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Naufragio di Cutrolo, CittadinanzattivaCampania: "La verità stà nei dettagli"

Lettera aperta al Tribunale di Crotone, al Tribunale di Napoli ed al Comando Generale della Capitaneria di Porto G.C. di Crotone

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI CROTONE

e, per quanto di interesse rispetto alla disciplina militare e di inchiesta di riferimento:

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIB. MILITARE DI NAPOLI

AL COMANDO GENERALE DELLA CAPITANERIA DI PORTO

G.C. DI CROTONE

OGGETTO: contributo civico teso ad evidenziare taluni elementi e valutazioni da sottoporre all'esame deM'Autorità Giudiziaria Ordinaria, Militare e Marittima (per quesfultima per le incombenze come da piano Sar di cui aN'art.578 e ss, codice navigazione), relativi all'inchiesta connessa all'evento di particolare gravità e risonanza mediatica (a livello mondiale) del naufragio verificatosi in prossimità della costa di Cutro con la conseguente morte di oltre 70 cittadini stranieri che vedeva interessati direttamente e/o indirettamente l'inappropriato ed insufficiente impiego di mezzi e personale di reparti territoriali di competenza della Guardia di Finanza e Capitaneria di Porto Guardia Costiera. Impiego rilevandosi inidoneo sin dal momento della prima segnalazione Frontex ed anche in seguito al sopraggiunto mare forza 4 che impediva sia la continuazione di ricerca dell'imbarcazione da parte di personale della Guardia di Finanza e la conclusione della codificata operazione di polizia che di fronteggiare, nelle migliori condizioni possibili sotto il profilo della sicurezza, la conclamata situazione di pericolo assicurando la continuità delle operazioni in mare di ricerche e soccorso del barcone segnalato per salvare vite umane.

Il modo di condurre l'attività e l'impiego di uomini e mezzi militari, attrezzati per operare salvataggi in mare anche in situazioni di estremo pericolo o sospetto pericolo di navigazione o più semplicemente per rintracciare e controllare anche una sola persona avvistata in mare aperto, nella vicenda del barcone segnalato nottetempo dalla fonte qualificata Frontex, che dopo la segnalazione, a causa delle peggiorate condizioni del mare che aveva raggiunto forza 4 come registrato dalla Guardia di Finanza intervenuta e che per inidoneità dei mezzi di intervento a fronteggiare la situazione era costretta a rientrare, naufragava sulle coste di Cutro è da ritenersi gravemente inappropriato.

Le funzioni delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera sono rintracciabili nei riferimenti normativi raccolti nell'aprile del 2022 dall'Ammiraglio Ispettore Capo CP Nicola CARLONE e consultabili sul sito istituzionale del Comando Generale. Essi chiariscono a tutti e in modo inequivocabile che il servizio di soccorso in mare è in capo in prima battuta alle Capitaneria di Porto Guardia Costiera di competenza territoriale rispetto al segnalato evento di ipotesi di pericolo mentre è del tutto residuale la possibile attività della Guardia di 

Finanza sia per la modesta capacità di dotazione di mezzi che per la propria vocazione principale di intervento e controllo di polizia.

Nel Piano Sar Marittimo Nazionale I.M.R.C.C. 001 del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto Guardia Costiera edizione 2020, pure consultabile sui siti istituzionali viene spiegato in modo altrettanto chiaro quali sono le fasi e come affrontare la fondatezza e riscontrare in concreto una situazione di uno ipotetico scenario di pericolo in mare di cui si è venuti a conoscenza a qualsiasi titolo ed anche in presenza di pochi elementi, a prescindere se lo segnala un cittadino in difficoltà, un altro organo di polizia, un anonimo ect piuttosto che Frontex.

In sintesi la situazione di pericolo, e/o presunta tale, sin dalla fase iniziale e senza alcuna soluzione di continuità, deve essere affrontata con l'utilizzo di mezzi appropriati, personale formato a gestire emergenze in mare e con la raccolta e i riscontri, con ogni mezzo, di tutte le necessarie informazioni per raggiungere l'obiettivo segnalato, assicurare, prima possibile ed in sicurezza, l'adeguato ed appropriato intervento volto all'eliminazione di ogni situazione di pericolo e al salvataggio delle persone.

Secondo le chiare disposizioni contenute nel precitato Piano Sar, l'ultima fase di chiusura del soccorso sostanzialmente è quella di individuare e gestire la situazione di pericolo, salvare le vite umane ed una volta poste in sicurezza, se del caso, sottoporle ai dovuti controlli di polizia, fermo restando l'obbligo di esperire ogni ragionevole e possibile tentativo nel caso l'intervento si rilevasse altrimenti non fronteggiabile.

Quindi secondo le disposizioni del Piano Sar anche in presenza di notizie incomplete, quando è ragionevole presumere che sussista una reale situazione di pericolo per le persone come nel caso del naufragio di Cutro, si deve adottare un criterio non restrittivo nel senso che una notizia con un minimo di attendibilità deve essere considerata veritiera a tutti gli effetti. Pertanto alla ricezione della segnalazione l'U.C.G. deve sempre intervenire immediatamente ai sensi degli artt. 69 e 70 C.N. e art.4.4 del DPR 662/94 prendendo i primi provvedimenti, secondo le procedure previste dal cap.54 dell'annesso alla Convenzione di Amburgo ed in particolare acquisire informazioni e procedere secondo le codificate fasi di emergenza.

