Tempo Ordinario: Domenica 20.ma dell'Anno C (2024-25)
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
Tempo Ordinario: Domenica 20.ma dell'Anno C (2024-25)
Introduzione. Geremia ci ricorda che Dio non abbandona mai il suo popolo, ma ne vuole il pentimento; in Luca Gesù è Dio che viene a salvare il suo popolo con la sua sofferenza; Ebrei esorta a guardare a Cristo come modello e sorgente di forza nella sofferenza.
I - Geremia 38,4-6.8-10 – (a) Prima del 587 a.C. Geremia annuncia la seconda caduta di Gerusalemme nelle mani di Nabucodonosor, che l’assedia; se si consegnano, avranno salva la vita. Ma i collaboratori del re Sedecia accusano Geremia: egli scoraggia i guerrieri che sono rimasti in questa città e scoraggia tutto il po7u6juyhnjvbh polo (4) e non cerca il benessere del popolo, ma il male (5); perciò chiedono: Si metta a morte quest’uomo (4). Il re debole, anche se sa che Geremia è un vero profeta, consente: Ecco, egli è nelle vostre mani (5). Essi allora presero Geremia e lo gettarono nella cisterna di Malchia… con corde; Nella cisterna non c’era acqua ma fango, e così Geremia affondò nel fango (6) forse fino ai fianchi. Dio aveva promesso al profeta la sua presenza e assistenza nel compimento della missione e la sua protezione (Gr 1,5-10), ma pare tutto perduto. Geremia provò tanta sofferenza, ma rinnovò la sua professione di fede in Dio e la sua fiducia in Lui, la confidenza e l’affidamento a Lui. (b) Dal ministro Ebed-Mèlec, Dio fa dire al re: O re, mio signore, quegli uomini hanno agito male contro Geremia, (8), perché comunque Egli morirà di fame là dentro, perché non c’è più pane nella città (9); il re gli dà l'ordine: tira su il profeta Geremia dalla cisterna prima che muoia (10). Dio non ha abbandonato il suo profeta, che ha molto da fare ancora a favore del popolo dopo la caduta di Gerusalemme; vi resterà e continuerà a soffrire molto in mezzo a un popolo di ribelli, che rifiutano l’obbedienza a Dio fino all’autodistruzione. Ma egli annuncia la misericordia di Dio: Dio ci chiede sempre la stessa cosa: convertirci, lasciare il peccato e osservare i comandamenti.
II - Luca 12,49-53 – 1. (a) Gesù proclama: sono venuto a gettare fuoco sulla terra (49). Quale fuoco? Dio apparve a Mosè in un roveto ardente (Gn 3,2ss) e in varie apparizioni si presentò con lampi, come al Sinai (Es 19 e 24); e viene detto sole (Sal 84,12) e luce (Sal 26,1; Is 60,1) e sorgente della luce (Gn 1,3ss); Gesù stesso definisce se stesso luce del mondo (Gv 8,12; 9,5) ed è chiamato sole che sorge (cfr. Lc 1,78). Giovanni Battista associa il battesimo, che Gesù darà, allo Spirito Santo e al fuoco (Lc 3,16); d'altra parte a Pentecoste lo Spirito viene e scende sui discepoli come fiamme di fuoco (At 2,3-11) e quindi porta la luce della verità e il calore dell’amore. Gesù è venuto appunto per accendere e diffondere questo fuoco: quanto vorrei che fosse già acceso! (49), fra i discepoli e in tutti gli uomini, e ha desiderio ardente che ciò avvenga al più presto. Il suo desiderio si realizzerà con l’invio dello Spirito dopo la sua Pasqua di Passione e Morte e di Resurrezione e Ascensione. Condividiamo il desiderio di Gesù che si faccia l’unità delle menti nella Verità, che è Lui e da Lui annunciata, e l’unità dei cuori nella carità, che lo Spirito effonde nei cuori. (b) Gesù continua a rivelarci i pensieri e i sentimenti del suo Cuore: Ho un battesimo nel quale sarò battezzato (50). Egli salverà gli uomini affrontando le loro resistenze alla Parola di Dio; tale opposizione provocherà la sua Passione e Morte, che è come immergerlo nell’acque fino ad affogarlo (Mr 10,38; Rm 6,3-5); il battesimo con l'immersione nel Giordano ne fu il preludio (Lc 3,21). Gesù aggiunge: come, nell’attesa, sono angosciato finché non sia compiuto! (50): sofferenza e morte Lo spaventano come ogni uomo: nel Getsemani egli prega il Padre di allontanare il calice e suda sangue al pensiero della morte dolorosa (Lc 22,43-44). Ma angosciato è in parallelismo con vorrei (49) e potrebbe esprimere anche il desiderio intenso di Gesù che si compia presto la volontà del Padre per la salvezza dell'uomo. Anche noi dobbiamo patire. La sofferenza non ci piace, ma è parte della vita e quindi preghiamo Gesù di darci la pazienza di affrontarla con coraggio come Lui, Maria e i Santi.
