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Tempo Ordinario: Domenica 29.ma dell'Anno C (2024-25).

Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com) 

Tempo Ordinario: Domenica 29.ma dell'Anno C (2024-25)

Introduzione. Esodo ci presenta l’efficacia della preghiera di Mosè presso Dio; Gesù in Luca insiste sullo stesso concetto e sull’importanza di una preghiera continua; 2Timoteo richiama l’attenzione sulla S. Scrittura che è Parola di Dio e guida alla preghiera.

I - Esodo 7,8-13 - Mosè disse a Giosuè: Scegli per noi alcuni uomini, un piccolo esercito, ed esci in battaglia contro Amalèk (9), contro gli Amaleciti, che vennero a combattere contro Israele a Refidìm (8), opponendosi al loro spostamento verso la Terra promessa; e aggiunse: Domani io starò ritto sulla cima del colle, da dove poteva seguire e dirigere le operazioni della battaglia con in mano il bastone di Dio (8), col quale aveva operato miracoli in Egitto e nel deserto. Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalèk, mentre Mosè, Aronne e Cur salirono sulla cima del colle (10). Avvenne che, Quando Mosè alzava le mani, come per la preghiera, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk (11); in effetti Mosè per la vecchiaia sentiva pesare le mani e perciò presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue maniCosì le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole (12) e Giosuè sconfisse Amalèk e il suo popolo, passandoli poi a fil di spada (13), eliminando l’ostacolo. Quelle mani alzate sono simbolo della preghiera: così pregavano gli Ebrei e i popoli circostanti. Abbiamo bisogno di pregare per ottenere le grazie, e specie la vittoria sui nemici spirituali, cioè il diavolo, il mondo e la carne. Verifichiamo la qualità e la quantità della nostra preghiera; se non ci aiuta ad allontanare il peccato grave e a tenerci in grazia di Dio, è segno che preghiamo o non abbastanza o non bene o chiediamo grazie, che sarebbero disgrazie ottenere. Consigliamoci col padre spirituale.

II - Luca 18,1-8 - 1. (a) Gesù Diceva ai discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai (1). Egli ha parlato della fine del mondo e del giudizio, a essa collegato. Cosa fare per prepararsi? Gesù raccomanda la preghiera ininterrotta, senza farsi prendere dalla stanchezza o dall'impressione della sua apparente inutilità. Gesù già ne aveva parlato, in occasione dell'insegnamento del Padre Nostro e della parabola dell'amico importuno (Lc 11,1-12). Anche S. Paolo raccomanda la perseveranza nella preghiera (Rm 12,12). Gesù ci invita varie volte a pregare e a seguire il suo esempio, e quindi a strutturare la nostra giornata, tenendo conto delle necessità del nostro rapporto con Dio, senza trascurare ovviamente quello con noi stessi, col mondo materiale, con il prossimo; sempre dobbiamo curare l’equilibrio fra questi rapporti, tenendo conto delle situazioni personali concrete, nelle quali viviamo giorno per giorno. (b) La parabola di Gesù: In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno (2), non aveva rispetto né per Dio e le sue leggi, né per gli uomini, un vero disonesto (6), e una vedova, che andava molte volte e per lungo tempo da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario” (3) e lui si rifiutava di fare il suo dovere. Il giudice Per un po’ di tempo… non volle (4), ma poi con la sua cattiveria disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno (4), dato che questa vedova mi dà tanto fastidio con la sua insistenza, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi (5), cioè solo per egoismo. La perseveranza della donna poteva venire dalle necessità sue o della famiglia o anche dalla dignità personale per esercitare i suoi diritti. Se sentiamo veramente bisogno di qualche cosa e abbiamo fiducia nella potenza e sapienza e bontà di Dio, saremo perseveranti anche noi nella preghiera di richiesta per noi e per gli altri, e nella supplica di perdono dei peccati, nel ringraziamento e nell’adorazione. 

2. E il Signore soggiunse, spiegando e facendo l'applicazione della parabola: Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto (6). Il giudice cede alle insistenze della donna e le fa giustizia per evitare di essere disturbato ulteriormente. E Dio, come si comporta? E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? (7). Anzitutto, questi sono il suo popolo di scelti e preferiti fra tutti i popoli, e non semplici uomini, che comunque sono tutti amatissimi da Lui, perché candidati a diventare Suoi figli, grazie all'opera redentrice del Figlio. Dio li vuole accontentare, anche perché si tratta di richieste giuste da soddisfare (cfr. 8). Sentiamoci figli ed eletti di Dio, perché realmente lo siamo; cresciamo nella fede in queste verità; alimentiamo la nostra speranza di vederle realizzate in questo mondo, e ancora di più nell’eternità, e infiammiamoci di amore per il Figlio, che tutto ci ha meritato, e per il Padre, che tutto ci ha dato. (b) Gesù si domanda: Dio Li farà forse aspettare a lungo? (7), e risponde di no, anzi: Io vi dico che li ascolterà e farà loro giustizia prontamente (8), come i genitori accorrono quando vengono invocati dai figli, specie se bambini. Purtroppo, nella nostra relazione con Dio, noi siamo più presi dalla nostra condizione di creature col Creatore e Padrone, anziché da quella di figlio col Padre. Non siamo cresciuti nella “pietà”, che regola i nostri rapporti con Dio sulla base dell’amore padre-figlio. (c) Infine Gesù si chiede: Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra? (8). Egli si riferisce con tristezza alla sua seconda venuta: troverà poca fede, che pur è indispensabile per vivere la vita cristiana ed essere esauditi nelle preghiere: più è la fede, più miracoli e grazie ottiene da Dio. Chiediamo una fede intensa che fiorisca in una speranza viva e in una carità operosa, che introducono già da ora alla comunione con Dio.

