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Tempo Ordinario: Domenica 31 C

Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la preghiera personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

I - Luca 19, 1-10 – 1. Gesù va a cercare nelle varie città e villaggi e deserti (1 Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando), di giorno e di notte, le pecorelle smarrite. E’ lui che mette nel cuore di Zaccheo questo desiderio intensissimo e inspiegabile di vedere questo Maestro (3 cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura), operatore di prodigi, misericordioso coi peccatori, persino coi pubblicani. Zaccheo è un personaggio importante e ben conosciuto; egli è molto ammirato e invidiato per le ricchezze accumulate ma anche molto disprezzato e odiato per il suo mestiere (2 quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco), che gli consentiva di sfruttare e derubare legalmente la gente: i ricchi e potenti, ai quali faceva sconti, e i poveri, che spremeva come un limone. Lui, che potremmo valutare più importante del Sindaco di una grande città, sale su un albero, per vedere Gesù (4 Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomoro, perché doveva passare di là). La gente lo avrà osservato con commiserazione e ridicolizzato e preso in giro, ma egli ormai non guarda in faccia a nessuno perché Gesù concentra tutto il suo interesse: vuole vederlo. Lo vede ed è visto da Gesù, che lo avverte che andrà a casa sua (5 Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua»). E’ un colpo di fulmine per Zaccheo, che cade dalle nuvole e si lascia cadere dall'albero! E corre a casa per accogliere Gesù con immensa gioia (6 Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia). In via ordinaria, quanto più intensa è la fede e la carità verso Gesù, tanto più grande è la gioia che si prova nell’incontrarlo sotto i vari segni della sua presenza, e anche il bisogno, che si avverte, di abbandonarsi a lui. La preghiera, più precisamente la meditazione, ci porta a questo tipo di fede e amore a Gesù, cosa che rende piacevole e veloce il passo nel cammino spirituale, che ha Gesù per meta e compagno e sostegno .

2.   La gente borbotta che Gesù è andato a casa del capo dei pubblicani (7 Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!»), perché non ha capito la missione di Gesù: Lui è venuto dal cielo sulla terra per salvare tutti i peccatori (10 Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto) e cammina per città e villaggi e deserti, dovunque si può trovare un uomo, per bussare alla porta del suo cuore e donargli la fede in Dio e nella Sua Parola e la speranza del perdono e la carità, che è la salvezza. Ogni uomo per lui è importante, perché è fatto a immagine di Dio (Gn 1,26), tanto più Zaccheo, che è ebreo e discendente di Abramo (9 Gesù gli rispose: Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo). Gesù entra in casa di Zaccheo ma in quanto Salvatore - con la salvezza che egli porta nel suo stesso nome Gesù - vuole entrare in ogni casa, e soprattutto in ogni cuore. E’ evidente la trasformazione, che opera Gesù nel cuore di Zaccheo e che vuole operare in ciascuno di noi, se ci rendiamo disponibili: anzitutto ha cambiato la mente e i sentimenti del cuore di Zaccheo e poi la sua stessa vita; sotto la guida interiore di Gesù, per riparare il male fatto, decide di distribuire metà dei beni ai poveri e restituire il quadruplo ai derubati (8 Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto»), mentre la Legge obbligava a restituire la somma più un quinto (Lv 6,2-5). Così Zaccheo, ormai innamorato di Gesù, non va per il sottile e si mostra pentitissimo dei suoi peccati e generosissimo nel fare penitenza con una carità straordinaria. Prima il denaro occupava il suo cuore; adesso è Gesù che lo ha conquistato. Apriamo anche noi il nostro cuore ad accogliere Gesù e a metterlo al centro della nostra vita: innanzitutto al centro della nostra vita interiore: pensieri, affetti e sentimenti, e, di conseguenza, della nostra vita esteriore, di modo che anche le parole, opere e omissioni, mostrino che non siamo più noi che viviamo, ma è Cristo che vive in noi (cfr Gal 2,20). Esaminiamoci per vedere se ogni incontro con Gesù nei singoli sacramenti e negli altri modi di presenza, specie nella confessione e nella comunione, produce gli stessi effetti dell'incontro di Zaccheo con Gesù e cerchiamo di capire quali sono gli ostacoli che ci impediscono di incominciare il cammino e di marciare e correre e volare nella vita spirituale.