2. Gesù ha detto che la sua missione è di portare il fuoco dello Spirito e dell'amore sulla terra (49) e la realizzerà pienamente dopo la sua Passione e Morte (50); preannunzia anche un effetto, che provocherà la sua presenza, la sua predicazione e la sua opera di salvezza fra gli uomini: i discepoli possono pensare – ed effettivamente tale è la sua volontà – che Egli sia venuto a portare pace sulla terra (51) nei loro cuori e fra loro, ma purtroppo provocherà la divisione (51). In effetti, in una famiglia, alcuni accetteranno Gesù e la sua Parola, altri Lo rifiuteranno e quindi saranno divisi fra loro con tutto il seguito di odio e di persecuzioni da parte di coloro non credono in Gesù contro quelli che Lo accettano nella loro vita: si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera (52-53). Appunto questo è avvenuto tante volte nel corso dei secoli: genitori e fratelli non cristiani hanno ammazzato o fatto ammazzare figli e fratelli cristiani; è avvenuto anche in tempi recenti, p. es. nei paesi musulmani. A volte i governanti delle nazioni, come le dittature comuniste o quelle di destra, hanno portato avanti la persecuzione contro la religione fino ad ammazzare i Cristiani. Noi mettiamo Gesù al centro della nostra vita; nelle nostre zone non siamo perseguitati con maltrattamenti fisici o prigione o la morte, ma siamo presi in giro, anche perché non sempre la nostra fede e carità sono abbastanza solide e la nostra testimonianza adeguata. Rafforziamoci nella fede e carità con la grazia di Dio. Preghiamo e collaboriamo perché i cristiani perseguitati restino fedeli e lo siamo anche noi, senza farci intimidire dalle forme velate o evidenti di persecuzioni.
III - Ebrei 12,1-4 – (a) L'A. di Ebrei invita i lettori a tenere fisso lo guardo su Gesù (2): colui che dà origine alla fede e la porta a compimento (2), il rivelatore che ha insegnato il contenuto della fede e ne è l'oggetto principale, e che con la sua grazia porta la nostra fede alla sua piena maturazione e ad aprirsi alla visione beatifica. Nella sua vita terrena, alla gioia, che gli era posta dinanzi, preferì sottoporsi alla croce, non tenendo conto del disonore; in premio dal Padre ebbe la gloria della risorgere e sedersi alla destra del trono di Dio (2). Essi non hanno motivo di stancarsi e perdersi d’animo (3): Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato (4) e inoltre: Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori (3), suoi nemici. Anche noi guardiamo a Cristo con queste disposizioni interiori per testimoniare con coraggio la nostra fede nelle difficoltà. (b) Inoltre sono circondati da tale moltitudine di testimoni (1) dei secoli precedenti e contemporanei e sono sostenuti dal loro esempio e dalla loro preghiera. Però devono impegnarsi a deporre tutto ciò che è di peso, le tendenze cattive, e il peccato che ci assedia (1) e continuare a perseverare nella corsa che ci sta davanti (1) fino a giungere a destinazione. I santi, e soprattutto Gesù, sono modello e sorgente di grazia per proseguire il nostro cammino con fedeltà alla chiamata di Dio; non ci mancheranno mai le sofferenze, che vengono dalla lotta al peccato e alla carne, al mondo e al diavolo, ma c’è anche la grazia di Dio, che Gesù ci ha meritato e ci dona.
EUCARESTIA. Qui c’è Gesù vivo e vero; qui è la sorgente della luce della Verità con la Parola di Dio e del calore dell’amore con il Corpo e Sangue di Cristo. Chiediamo di accostarci a Lui con fede, speranza e carità, per intercessione della Vergine e di S. Giuseppe, degli Angeli Custodi e dei Santi Patroni. (mons. Francesco Spaduzzi)
Altri Temi: 1. Sono venuto a gettare fuoco sulla terra… (49). Gesù venne allora con questa finalità, che è la stessa della Chiesa oggi. Il fuoco dell’amore arde nel cuore di Cristo, passa nel cuore dei suoi discepoli e Lui vuole che da questi passi nel cuore di tutti gli uomini. Il dono dello Spirito, che la Chiesa dà con i suoi sacramenti, è aiuto indispensabile per realizzare questo fine.
2. Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato fino a che non sia compiuto (50). Gesù ha dal Padre una missione da compiere per la gloria del Padre e per la salvezza degli uomini e desidera compierla al più presto e nel modo migliore. Pensando alla morte dolorosa, che l’avrebbe conclusa, noi deboli, al suo posto, avremmo cercato di ritardarla o di sospenderla sine die.
3. Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? (51). Certo che sì! Egli era stato preannunciato come il Principe della pace non solo per il Suo regno ma per tutto il mondo. Lui è venuto per portare la pace nel cuore dell’uomo e fra gli uomini e con Dio, ma come la cattiveria umana non accetta Gesù e la sua missione, così ne rifiuta gli effetti benefici.
4. Quest’uomo non cerca il benessere del popolo, ma il male (5). Gli avvenimenti mostreranno che Geremia annunciava la verità, che, accettata, si sarebbe trasformata per la salvezza del popolo e per la sua sopravvivenza. La storia si ripete: tante volte i benefattori degli uomini vengono maltrattati e gli sfruttatori esaltati; ma il tempo almeno dà a ognuno il suo.
5. Tenendo fisso lo sguardo su Gesù (2). Se Pietro avesse continuato a tenere fisso lo sguardo su Gesù mentre camminava sulle acque, non si sarebbe spaventato per la tempesta e il lago agitato; ma volle guardarsi intorno e incominciò ad affondare. Anche noi abbiamo fatto tante volte questa esperienza di spostare l’attenzione da Gesù altrove. Ci fa male! (mons. Francesco Spaduzzi)