III - 2Timoteo 3,14-4,2 – (a) Paolo esorta Timoteo: Tu però rimani saldo nella fede, in quello che hai imparato e che credi fermamenteConosci bene coloro da cui lo hai appreso, che gliel’hanno trasmesso (14) fin dall’infanzia (15). Conosci le sacre Scritture (15), fonte della rivelazione, alla quale occorre prestarle la fede, che va trasmessa agli altri: annuncia la Parola, insisti in ogni circostanza, al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e abbondanza di insegnamento (22), a seconda dei bisogni spirituali degli ascoltatori. Per questo Paolo lo supplica: Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare tutti gli uomini, i vivi e i morti, e allora si manifesterà in tutta la Sua grandezza e regalità (1). Anche noi dobbiamo restare fedeli alla dottrina, trasmessa e da noi ricevuta e purtroppo insidiata; trasmettiamola agli altri per aiutarli nel cammino verso la salvezza. (b) Le Sacre Scritture sono utilissime per istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù (15) e per diffonderla. Tutta e ogni singola parte della Sacra Scrittura è ispirata da Dio (16) ed è Parola di Dio: è anche utile per insegnare la verità da credere e il bene da praticare, convincere in modo solido, correggere chi ha sbagliato ed educare nella giustizia (16), a ciò che è giusto, secondo la Sua volontà. Grazie alla Parola di Dio vissuta, l’uomo di Dio diventa completo e ben preparato per ogni opera buona (17). Abbiamo amore e rispetto per la Parola di Dio; sia medicina quotidiana per curare le malattie spirituali; l’ascolto o la lettura di essa porta sempre una grazia di illuminazione dell’intelligenza e di spinta alla volontà per compiere il bene,

EUCARESTIA. Nella liturgia domenicale ascoltiamo quasi tutto il NT e le pagine più importanti dell’AT. La lettura completa ci fa gustare e capire meglio la Parola di Dio. Preghiamo la Vergine e S. Giuseppe, che certamente avevano il dono di penetrare il senso della Scrittura in modo speciale, gli Angeli Custodi e i santi Patroni, di ottenerci questa grazia. (mons. Francesco Spaduzzi)

Altri Temi: 1. …sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai. (1). Gesù dà esempio di preghiera frequente e perseverante: le notti in preghiera, le tante volte che si ritira in disparte, le benedizioni durante la giornata, anche se non erano ancora 100; erano occasioni, in cui appariva all'esterno, agli occhi di tutti, il suo ininterrotto dialogo col Padre, che noi dobbiamo imitare.

2. …un giudice che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. (2) Era un uomo che credeva solo in sé e si confrontava con sé; è la superbia fatta uomo, la negazione della fiducia e dell’amore nel prossimo, indispensabili per fare vita di relazione, e della fede e della carità, virtù fondamentali per noi cristiani, se vogliamo avere un rapporto serio con Dio. Non seguiamo il suo cattivo esempio.

3.  Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra? (18). In un contesto simile Gesù aggiunge: per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti (Mt 24,12), nel senso che per il diffondersi della malvagità, anche la carità di molti si raffredderà e le relazioni naturali e soprannaturali saranno realizzate con grandi difficoltà.

4. Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva… (11). Mosè prega sostenuto e accompagnato dai due (19). Gesù ci propone anche la preghiera comunitaria, nella quale egli si rende presente (Mt 18,20) e la nostra preghiera è fatta con lui; d’altra parte il cristiano sempre è membro del Corpo mistico di Cristo e quindi la sua preghiera diventa di Cristo e attraverso di Lui arriva al Padre.

5. …conosci le sacre Scritture fin dall’infanzia (15). E noi come le conosciamo? Almeno una volta in vita dobbiamo leggere intera la Bibbia: se leggiamo ogni giorno 40 versetti dell’AT e 11 vv. del NT, in due anni l’avremo percorsa tutta con sommo vantaggio spirituale, proprio perché la Parola di Dio è per noi ciò che il sole è per la terra: dà luce e calore ed è sorgente di vita. (mons. Francesco Spaduzzi)

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