Inaugurazione della Biblioteca di Scampia: La camorra si combatte con i Libri
Il 17 dicembre 1987 moriva Marguerite Yourcenar, scrittrice francese che, nel corso del Novecento, ha armato l’umanità per difendersi da qualsiasi forma d’oscurantismo e di asservimento. Tra le sue opere non possiamo non ricordare “Memorie di Adriano”, un deterrente per le menti, che ha accompagnato diverse generazioni nella loro crescita. Un libro da leggere e rileggere non solo nei luoghi deputati alla lettura, ma ovunque ci sia una coscienza, che non si è concessa allo stordimento omologante dei tempi, alle persuasive minacce d’O Sistema.
Il 22 dicembre 2017, a Scampia (NA), presso l’Officina delle Culture “Gelsomina Verde” - un ex istituto scolastico utilizzato per anni dalla camorra come deposito di armi – è stata inaugurata una biblioteca e una sala di lettura. Il progetto è stato ideato da Anart (Associazione Nazionale Autori Radiotelevisivi) e finanziato dalla SIAE, con il sostegno di AIB (Associazione Italiana Biblioteche), di AIE (Associazione Italiana Editori) e patrocinato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli. Un’associazione di ‘servitori’, armati di sogni, ha fondato una biblioteca là dove meno te lo aspetti: una biblioteca nel cuore di Gomorra?! Ebbene sì, nella guerra tra criminalità e legalità, le battaglie si vincono con i libri. Verrebbe da dire, parafrasando un noto film, imitando un giovane Clint Eastwood: “quando un uomo con [il kalashnikov] incontra un uomo con [il libro], quello con [il kalashnikov] è un uomo morto”. Motivo per cui ogni membro dell’associazione (R)esistenza anticamorra e tutti gli intervenuti all’inaugurazione hanno impugnato un libro. E qualcuno, in quel momento, ha deciso di brandire l’arma che la Yourcenar aveva elargito all’intera umanità, la sua opera simbolo, “Memorie di Adriano”. Certo, non tutte le armi hanno la stessa potenza ed efficacia, allo stesso modo ci sono anche libri innocui, ma quello sicuramente ha la portata devastante di un’atomica. In quelle pagine c’è un’intera artiglieria, di cui, oggi più che mai, la collettività necessita, per difendersi dall’imperante potere criminale di un sistema che tutto mercifica e degrada. Alcuni indizi hanno fatto supporre che fosse stata proprio la scrittrice francese a fornire il ‘proiettile’ a Ciro Corona – presidente dell’associazione responsabile dell’accaduto –, a ‘caricare’ la sua coscienza, pronta a far fuoco contro qualsiasi tipo d’ingiustizia. Scrive la Youcernar: «Fondare biblioteche è un po' come costruire ancora granai pubblici: ammassare riserve contro l'inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire». Un invero che forse è già arrivato da tempo, un’estate torrida che ha arso le coscienze. Tempi di siccità, aridi, ghiacciai o deserti che si articolano davanti alle nostre responsabilità. Ma finché s’istituiranno biblioteche, ci saranno granai inesauribili, sorgenti zampillanti per coloro che hanno un’evangelica “fame e sete di giustizia [e questi] saranno saziati”. La Biblioteca di Scampia è un’oasi in questo dilagante deserto che sta prosciugando spiriti e coscienze. All’inaugurazione sono intervenuti il giornalista Sandro Ruotolo, lo scrittore Maurizio De Giovanni e altri rappresentanti della cultura e dello spettacolo, ma soprattutto una comunità assetata di giustizia. Tutti coscienti che il sangue, che negli anni passati ha impregnato l’asfalto di alcuni quartieri di Napoli, potrà essere lavato solo con secchiate d’inchiostro. E se per Bufalino “un esercito di maestre salverà il mondo dalla mafia”, a Scampia sarà una falange di lettori a liberare il territorio dalla criminalità organizzata. Tutti coscienti che quando un uomo con il kalashnikov incontra un uomo con il libro, l’uomo con il kalashnikov è un uomo morto, perché con un kalashnikov non si può uccidere un’idea, mentre con un libro la si può cambiare.
Gerardo Magliacano