Tempo Pasquale: Domenica III dell'Anno C
Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la preghiera personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni
mons. Francesco Spaduzzi
Tempo Pasquale: Domenica III dell'Anno C
I - Giovanni 21,1-19 – 1. (a) Dopo la risurrezione di Gesù, i discepoli restano a Gerusalemme alcuni giorni, almeno 8, e poi tornano in Galilea, dove Gesù ha dato loro appuntamento (Mt 28,7; Mc 16 ,7), per riprendere il lavoro di pescatori in attesa di disposizioni di Gesù. Sei discepoli stanno raccolti intorno a Pietro (2), che decide di andare a pescare. Gli altri gli si associano, ma lavorano inutilmente nella notte (3). Gesù dalla riva (4) chiede loro se hanno pescato del companatico e alla risposta negativa (5) suggerisce di gettare la rete a destra della barca; essi obbediscono e fanno una pesca straordinaria (6 Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci). Giovanni intuisce che lo sconosciuto è Gesù risorto e lo dice a Pietro, che si stringe il camiciotto e a nuoto si dirige verso Gesù (7 Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare). Gli altri discepoli lo seguono in barca, trascinando la rete sovraccarica (8). Pietro, messo da Gesù a capo e al servizio degli Apostoli, resta il punto di riferimento di tutti e anche qui viene nominato ben cinque volte (2.3.7.11) e accennato altre volte. Lui prende l'iniziativa di andare a pescare e decide di obbedire allo sconosciuto; si getta a nuoto per andare da Gesù, lo raggiunge per primo, va a prendere il pesce per completare la colazione preparata da Gesù e tira da solo la rete; gli altri vanno e stanno e lavorano con lui, condividono il fallimento della pesca notturna, lo seguono portando loro la barca a riva. Tutti i fedeli, ma specie noi pastori dobbiamo stare con Gesù e dargli la precedenza in tutto. E come gli Apostoli stanno con Pietro, che ha i suoi limiti ma Cristo arricchisce di doni e di prestigio, anche noi dobbiamo essere fedeli al Papa e sostenerlo con amore e rispetto nella sua missione universale, nonostante i suoi limiti. Coltiviamo la comunione col Papa in tutto e sempre, come con Cristo… (b) Scesi a terra, trovano che Gesù ha preparato la colazione con pesce e pane (9) ed Egli chiede di aggiungere del pesce appena pescato (10); Pietro da solo tira a riva la rete, che gli altri insieme non sono riusciti a sollevare a bordo (11 Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci) con 153 grossi pesci - erano i pesci catalogati allora -, per indicare che la salvezza è offerta a tutti; e la rete non si squarcia (11 E benché fossero tanti, la rete non si squarciò) per significare che la Chiesa non si deve dividere, perché una sola è la Chiesa di Cristo. Non gli domandano chi è perché ormai sono convinti che è il Signore risorto (12 E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore). Gesù con amore li invita a mangiare (12-13 Gesù disse loro: «Venite a mangiare»... 13 Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce). Così essi vivono con somma gioia questo terza manifestazione di Gesù risorto ai discepoli riuniti (14). Egli, invisibile, comunque è sempre presente anche per noi nei vari segni e Lo percepiremo, se abbiamo la fede e sensibilità spirituale di Giovanni e l'amore operoso di Pietro. Gesù ci attira con la sua grazia e il suo amore.
2. (a) Dopo aver fatto colazione, Gesù alla presenza di tutti domanda a Pietro se gli vuole bene più degli altri (15 Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?»); Pietro risponde che Lui lo sa che gli vuoi bene (15 Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene»), ma non aggiunge più di costoro, perché altre volte aveva millantato 1a sua superiorità, smentita ben presto dai fatti; Gesù lo esorta a prendersi cura delle Sue pecore (15 Gli disse: «Pasci i miei agnelli») - immagine per indicare i discepoli di Gesù - come segno del suo amore per Lui. Gesù gli ripete una seconda volta la stessa domanda, senza aggiungere più di costoro; Pietro risponde che Lui conosce il suo amore per lui, e Gesù gli ripete di prendersi cura delle Sue pecore (16). La stessa domanda, ripetuta la terza volta, provoca dolore a Pietro, perché gli ricorda il triplice rinnegamento; egli risponde appellandosi alla scienza infinita di Gesù, che sa tutto e quindi sa anche il suo amore per Lui (17 Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene») e Gesù gli dice di nuovo di pascolare il suo gregge. Gesù aveva insegnato che il primo comandamento è amare Dio e il secondo amare il prossimo, per amor di Dio e come immagine di Dio; adesso Gesù, come segno dell’amore che Pietro ha per Lui, gli chiede di prendersi cura delle anime, che Egli ha redente e che gli affida; Pietro è fatto pastore di tutto il gregge di Cristo, di tutta la Chiesa, e deve amare e prendersi cura di loro, anche quelle che ancora non appartengono al suo gregge. E’ sempre la carità verso il prossimo, ma con la caratteristica di essere carità pastorale. Chi ama in modo autentico Dio e Gesù, deve amare il prossimo e non può esimersi dall’aiutarlo a raggiungere la salvezza: come ama Dio e l'immagine di Dio, così ama Gesù, il Capo, e gli uomini, membra del Corpo Mistico o chiamati a esserlo. (b) Gesù aggiunge che Pietro lo seguirà in tutto, anche nel martirio della croce (18 In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19 Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi»), perché dall'unione perfetta con Gesù attingerà la forza della sequela fedele e generosa di lui. Tutti i cristiani, con la grazia di Dio, devono e possono seguire Gesù fino all’estremo sacrificio, ma i pastori in modo speciale.
