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Tempo Ordinario - Domenica I dell'Anno C: Battesimo di Gesù

Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la  preghiera personale e l’omeliaSono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

mons. Francesco Spaduzzi

 francescospaduzzi@gmail.com

Tempo Ordinario - Domenica I dell'Anno C: Battesimo di Gesù

I - Luca 3,15-16.21-22 - 1. Il popolo ammirava molto Giovanni Battista, perché era giustamente convinto che fosse un profeta vero, che parlava a nome di Dio; molti si chiedevano si fosse anche il Messia atteso (15 Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo); lo vedevano grande penitente e ne avvertivano la santità. Ma Giovanni fu esplicito nel negare di esserlo; egli anzi preannunciò che era in arrivo uno più grande e più forte di lui, al punto che egli non si sentiva neanche degno di sciogliere il legaccio dei suoi sandali (16 Giovanni rispose a tutti dicendo:… ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali); inoltre anche la missione del Messia sarebbe stata tanto superiore alla sua, perché lui battezzava con semplice acqua, mentre il Messia avrebbe battezzato con la forza dello Spirito Santo e donandolo e avrebbe realizzato una purificazione energica e profonda, come quella del fuoco, che separa l’oro dalle scorie (16. Io vi battezzo con acqua ... Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco). Ammiriamo l'umiltà di Giovanni e la sua sollecitudine a chiarire la propria identità, per evitare equivoci nella mente dei discepoli. Notiamo anche la sua lucidità, che gli fa vedere chiara la differenza fra se stesso e il Messia e gliela fa affermare chiaramente.  Quanto è stata importante la missione di Giovanni come precursore di Gesù e come l’ha compiuta con la massima fedeltà e con successo, nonostante il poco tempo avuto a disposizione! Impariamo da lui anche la vita penitente e che la vita santa del testimone – pensiamo ai pastori santi - apre il cuore delle persone ad accogliere più facilmente la fede in Gesù.

 2. Giovanni battezzò i presenti e Gesù stesso (21 Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo). Gesù si mise a pregare (21 stava in preghiera), forse in semplice dialogo col Padre, che per lui era costante, o forse per chiedere che si realizzasse il Regno di Dio in modo completo e al più presto, grazie alla sua opera; certamente pregò per la venuta dello Spirito Santo su di sé: lo Spirito già nell'Antico Testamento aveva sostenuto i profeti nel compiere la loro missione e ora era all'opera nell'attività di Giovanni e nella sua parola e ispirava gli ascoltatori ad accettare il suo invito alla conversione. Mentre Gesù stava in preghiera, si aprì il cielo atmosferico come segno dell’apertura del Cielo, dimora di Dio, per annunciare la ripresa piena delle comunicazioni tra Dio e l'uomo (21 il cielo si aprì); su Gesù scese, mandato dal Padre, lo Spirito, che prese forma visibile e rassomigliava a una colomba (22 e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba); proprio allora la voce del Padre si fece sentire e dichiarò che Gesù è il Figlio di Dio ed è totalmente gradito a Lui (22 e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento»). Lo Spirito scese su Gesù per indicare che la sua vita cambiava: lasciava la fase della vita “nascosta” ed entrava nel nuovo periodo della predicazione del Regno di Dio; la voce del Padre lo accreditava non solo come Messia ma come suo Figlio. Rinnoviamo la nostra fede nella persona di Gesù Dio e Uomo, Messia e Salvatore dell'umanità, e nell'opera dello Spirito Santo in Gesù come Capo del Corpo Mistico e nelle membra di questo Corpo Mistico: di esso l’uomo diventa membro proprio grazie al battesimo, che fu istituito da Gesù per donarci lo Spirito Santo. Lo Spirito resta presente nel battezzato ed è sorgente continua della sua vita nuova; inoltre sostiene i battezzati per aiutarli a far crescere il Regno di Dio sulla terra in vista del suo completamento in Cielo.

