MARò, CHE SCHIFEZZ ...
L’espressione, seppur frutto del nostro linguaggio dialettale, rappresenta, tuttavia, la figura, che la nostra Nazione sta dimostrando, in ambito internazionale, con la disastrosa storia, dei nostri soldati, trattenuti, illegalmente, in India.
Conosciamo tutti la vicenda di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre; facevano parte del gruppo di soldati, impegnati a proteggere da atti di pirateria la nave mercantile italiana Enrica Lexie.
La vicenda, ebbe inizio, quando, i nostri due soldati spararono contro un’ imbarcazione, che si avvicinava, pericolosamente, alla loro nave.
La nostra nave, che solcava le acque internazionali dell'oceano indiano, commise l'ingenuità di entrare in un porto indiano, per denunciare l'accaduto e collaborare con le autorità locali .
L'errore grave fu il permesso, accordato alla polizia indiana, di entrare nella nave.
In proposito, giova ricordare che, in base al principio di extraterritorialità, la nave è considerata territorio nazionale di quello Stato, di cui batte bandiera.
Quindi, la predetta nave mercantile appartiene al nostro Stato.
Tutti gli sviluppi della vicenda rappresentano un caso emblematico della debolezza ed impreparazione dei nostri politici nelle Istituzioni, a tutti i livelli.
Non si può permettere a chiunque di entrare nel nostro territorio, senza un’ autorizzazione e senza rispetto delle leggi vigenti.
Credo che tutti ricorderanno la vicenda dell'aereo, costretto dagli statunitensi ad atterrare nell'aeroporto militare di Sigonella, per catturare un passeggero.
Ebbene, l'allora governo Craxi, con un’ azione dei Carabinieri italiani, che avevano circondato l'aereo e s’ interposero alle forze militari statunitensi, impose il rispetto della nostra sovranità nazionale ed il principio dell'extraterritorialità dell'aereo straniero, atterrato sul territorio italiano.
Con la stessa forza, che l'Italia può dimostrare in ogni momento, mi permetto di asserire che, quando la polizia indiana voleva arrestare i nostri soldati, i nostri Carabinieri sarebbero dovuti entrare nell'ambasciata indiana a Roma.
La situazione sarebbe diventata gravissima, ma si sarebbe risolta in brevissimo tempo, senza permettere l'arresto dei nostri soldati, con una ben diversa evoluzione della vicenda in questione .
Michele P.