II - Atti 5,27b-32.40b-41 - Gli Apostoli vengono arrestati mentre predicano e sono interrogati dal sommo sacerdote (27), che ricorda loro la proibizione di insegnare nel nome di Gesù (28) e li accusa di averlo fatto in città e di accusare il Sinedrio dell'uccisione di Gesù (28), che essi neanche nominano. Pietro con gli Apostoli è chiarissimo nel rispondere: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini (29), anche se questi sono consacrati da Dio e a Dio, quando non danno ordini secondo la volontà di Dio; rinnova ai capi l'accusa di assassinio nei confronti di Gesù, che però Dio ha risuscitato (30 Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce) e ha fatto sedere alla sua destra come Capo e Salvatore, perché sia data a Israele la conversione e il perdono dei peccati (31 Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore, per dare a Israele conversione e perdono dei peccati). I discepoli sono testimoni di queste verità e fatti col sostegno dello Spirito Santo, dono di Dio a quelli che obbediscono a Lui (32 E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono) e a quelli che lo rappresentano. Ammiriamo il coraggio degli Apostoli nel disobbedire ai capi religiosi per obbedire a Dio e l’audacia di Pietro nel rinfacciare ai capi religiosi la loro responsabilità nell'uccisione di Gesù; egli afferma la resurrezione di Gesù e la sua missione di Salvatore degli uomini e proclama che lo Spirito Santo parla attraverso i discepoli di Gesù perché sono profeti. Alimentiamo la nostra fede in queste verità e impegniamoci a proporle ai fedeli e a imitare gli Apostoli. (b) I capi stavolta fanno flagellare gli Apostoli, che già avevano disobbedito a una prima proibizione di insegnare nel nome di Gesù, e la rinnovano; poi li rimettono in libertà (40). Comunque gli Apostoli si allontanano felici dal Sinedrio perché Dio li ha ritenuti degni di essere oltraggiati per il nome di Gesù (41 Essi allora se ne andarono via dal sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù). Interroghiamoci se abbiamo il coraggio di testimoniare la nostra fede anche quando siamo presi in giro e perseguitati, come avviene di tanti cristiani nel mondo..
III - Apocalisse 5,11-14 - (a) In una delle sue visioni Giovanni assiste a una liturgia in Cielo; vede miliardi e miliardi di Angeli, che stanno intorno al trono di Dio (7), che egli condivide con l'Agnello, parola con cui si indica il Figlio di Dio fatto uomo. L’Apostolo ode questi Angeli (11) che proclamano a gran voce la grandezza dell'Agnello e gli attribuiscono titoli divini, anche se ne ricordano l’immolazione per la gloria del Padre e la salvezza degli uomini: L’Agnello, che è stato immolato,/ è degno di ricevere potenza e ricchezza,/ sapienza e forza, onore,/ gloria e benedizione (12). Agli Angeli si unisce tutto l'universo, che a sua volta attribuisce gli stessi titoli a Dio Padre e all’Agnello: «A Colui che siede sul trono e all’Agnello/ lode, onore, gloria e potenza,/ nei secoli dei secoli» (13). I 4 essere viventi, che stanno intorno al trono divino (11.14) aderiscono e confessano con l’Amen (14), mentre i 24 anziani (11.14) si prostrano in adorazione, per riconoscere l’infinità di Dio (14), uno nella natura e trino nelle persone. Anche noi riconosciamo che Gesù durante la vita terrena ha velato e nascosto la sua divinità, ma con la risurrezione il Padre ne ha voluto manifestare tutta la gloria divina e la perfezione della sua umanità e il dominio sull'universo. Anche noi con gli Angeli, tanto superiori a noi, e con tutte le creature proclamiamo la grandezza di Dio Padre e Figlio e Spirito Santo, la loro potenza e sapienza e bontà infinite, che a noi si manifestano nella creazione del mondo e ancora di più nell'opera redentrice.
EUCARISTIA. Essa ci rende presente Gesù così tenero e attento ai bisogni degli Apostoli e dei fedeli, che egli affida loro; da lui viene l’amore che deve caratterizzare e animare il rapporto fra il pastore e i fedeli. Chiediamo alla Vergine SS. e a S. Giuseppe, agli Angeli Custodi e ai santi Patroni, di ottenere ai pastori la carità pastorale e ai fedeli la docilità verso di loro,