Tempo Pasquale: Domenica II dell'Anno C
Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la preghiera personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni
mons. Francesco Spaduzzi
Tempo Pasquale: Domenica II dell'Anno C
I - Giovanni 20,19-31 – 1. (a) I discepoli non trovano pace e serenità da quando Gesù è stato arrestato ed è morto, e specie ora che si accavallano le notizie sulla sua resurrezione: le donne hanno visto gli Angeli cha annunciano la resurrezione di Gesù; Pietro e Giovanni hanno visto la tomba vuota; a Pietro è apparso Gesù e poi anche ai due discepoli di Emmaus. Essi ora stanno insieme nel Cenacolo a porte chiuse per paura di essere maltrattati dai Giudei; Gesù nella sua misericordia va a fare loro visita e dona con parola onnipotente pace e consolazione (19): ora sentono pace e gioia (20 E i discepoli gioirono al vedere il Signore), perché hanno la sicurezza che è proprio lui vivo - e non si tratta di un fantasma –, come è evidente dai segni delle sue piaghe nelle mani e nei piedi e da quella del costato (20 Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco; Lc 24.39). Cerchiamo di vedere con gli occhi della fede e gustare col cuore Gesù presente: in mezzo a noi quando siamo riuniti nel suo nome o nei nostri fratelli sofferenti e bisognosi o in ciascuno di noi per la fede e la carità o nel suo ministro o nella sua Parola o nei Sacramenti o nell’Eucarestia: Gesù nelle varie presenze ci dà la pace e la gioia, che provano i discepoli nel vedere il Signore. Disse la Vergine a S. Juan Diego il 12 dicembre 1531 e tanto più lo dice Gesù a noi: “Non sto forse qui io che sono tua madre? Non stai forse sotto la mia ombra e protezione? Non sono forse io la fonte della tua gioia? Non sei forse nel cavo del mio manto, nella croce delle mie braccia?”. Non perdiamo mai di vista l’amore infinito e misericordioso di Gesù per noi. (b) Gesù riprende a parlare con loro, rinnova loro la benedizione della pace e affida loro la missione che ha ricevuta dal Padre (21 Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi»), cioè di predicare la buona notizia della salvezza, di santificare e reggere i fedeli in nome suo (cfr. Mt 28,18-20); dà loro anche il dono dello Spirito, che li abiliterà al compimento della missione (22 Detto questo, soffiò e disse loro: Ricevete lo Spirito Santo), e tra i vari compiti Gesù richiama loro quello speciale di perdonare i peccati alle persone ben disposte (23 a coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati), cioè ai pentiti dei loro peccati, che fanno il proposito di non peccare più con l’aiuto di Dio e di prendere i mezzi necessari per evitarli. E’ un’altra grande prova del suo amore misericordioso. Crediamo e ammiriamo la misericordia di Gesù, amiamolo; noi pastori rinnoviamo l'impegno di essere generosi nel dispensare la misericordia di Dio e voi fedeli di usarne bene e con frequenza almeno mensile.
2. (a) Tommaso era assente a quest’apparizione (24); quando tornò, gli altri gli dissero che avevano visto Gesù, il Signore risorto (25), ma egli rispose che non avrebbe creduto alla sua risurrezione, finché non vedeva e toccava le sue piaghe nelle mani e nel costato (25), per avere la certezza che fosse proprio lui. Tommaso rifiuta di credere alla testimonianza di chi ha visto e ascoltato e mangiato con Gesù; è il rifiuto della fede e il trionfo dell’orgoglio e della disistima degli altri. La fede è credere a una parola o a un fatto sulla testimonianza di una persona affidabile. Gli Apostoli credettero che Gesù era Dio, oltre che uomo, per la sua parola e con l'aiuto dei miracoli e delle profezie. Alimentiamo la nostra fede con l’ascolto della Parola di Dio. (b) La domenica seguente riappare Gesù per misericordia col solito saluto di pace (26) e si rivolge subito a Tommaso, invitandolo a fissare bene le piaghe dei chiodi nelle mani e della lancia nel costato e a mettervi il dito e la mano (27), e a smetterla di essere incredulo (27). Tommaso risponde con la professione di fede più alta del NT: riconosce Gesù come Dio e Yahweh: «Mio Signore e mio Dio!» (28). Gesù costata che ha creduto perché ha visto, ma proclama la beatitudine di quelli che crederanno senza vedere (29 Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!»), cioè di noi che, senza aver visto, crediamo per la testimonianza degli Apostoli e dei miracoli, operati da Gesù e dai discepoli. Per crescere nella fede, aderiamo alla Parola di Dio e meditiamola. (c) Giovanni ha raccontato alcuni dei miracoli di Gesù, ma Egli ne aveva compiuti moltissimi altri; questi li ha riferiti per suscitare la fede di chi legge o ascolta e così avere la vita eterna (31 Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome)
