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Solofra. "Attratta dalla pittura fin da quando ero bambina”.

All’esposizione dell’evento solofrano “Spazio al colore e alla fantasia” hanno riscontrato un notevole successo le ceramiche artigianali di Patrizia Spiezia. Le tecniche utilizzate per crearle sono le stesse delle ceramiche vietresi e faentine. Ciò che le differenzia è lo stile decorativo tanto da rendere le sue maioliche in tele.

Patrizia afferma “Sono stata attratta dalla pittura e dalla storia dell’arte fin da quando ero bambina”. Ha studiato all’Istituto d’arte di Avellino e si è diplomata, negli anni 80, come ceramista.

Racconta: “Dopo un po’, ho accantonato la mia passione per dedicarmi alla famiglia e soprattutto, alle mie due figlie. Non sono scesa nel mio laboratorio per un lungo periodo; ma non penso di aver mai smesso del tutto di essere un’artista visto che continuavo a pensare le forme, i colori e i pennelli”. Ora vuole che le sue idee tornino ad essere il suo biglietto da visita.

Alla mostra di Solofra ha proposto opere tratte sia dal periodo più giovanile, sia da quello attuale: “Ho voluto appositamente mescolare – spiega -  opere più datate ed opere più recenti: vorrei che si percepissero le differenze, e l’evoluzione in senso identitario.” Le sue creazioni abbracciano due opposti: la contemplazione del tradizionale e una visione personale e più matura dell’arte. Come protagonisti delle sue ceramiche più apprezzate troviamo la rivisitazione di due immortali: “La dama con l’Ermellino” e “La mamma con il bambino”, un particolare estrapolato dal “Giudizio Universale”.

Insomma: le ceramiche di Spiezia riescono ad imprimere su terracotta la continuità fra un “ieri” ed un “domani” che sembrano distaccati. In realtà, essi sono uniti da un filo conduttore: la passione e la voglia di esprimere al meglio ciò che possiamo essere e pensare.  

Francesca Ingenito

 

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