II - Isaia 40,1-5.9-11 - Dio ordina alla Corte Celeste di consolare il suo popolo (1 Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio) con parole, che devono arrivare al suo cuore (2 Parlate al cuore di Gerusalemme); bisognerà gridarle che la sua sofferenza è finita perché i suoi peccati sono stati espiati, in quanto ne ha ricevuto da Dio la giusta pena (2 e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati), come l'eredità riservata ai primogeniti (Dt 21,15-17). Una voce - forse un Angelo - ordina di preparare nel deserto una via, per la quale deve camminare Dio (3 Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore), alla testa del suo popolo, che lascerà Babilonia e tornerà a Gerusalemme (cfr. 9); la strada dovrà essere in pianura, comodissima (3 spianate nella steppa la strada per il nostro Dio): le valli saranno riempite e i monti e colline abbassati (4 Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata). Un araldo porterà questo annunzio a Gerusalemme (9 tu che annunci liete notizie a Sion… tu che annunci liete notizie a Gerusalemme), dovrà salire su in alto (9 Sali su un alto monte) e gridare a gran voce (9 Alza la tua voce con forza… Alza la voce), senza timore (9 non temere), in modo che la notizia arrivi lontano, alle città della Giudea (9 annuncia alle città di Giuda); la grande notizia è che sta arrivando Dio con grandi manifestazioni della sua onnipotenza e della sua signoria: Ecco il vostro Dio! (9); Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio (10); Egli porta con sé i trofei delle sue vittorie (10 Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede). Vedranno la sua manifestazione gloriosa tutti i popoli, perché è Dio che ha parlato (5 Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato). La sua gloria però non si rivelerà in imprese guerresche ma con i miracoli (cfr. 10) e col dimostrarsi pastore amorevole del suo popolo, che raduna e guida al pascolo (11 Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna), curando specie gli agnellini, che porta in braccio, e le pecore, che hanno da poco partorito (11 porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri). Il profeta annuncia due avvenimenti: uno, vicino, che è la liberazione degli ebrei dalla schiavitù di Babilonia e il ritorno alla loro terra, e l'altro, più lontano, che è la liberazione degli uomini dalla schiavitù di Satana. Entrambi vengono realizzati da Dio: il primo nell’AT e rivela soprattutto la sua potenza, il secondo nel NT per mezzo di Gesù Cristo e manifesta la grazia (Tt 2,11; cfr. 3,7), la bontà e l'amore (Tt 3,4), la misericordia di Dio (cfr. Tt 3,7),. In questo modo Dio ha agito con misericordia grande verso gli Ebrei e con misericordia ben maggiore verso di noi. In effetti è Gesù il Dio, che venne venti secoli fa e viene sempre per noi: egli sta in mezzo a noi con la potenza dei miracoli e con la tenerezza del pastore; si prende cura di noi, come il capo è unito al corpo e influisce su ciascuna delle sue membra o come i genitori che vegliano amorosamente sui figli. Crediamo, adoriamo, ringraziamo, rinnoviamo la nostra fede e speranza in lui, amiamolo. Pentiamoci dei peccati.

III - Tito 2,11-14; 3,4-7 - Dio è infinitamente buono (4 la bontà di Dio) e pieno di amore (4 il suo amore) misericordioso (5 misericordia) e pieno di benevolenza nei nostri confronti (11 la grazia di Dio): egli vuole salvarci (11 che porta salvezza a tutti gli uomini), perché egli è il Salvatore (4 Dio, salvatore nostro) di tutti (11). Dio si è manifestato buono, amante, misericordioso, pieno di grazia e benevolenza per noi (4 Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro,/ e il suo amore per gli uomini; 11 È apparsa infatti la grazia di Dio) nella prima venuta di Gesù, Dio e Salvatore (13 del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo; cfr. 6). Gesù ci ha insegnato che cosa dobbiamo fare per corrispondere alla chiamata di Dio: occorre che evitiamo il male (12 e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani) e facciamo il bene in questo mondo (12 e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà); egli è il nostro modello, perché ha praticato quello che ha insegnato. Egli ci ha salvati (5), consegnando se stesso alla morte per riscattarci dai peccati con la sua Passione e Morte - manifestazione, la più grande, del suo amore per noi - e per formare un suo popolo nuovo e santo, impegnato a fare il bene (14 Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone; cfr. 12). Quindi ci ha salvati non per i nostri meriti, ma per sua misericordia (5 non per opere giuste da noi compiute,/ ma per la sua misericordia) mediante il battesimo, che ci genera alla vita divina e ci fa uomini nuovi (5 con un’acqua che rigenera e rinnova); per mezzo del battesimo noi riceviamo il dono dello Spirito Santo (5 nello Spirito Santo), che viene effuso da Dio in noi abbondantemente (6 che Dio ha effuso su di noi in abbondanza) e che ci viene da Gesù (6 per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro). E’ lo Spirito che ci aiuta a mettere in pratica l'insegnamento di Gesù, a farcelo guardare come modello e sorgente di perfezione nel suo mistero pasquale. Perché figli di Dio già da adesso, fratelli di Gesù e dimora dello Spirito Santo, se viviamo secondo la volontà del Padre, noi diventiamo eredi di Dio nella speranza (7 affinché … diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna), perché resi giusti ai suoi occhi per la sua benevolenza (7 giustificati per la sua grazia). Noi viviamo tutta la nostra vita nell’attesa della seconda venuta di Gesù, nostro Dio e Salvatore, che verrà come giudice di tutti gli uomini (13 nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria). S. Paolo in questi due brevissimi brani della stessa lettera a Tito ci presenta una sintesi di tutta la fede e vita cristiana: troviamo i due misteri principali della fede, l’opera redentrice attuata da Gesù, i mezzi per perseverare nella vita divina iniziando col battesimo, la morale, ecc. E soprattutto ci ricorda che dobbiamo tutto alla bontà e all’amore e alla misericordia e alla grazia di Dio…

EUCARESTIA. La fede e il battesimo ci fanno entrare in comunione con Cristo e per mezzo di lui con la Trinità. Nella Messa raggiungiamo il vertice della comunione con la Trinità se vi portiamo le giuste disposizioni, specialmente la fede, la speranza e la carità. Chiediamo alla Vergine Maria e a S. Giuseppe, agli Angeli Custodi e ai Santi Patroni, di ottenerci le loro disposizioni nel vivere la Messa.  

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