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Atripalda. "L'ennesimo caso di sfruttamento".

La vicenda delle ex lavoratrici Conbipel si conferma l'ennesimo caso di sfruttamento e mancanza di rispetto verso chi ha perso il lavoro per le decisioni unilaterali di un gruppo imprenditoriale. La "proposta indecente" del Gruppo Manganaro rappresenta l'emblema di un sistema che considera i lavoratori merce di scambio, non persone con diritti e dignità.
Quello che è emerso dai colloqui tenuti in un bar di via Appia – già di per sé una scelta che dimostra totale mancanza di rispetto per la privacy e della dignità delle lavoratrici – è un vero e proprio ricatto. Chiedere alle lavoratrici di licenziarsi dalla precedente posizione e rinunciare alla cassa integrazione per un contratto di prova di 1-2 mesi, senza alcuna garanzia di stabilizzazione, è una proposta vergognosa.
Va inoltre denunciata con forza l’esclusione totale dei sindacati dalla trattativa, un atto grave che ha impedito alle lavoratrici di essere assistite da rappresentanti a tutela dei loro diritti, segno di un’operazione condotta con pochissima trasparenza ma molta arroganza.
 
Come Rifondazione Comunista, siamo stati i primi e gli unici a schierarci fin da subito al fianco delle nove lavoratrici licenziate. Già dal febbraio 2025, quando denunciammo la latitanza delle istituzioni di fronte a questa emergenza occupazionale.
La vicenda Conbipel si inserisce in un quadro più ampio che abbiamo sempre denunciato: la desertificazione industriale dell'Irpinia. Dove gli opifici chiudono per essere sostituiti da catene commerciali che spesso operano in condizioni di sfruttamento. Dalla ipotesi McDonald's – che non era disposta ad assumere le lavoratrici – fino all'attuale proposta del Gruppo Manganaro, si conferma un modello che sacrifica i diritti dei lavoratori sull'altare del profitto.
 
I segnali che emergono fanno pensare che si sia trovato un modo per farsi dire di no. Le ultime notizie in merito, che parlano di sole tre assunzioni su nove, e per di più con contratti della durata di appena due mesi, sono inquietanti. La presenza di altre figure già impegnate nell'allestimento della struttura, collegate ad attività commerciali precedenti, e il silenzio delle istituzioni locali alimentano il sospetto che si sia giocato sulle speranze delle lavoratrici per coprire altre convenienze.
 
Ribadiamo le richieste che avanziamo da mesi. Rispetto della dignità del lavoro, ogni proposta occupazionale deve garantire diritti e tutele, non essere un ricatto. È necessaria trasparenza da parte delle istituzioni, il sindaco Spagnuolo deve abbandonare l'atteggiamento di reticenza tenuto nell'ultimo Consiglio Comunale e chiarire il suo ruolo in questa vicenda e spiegare i colloqui che si sarebbero svolti in Municipio.
Poi come sempre ribadito servono politiche industriali serie !
Basta con la trasformazione dell'Irpinia in un deserto produttivo fatto di centri commerciali e sfruttamento.
 
Non ci fermeremo di fronte a questa ennesima ingiustizia. Rifondazione Comunista continuerà a stare al fianco delle lavoratrici e a denunciare ogni tentativo di precarizzazione e sfruttamento. La lotta per il lavoro dignitoso è una lotta che porteremo avanti con determinazione, contro ogni forma di ricatto padronale e di complicità istituzionale.
Il caso Conbipel dimostra ancora una volta che senza una sinistra di classe che difenda i diritti dei lavoratori, il sistema capitalista procede indisturbato nella sua opera di sfruttamento e precarizzazione.
Noi ci siamo, ci siamo stati e ci saremo sempre dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori.
 
Arturo Bonito
Segretario Provinciale
Partito della RIfondazione Comunista - Federazione Irpina
 
Tony Della Pia
Responsabile Prov. Lavoro
 
Luigi Caputo
Rappresentante PRC - Atripalda
 

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