II -  Sapienza 11,22-12, 2 (a) Dio ha creato tutte le cose ed esse esistono, perché Dio le ama e assolutamente non prova disgusto per nessuna di esse (24 Tu infatti ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato); in effetti, se non le avesse amate, neanche le avrebbe fatto esistere (24 se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata). Ogni cosa esiste perché Dio l'ha voluta (25 Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta?) e non potrebbe continuare a esistere se Dio non l'avesse chiamata ad esistere (25 Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all’esistenza?). Dio pensa alle creature, che può chiamare all'esistenza, e le ama già, e quest'Amore, che è Dio stesso (cfr 1Gv 4,8.16), è la causa dell'esistenza di tutte le creature, così come per e dall'amore di Dio vengono conservate nell'esistenza e ricevono da Lui il concorso per agire. Oltretutto ogni creatura porta in sé il segno, l’impronta della potenza e sapienza e bontà infinita di Dio; fra tutte le creature emerge soprattutto l'uomo, che ha ricevuto lo spirito incorruttibile in senso stretto, cioè l'anima immortale e la somiglianza con Dio (1 Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose). E Dio non può non amare la sua impronta nelle creature e la sua immagine nell'uomo. E anche noi dobbiamo amare così: Dio in se stesso e le creature per amor di Dio. (b) Dio ama la vita (26 Signore, amante della vita), e tutto il mondo, anche se esso è nei Suoi confronti più piccolo della polvere nella bilancia e di una goccia di acqua o di rugiada in un secchio (22 Tutto il mondo, infatti, davanti a te è come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra). Dio è indulgente con le creature (26 Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue), così piccole e fragili davanti a lui, e in particolare ha compassione dei peccati degli uomini e aspetta il loro pentimento per perdonarli, perché egli è onnipotente (23 Hai compassione di tutti, perché tutto puoi, chiudi gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento). Con la sua onnipotenza Egli ha misericordia e dà il perdono ai peccatori pentiti e li rende partecipi di beni infiniti, che sono l'effetto supremo dell'onnipotenza divina e della sua misericordia, che è il fondamento di tutte le opere di Dio (S. Tommaso). Per questo Dio corregge con pazienza poco a poco i peccatori e li ammonisce, aiutandoli a prendere coscienza dei loro peccati, perché abbandonino le vie della ribellione a Dio e possano vivere una vita nuova con fede, speranza e carità (2 Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato, perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore). Sentiamoci amati da Dio perché ha consegnato Gesù suo Figlio alla morte per noi e ci ha comunicato la vita divina. Sentiamoci amati perché tante volte ci ha impedito di peccare e ci ha perdonati dopo aver peccato. E anche questo è un buon motivo per non scoraggiarci mai, perché lo scoraggiamento è frutto della superbia, che ci fa contare sulle nostre forze e non sulla grazia, che viene da Dio.

III - 2 Tessalonicesi 1,11-2,2 – (a) S. Paolo informa i Tessalonicesi che continuamente prega per loro perché Dio li renda degni di essere chiamati alla fede e alla vita secondo la fede (11 Per questo preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata), e inoltre perché Dio li aiuti con la sua potenza a realizzare i desideri e propositi di fare il bene (11 e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene), e infine perché renda perfette le opere che nascono dalla loro fede (11 e l’opera della vostra fede): in pratica chiede per loro la grazia preveniente e quella concomitante per fare il bene e la grazia della perseveranza finale. In tal modo essi daranno gloria a Gesù con la loro vita e Gesù glorificherà loro con la salvezza eterna: tutto questo è dono di Dio per mezzo di Gesù Cristo (12 perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo) e non viene dai nostri meriti. Perciò la Chiesa nella sua preghiera ci fa chiedere con le parole, suggerite da Gesù stesso, che noi santifichiamo il nome di Dio, che facciamo la sua volontà in modo da collaborare alla diffusione del suo Regno: così Gli daremo gloria; e chiediamo ancora il pane quotidiano come cibo materiale e come Eucaristia e col perdono dei peccati la vittoria sulle tentazioni: tutto è dono. I doni li possiamo chiedere, ma noi non vi abbiamo diritto. (b) S. Paolo riafferma inoltre che certamente ci sarà la seconda venuta di Cristo ma non ne conosciamo la data: come è ignoto il giorno della fine della nostra vita, così lo è la fine di questo mondo; ci incontreremo con Lui e saremo per sempre con Lui nella gioia (1 Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui). San Paolo però raccomanda di stare al suo insegnamento e alle sue lettere autentiche e non alle chiacchiere della gente, che vorrebbe far credere che il Signore è già venuto (1-2vi preghiamo, fratelli, 2 di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente). Stiamo attenti a quei gruppi protestanti e sette non cristiane, come i Testimoni di Geova, che vedono la fine del mondo prossima in ogni avvenimento. Certo la venuta di Gesù è più vicina ora di 2000 anni fa, ma comunque continuiamo a ignorarne la data. Prepariamoci invece alla fine della nostra vita, che si può indicare con una certa approssimazione: fra cento anni pochissimi o nessuno di noi sarà vivo… Prepariamoci all’incontro col Signore, sforzandoci di evitare il peccato grave e di mantenerci in grazia di Dio.

EUCARESTIA. E’ certamente l’incontro, in cui Gesù è più intensamente presente. Ma solo se ci accostiamo con fede e carità intense possiamo sperarne i frutti. Chiediamo alla Vergine SS. e a S. Giuseppe, agli Angeli Custodi e ai Santi Patroni di ottenerci sempre più intensa crescita nelle virtù teologali.

 

mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@virgilio.it

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