passeggero, ma la grande pace che Dio prepara agli uomini, al di là di tutte le difficoltà del loro cammino (Eb 3,11; 4,1-5). Per ottenerlo, bisogna andare da Gesù (28 Venite a me), cioè credere in lui (cfr. Gv 3,20-21; 6,35.37.45) e mettersi alla sua scuola, accogliere il suo insegnamento e la sua legge e imitarlo: Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore (29). Gesù parla di due sue virtù: la mitezza e l'umiltà (29); l'umiltà ci fa riconoscere che tutto il bene in noi viene da Dio, come Gesù ha proclamato poco prima (27), e la mitezza, che è dolcezza, affabilità, pazienza, misericordia (cfr. Gal 5,22); e indica anche due caratteristiche della sua Legge: quel che Egli ci comanda è per il nostro bene (30 Il mio giogo infatti è dolce) e non è per niente pesante (30 e il mio peso leggero); è la legge dell'amore a Dio e al prossimo, facile da osservare, sia perché lo Spirito riversa l'amore di Dio nei nostri cuori (Rm 5,5), sia perché Gesù ci accompagna sempre (Mt 28,20). Riflettiamo sulla persona di Gesù e sulle sue Parole: esse sgorgano dal suo Cuore (Mt 12,34), Cuore buono e dolce, amabilissimo e amantissimo, accogliente e misericordioso, pieno di tenerezza con tutti e specie con quelli che si affidano a Lui. Quanta più misericordia ci è necessaria, tanta più Egli ce ne vuol dare. Quanta luce e coraggio ricevono coloro che sono intimi col Signore e si sforzano di conservarsi tali con Lui!

 III - Romani 8, 9.11-13 – (a) In noi c'è la carne (9ss), cioè le tendenze e desideri cattivi, che ci spingono al male; Gesù con la sua opera redentrice ci ha ottenuto di non essere più sotto il comando della carne (9) e non avere nessun obbligo verso di essa (12): perciò non dobbiamo obbedirle e vivere secondo i suoi impulsi (12); non ne vale neanche la pena perché le conseguenze sono disastrose: se ci abbandoniamo a essa, perdiamo la vita divina e moriamo spiritualmente (13). La carne si manifesta nei sette vizi capitali: nell’inosservanza dei comandamenti e nella pigrizia e nella negligenza a fare il proprio dovere. Alimentiamo la nostra gratitudine verso Gesù, che ci ha liberati da questa schiavitù spaventosa, sorgente della nostra infelicità in questo mondo e nell’eternità, e chiediamo aiuto allo Spirito Santo che ce ne faccia percepire subito anche il più piccolo dominio su di noi e ci aiuti a liberarcene. (b) Solo lo Spirito ci può aiutare a capire queste nostre tendenze cattive, a tenerle sotto controllo (9 non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito) e a eliminarle (12 Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo): solo allora vivremo la vita divina in tutto il suo splendore (13 vivrete). La nascita e lo sviluppo della nostra vita spirituale dipende dall’attività dello Spirito di Dio, che abita dentro di noi (9 dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi … Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo; 11 E se lo Spirito di Dio… abita in voi… per mezzo del suo Spirito che abita in voi)ci fa appartenere a Cristo (cfr. 9 Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene) e fa abitare Cristo in noi (10 se Cristo è in voi); infine, alla fine del mondo, per mezzo dello Spirito il Padre risusciterà glorioso il nostro corpo, come avvenne del Corpo di Gesù (11 colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito)Impegniamoci a conoscere e discernere l’attività dello Spirito dentro di noi; Egli ci fa nascere alla vita cristiana e ci fa crescere in essa con la fede e speranza e carità e con la pratica di tutte le virtù cristiane, che Egli infonde in noi dal battesimo e ci sostiene nel praticarle.

EUCARESTIA. La Messa rende presente Gesù con l’opera della salvezza da lui compiuta, e quindi anche con il dono dello Spirito, che egli ci rinnova nella Comunione eucaristica. Preghiamo la Vergine Maria e S. Giuseppe, gli Angeli e i Santi, di ottenerci di partecipare con grande amore e devozione alla Messa, perché essa resta la sorgente più grande di grazie per noi. (mons. Francesco Spaduzzi)

Altri Temi: 1. Gesù, in quanto è il Figlio di Dio, vive in un ininterrotto dialogo col Padre e con lo Spirito; la conoscenza e l’amore reciproco ne sono le espressioni; e anche la gioia, come ci suggerisce Luca (10,21-24). Alimentiamo anche noi così il nostro rapporto con le singole Persone della Trinità.

2.  Gesù è Figlio di Dio e ne è pienamente cosciente dal primo istante della sua esistenza (Eb 10,5-10). Come Figlio di Dio sa che il Padre è all’origine di tutto e anche del Figlio e dello Spirito Santo; come figlio di Maria e di Dio, sa che come creatura dipende in tutto dalla Trinità.

3. Anche Gesù è stanco e oppresso dalla nostra cattiveria, ma resta mite e umile di cuore; ci invita a metterci alla sua scuola per imparare queste due virtù e tutte le altre, di cui Egli è modello e sorgente.

4. La presenza di Dio con noi sul piano naturale – per essenza, potenza e scienza – e quella soprannaturale - per la vita divina che ci comunica – non ci fa sentire mai soli: Egli è con noi sempre e noi troviamo in Lui la sicurezza, la pace, la tranquillità di spirito.

5. Padre e Figlio e Spirito sono con noi e in noi; l’AT e il NT tornano continuamente sul tema della vicinanza di Dio all’uomo in qualsiasi circostanza della sua vita, con termini anche molto teneri e incoraggianti; dovremmo leggere e rileggere e meditare queste espressioni, perché ne abbiamo molto bisogno per la nostra vita psicologica e spirituale.  

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