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"Non è tempo di divisioni, è tempo di avere una visione per il futuro del Nostro Paese".

"Questo è un momento di cambiamento molto forte. Le differenze non sono quelle tradizionali tra destra e sinistra, tra politica e industriali ma tra la paura e il coraggio, tra chi guarda ai muri e un mondo che guarda alle piazze. Credo che il Mio paese sia un grande paese perchè crede in un futuro che guarda alle piazze e non ai muri".

Come sembra lontano, dove si cantava dai balconi, per allontanare ansia e dare vicinanza, ricordo i flash-mob che ci facevano sentire uniti. Ormai è più di un mese che siamo rinchiusi in casa per ovvie ragioni e si percepisce già una disgregazione sociale e politica marcata dalla storia di due gruppi di raccolta fondi COVID19.

Constatiamo che: manca una vera unione d'intenti, una forte tensione verso una vera unità politica che porrebbe in questo momento la stessa, sotto un'altra luce più credibile e con più forza contrattuale, di questi tempi abbastanza indispensabile.

Premessio che io non appoggio e non ho mai appoggiato questa maggioranza, anche se in questo momento critico ho usato toni collaborativi, sono all'opposizione e rimango all'opposizione. Detto questo, rimarco la Mia contrarietà sul modo di gestire la raccolta fondi, sia dagli industriali, sia dall'Amministrazione.

In questo momento, dove l'unico obbiettivo è quello di uscire indenni da questa emergenza, ci vuole una forte coesione; mentre questo atteggiamento di divisione non fa altro che indebolire ogni ragionamento politico e potere contrattuale, in uno scenario politico già triste per linguaggio e progetti inadeguati.

 Sicuramente non ne usciamo forti di fronte ad una politica provinciale e regionale.

Non è il momento delle divisione, lo dice anche il PAPA, non è il momento di litigare e soprattutto non è il momento di fare campagna elettorale.

Il Paese ha bisogno di un progetto politico chiaro e si aspetta da esso indicazioni serie e precise per una ripesa dopo l'emergenza COVID19. Con le condizioni di divisione, la politica serve a poco per la ripresa; infatti questi

processi politici si governano e non si subiscono. Poco importa chi fa meglio o chi fa prima, importa operare in direzione degli interessi del Paese e non per interessi personali, dove la vittoria sicuramente non premia l'uno e la sconfitta non salva il Paese dall'incapacità di includere e non escludere, ma mette in evidenza solo una classe politica superficiale ed incapace di programmare.

Il Paese vuole idee chiare e certe, ad esempio come iniziare il programma del dopo lockdwn, lavoro, sviluppo eco-sostenibile, ambiente e riconversione industriale senza passare da una campagna elettorale. Questi sono gli obiettivi seri da affrontare.

Noi non possiamo discutere di questi argomenti facendo prevalere l'emotività rispetto alla razionalità e l'informazione. Le poche cose che sono accadute sono positive, ma assolutamente distanti da quello di cui abbiamo bisogno. Tutta la partita è da giocarsi. Se Noi non stiamo attenti, se questo Paese incomincia a dividersi su tutto, sicuramente ci finiremo in un vicolo cieco. Finiamola di parlare ai muri e guardiamo con lealtà le problematiche di questo momento e con razionalità si affrontino. Perché abbiamo una crisi che sta assorbendo la nostra forza industriale, quindi un'economia ferma, siamo nel pieno di una pandemia globale, quindi nervi saldi e valutare le cose con calma, non farsi prendere da quello che i politici vogliono che accada, cioè dividerci in tribù depensanti che corrono solo dietro al capitano di turno.

 

Antonello D'Urso

Consigliere Comunale di opposizione

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