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"Ultras, oltre il cliché".

La curva come specchio della contemporaneità.

C’è un luogo, nelle città, in cui si addensano energie che raramente trovano spazio nel dibattito pubblico. Un luogo che molti liquidano come mero teatro di tifo acceso, conflittualità o folklore sportivo. Eppure, tra i gradoni di una curva, si muove qualcosa di più profondo. Un laboratorio sociale, una comunità che resiste alla dissoluzione dei legami nella società contemporanea. È da qui che parte “Ultras – Antropologia di una subcultura ribelle”, il nuovo libro di Francesco Trione, pubblicato il 18 novembre 2025. Un viaggio che restituisce complessità a un fenomeno troppo spesso appiattito in letture superficiali. Basato su un approccio interdisciplinare che intreccia antropologia, sociologia e studi culturali, il saggio si propone di oltrepassare la dimensione calcistica per esplorare ciò che nelle curve si genera: rituali collettivi, pratiche di memoria, forme di appartenenza. Trione osserva come gli ultras costruiscano senso attraverso la condivisione di simboli, narrazioni, performance visive e sonore, trasformando lo spazio urbano in un palcoscenico identitario. L’autore non si limita a descrivere, ma costruisce una narrazione che accompagna il lettore dentro la densità emotiva e simbolica delle curve, mostrando come ogni coro, ogni coreografia, ogni gesto condiviso contribuisca a generare identità e comunità. “Ultras – Antropologia di una subcultura ribelle” si inserisce in una linea di studi che guarda alle culture giovanili come spazi di sperimentazione sociale. Qui, però, la chiave di lettura è originale: la curva non è solo espressione di ribellione, ma anche di creatività, di cura reciproca, di costruzione di memoria collettiva. Il volume invita a ripensare il rapporto tra città e gruppi sociali, tra partecipazione e conflitto, tra espressione comunitaria e logiche di mercato. Una lettura che può interessare non solo chi segue il calcio, ma anche studiosi, educatori, operatori sociali e chiunque voglia comprendere meglio i territori spesso invisibili in cui la società si ricompone dal basso.

 

D.G.

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