II - Atti 5,12-16 – (a) I cristiani, sotto la guida degli Apostoli (12) continuavano la loro vita religiosa nel Tempio, che frequentavano regolarmente come prima, ma con spirito nuovo: esso veniva loro dall'insegnamento di Gesù, rinnovato adesso degli Apostoli, dalla pratica dei sacramenti, specie il battesimo e l’eucaristia, e dalle preghiere nuove che facevano (At 2,42-47); probabilmente partecipavano anche ai sacrifici solo come segno che volevano fare la volontà di Dio, come rivelata da Gesù. Si raccoglievano nel Portico di Salomone, una parte del Tempio (12). I non discepoli, cioè gli scribi, i farisei, le classi sacerdotali, gli erodiani, responsabili della morte di Gesù, li guardavano con sospetto e disprezzo e se ne stavano a distanza da loro (13), a differenza della gente comune, che nutriva ammirazione per loro e li esaltava, perché ne vedevano l'intensità della vita religiosa, l'unione tra di loro, le molte opere di carità verso i bisognosi, la comunione dei beni. Così si convertivano e aderivano al Signore (14) molti uomini e donne (14 Sempre più, però, venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne), anche fra gli antichi oppositori; credevano in Gesù Signore con vera fede e venivano ammessi alla comunità col battesimo, in modo da avere lo Spirito e il perdono dei peccati (At 2,39-40). Anche noi vogliamo crescere nella fede e nell’amore al Signore e perciò fare una vita comunitaria più intensa per il futuro, partecipando con regolarità alle catechesi, ai sacramenti e alle attività della parrocchia. (b) Un altro elemento attirava alla fede in Cristo: i miracoli che Dio faceva per mezzo degli Apostoli – ed erano tanti (12); essi li operavano “nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno” (At 3,6), cioè invocando il nome di Gesù e per il suo potere e autorità. Gli ammalati venivano portati nelle piazze sui lettucci e aspettavano che Pietro passasse in mezzo a loro e li guarisse addirittura con la sua ombra (15 tanto che portavano gli ammalati persino nelle piazze, ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro): anche dai dintorni di Gerusalemme arrivavano le folle coi malati e ossessi, che venivano guariti e liberati (16). Come una forza usciva da Gesù e guariva tutti (Lc 6,19; 8,46), così ora questa forza di Gesù agiva attraverso Pietro e gli Apostoli. Non era come se Gesù fosse presente, ma Cristo era ed è veramente presente nei 7 modi e agiva e agisce ancora; l'invisibilità di Cristo, in seguito all'Ascensione, come non aveva reso poveri gli Apostoli, così non impoverisce neanche noi. La fede otteneva gli stessi miracoli da Gesù per mezzo degli Apostoli. Preghiamo che i successori degli Apostoli, Vescovi e preti, pastori del popolo di Dio, siano così uniti a Cristo che ne possano continuare l'attività in tutti i campi.
III - Apocalisse 1,9-11a.12-13.17-19 – (a) S. Giovanni si trova in esilio nell'isola di Patmos per la sua fede e perché ha predicato la Parola di Dio e testimoniato Gesù (9 mi trovavo nell’isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza di Gesù); egli si sente e si dichiara fratello di tutti credenti e compartecipe delle loro sofferenze, dello stesso regno di Dio e della perseveranza nell’unione con Gesù (9 Io, Giovanni, vostro fratello e compagno nella tribolazione, nel regno e nella perseveranza in Gesù). L’Apostolo racconta che una domenica lo Spirito di Dio lo fa entrare in estasi (10 Fui preso dallo Spirito nel giorno del Signore): ode una voce dietro di sé, fortissima come di tromba, che gli ordina (10) di scrivere in un libro quello che vede e di mandarlo a 7 comunità dell’attuale Asia Minore (11.19). Dio aveva parlato per misericordia nell'AT e aveva continuato a farlo nel NT per mezzo di Gesù; poi Gesù parlò per mezzo degli Apostoli e continua a farlo con i loro successori, per formare e guidare la Chiesa attraverso i tempi. Rinnoviamo la nostra fede nel magistero del Papa, dei Vescovi e dei preti, uniti a lui. (b) Giovanni si volta per identificare la voce (12) e vede sette candelabri d'oro (12): nel loro culto gli ebrei ne avevano uno solo, nel quale erano innestate 7 lampade, che diffondevano molto meno luce rispetto a questi 7 candelabri con ben 49 lampade; l’Apostolo vede in mezzo ad essi Gesù, vestito da Sommo Sacerdote (13 e, in mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d’uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d’oro). Egli lo riconosce subito e, sapendo che è Dio e uomo, ormai nella gloria, si prostra ai suoi piedi in adorazione e profonda umiltà (17), ma Gesù, misericordioso sulla terra, lo è - se possibile - ancora di più in cielo: si china su di lui e lo incoraggia con il gesto di toccarlo con mano e con la parola: Non temere! (17); gli si dichiara Dio: Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente (17-18); gli ricorda che in quanto uomo fu ucciso ma è risuscitato e vive per sempre e inoltre ha il dominio della morte e del regno dei morti (18 Ero morto, ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi). In sostanza Gesù si presenta come Dio e uomo glorificato, e anche come salvatore misericordioso, perché sommo sacerdote, pieno di compassione. Egli continua ad amare e a preoccuparsi dell'umanità, con un occhio particolare per i discepoli, ai quali seguita a far giungere la sua Parola attraverso l'Apostolo per illuminarli e guidarli nei vari avvenimenti (19). Questo è Gesù, che si è rivelato mentre stava sulla terra e continua a manifestarsi mentre sta in Cielo e continua a stare sulla terra. Crediamo, adoriamo, speriamo, amiamolo in sè e nel prossimo.
EUCARESTIA. Gesù risorto visita i discepoli, li rafforza e li consola; ciò che egli faceva di persona, continua a farlo ora per mezzo della sua presenza in Spirito, specie nei misteri della fede che sono i Sacramenti e l’Eucarestia; sotto i segni sacramentali Lui è presente e agisce, continuando a offrire la salvezza a coloro che si aprono ad accoglierla. Preghiamo la Vergine Maria e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni, di ottenerci la grazia di essere tra quelli che accolgono con docilità la Parola di Dio e la vivono.
mons, Francesco Spaduzzi