Non si potevano quindi assolutamente interrompere le ricerche e/o affrontare l'evento come un semplice controllo di polizia in quanto era sopraggiunta una evidente e gravissima condizione di pericolo di navigazione che la Guardia di Finanza non poteva affrontare, per inadeguatezza di mezzi, a causa della cambiata forza del mare e della conseguente tipologia di intervento richiesto in capo alla Guardia Costiera.

E bene evidenziare che per fronteggiare in modo efficiente ed efficace situazioni di pericolo in generale e ancor più in mare diventa fondamentale ed essenziale la scelta e l'appropriatezza dell'impiego dei mezzi e del personale e che questa scelta viene facilitata e supportata dalle disposizioni che regolamentano modalità, tempi e mezzi e strumenti di intervento.

Non meno attenzione deve essere posta sul fatto che anche in mare ogni controllo di polizia deve essere obbligatoriamente condotto in sicurezza e con adeguati ed appropriati mezzi; nel caso e nello scenario segnalato da Frontex nella tarda serata 25.2.2023 entrambe le condizioni non erano garantite per la Guardia di Finanza; diventa ingiustificabile, sotto ogni profilo, il mancato intervento di personale e mezzi inaffondabili di cui dispone la Capitaneria di Porto-Guardia Costiera competente per il territorio. Intervento resosi 

indispensabile già in prima battuta in quanto la segnalazione di Frontex, fonte certa e qualificata, della tarda serata del 25.2.2023 sebbene non esplicitava la parola "pericolo" aveva sostanzialmente riferito della navigazione di una imbarcazione con una persona a bordo in vista e la possibilità della presenza di altre persone sottocoperta rilevata dall'escursione termica e dell'impossibilità di continuare il monitoraggio perché il velivolo in ricognizione doveva rientrare per carenza di carburante. Informazione che poteva e doveva essere immediatamente riscontrata e verificata perché estremamente chiara circa il reale pericolo creatosi per l'imbarcazione tanto più che la Guardia di Finanza, che si accingeva subito alle ricerche e alla ricognizione per il supposto intervento di polizia, doveva interrompere l'operazione ed era costretta a rientrare per le sopraggiunte condizioni del mare in quanto il mezzo di cui disponeva non era adeguato ad affrontare una forza 4 del mare.

Si ritiene impensabile che il Personale della Guardia di Finanza rientrava semplicemente al proprio Reparto senza allertare la Capitaneria di Porto Guardia Costiera competente in grado, per personale formato e mezzi e strumenti in dotazione, di fronteggiare adeguatamente l'evento continuando le ricerche dell'imbarcazione interrotte appunto alla Guardia di Finanza e portando in salvo le persone a bordo.

Si evidenzia che la Guardia di Finanza al rientro dall'operazione interrotta per il mare forza 4 aveva comunque l'obbligo ai sensi dell'art.3 del dpr 662/94 richiamato al citato Piano Sar di allertare e richiedere l'intervento della Capitaneria di Porto Guardia Costiera, territorialmente competente che con i suoi inaffondabili mezzi navali avrebbe dovuto avviare le ricerche dell'imbarcazione segnalata da Frontex e rintracciarla prima che naufragasse in prossimità dello steccato di Cutro.

Pertanto non è chiaro il motivo per cui , nonostante l'impossibilità di intervento della Guardia di Finanza causata dal sopraggiunto mare forza quattro, la Capitaneria di Porto Guardia Costiera interessata non ha disposto il suo risolutivo intervento immediato e non si comprendono le ragioni che non hanno permesso nemmeno di seguire l'evoluzione della situazione diventata critica per il sopraggiunto mare forza quattro constatato dalla Guardia di Finanza rispetto alle condizioni di navigabilità senza criticità di qualche ora prima e che avrebbe senz'altro imposto un intervento di ricerca per soccorso per il sopravvenuto pericolo di navigazione in luogo dell'operazione di polizia che tuttora si vuole inopinatamente continuare a sostenere.

E auspicabile che le Autorità adite valutino questi aspetti perché non è riscontrabile alcuna motivazione per continuare a sostenere che l'evento segnalato, già inizialmente erroneamente trattato come operazione di polizia e non di soccorso, nonostante il sopraggiunto mare forza quattro che ha reso senz'altro pericolosa la navigazione dell'imbarcazione segnalata da Frontex, era oggetto di operazione di polizia che nei fatti viene posta a giustificazione del mancato intervento di ricerca e soccorso della Capitaneria di Porto Guardia Costiera. Non sono nemmeno citabili protocolli, circolari e decreti ministeriali in quanto gli ordini e le disposizioni contrarie a quelle aventi forza di legge non hanno alcun valore e se si tratta di ordini errati o come nel caso specifico di evoluzione delle condizioni di pericolo rispetto all'evento segnalato poche ore prima un comandante militare deve sempre fare ricorso al suo spirito di iniziativa e decidere in autonomia per operare nell'esclusivo interesse che la situazione contingente impone specie nel salvare vite umane rifiutandosi di eseguire ogni ordine e disposizione errate. Si possono salvare migliaia di vite umane ma se si lascia in pericolo di vita una persona sola resta sempre una omissione imperdonabile e di cui nonostante 

tutto dobbiamo sempre sapere e volere affrontare le possibili conseguenze con dignità ed onore che contraddistingue da secoli lo status di un militare.

Tanto per le valutazioni, ritenute opportune nelle rispettive inchieste in atto o che si vorranno intraprendere, al solo scopo di contribuire per quanto possibile alla più realistica ricostruzione possibile dell'evento di particolare gravità che ha suscitato e continua a suscitare risonanza mediatica anche a livello nazionale per fare in modo che quello che è accaduto a Cutro non accada mai più.

Il Segretario Regionale

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