Tempo Ordinario: Domenica 15C
Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la preghiera personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni
I - Luca 10,25-37 - 1. Un maestro della legge voleva tendere un tranello a Gesù e gli chiese che cosa doveva fare per avere la vita eterna (25 Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?»); egli pensava che Gesù veniva da Dio, se si fosse rifatto alla legge di Dio dell'AT; non veniva da Dio se attingeva ad altre fonti. Gesù lo rimandò precisamente alla Legge, data da Dio attraverso Mosè (26 Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?»). Il rabbino propone (26 Costui rispose) due brani dell'Antico Testamento: Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente (27), che rimanda a Dt 6,5, e amerai il tuo prossimo come te stesso (27), che si trova in Levitico 19,18). La risposta corrispondeva esattamente a ciò che Gesù desiderava e disse al rabbino che avrebbe avuto la vita eterna se avesse fatto questo (28 Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai»). Ciò vale anche per noi. (a) In sostanza bisogna amare totalmente Dio, con tutta la propria persona: con tutte le nostre facoltà (memoria, intelletto e volontà), con tutti i nostri sensi; dobbiamo essere completamente concentrati su Dio: come Egli è sorgente della nostra esistenza e della nostra vita, così deve essere il fine della nostra esistenza e dobbiamo usare per lui tutto quello che ci dà. La sua Parola, che ci esprime la sua volontà, deve essere il nostro punto di riferimento in tutto. (b) Dio ci ordina anche di amare il prossimo, prendendo come misura noi stessi e le nostre esigenze, e che si può esprimere in termini negativi: Non fare agli altri ciò che non vorresti foste fatto a te, attribuita al rabbino Hillel, vissuto circa 50 anni prima di Gesù, e in termini positivi: Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro (Mt 7,12). In quanto credenti in Dio e discepoli di Cristo, dobbiamo andare oltre: dobbiamo amare ogni uomo, nessuno escluso, come immagine di Dio (Gn 1,26) e perché Cristo è nel prossimo (Mt 25,31-46) e come Gesù ci ha amati (Gv 13,24). Chiediamone con insistenza la grazia, perché non è facile vivere a queste altezze di amore.
2. Il maestro della legge sapeva che comunemente si intendeva per prossimo quelli del proprio popolo, escludendo quelli delle altre nazioni. Forse ciò gli sembrava riduttivo e chiese a Gesù di precisare chi si deve intendere per prossimo (29 Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?»). Gesù raccontò una parabola per dare la risposta al rabbino (30 Gesù riprese): un uomo - senza indicazione di nazionalità - scendeva dalla Città Santa a Gerico e fu assalito, derubato e gravemente ferito dai briganti, che erano numerosi in quella zona (30 Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto). Passarono di là un levita e un sacerdote, che videro il ferito, ma passarono oltre, forse per non contaminarsi nel toccarlo (31-32 Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. 32 Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre). Eppure erano uomini del culto, teoricamente vicini a Dio… ma evidentemente senza sensibilità umana e quindi anche cattivi credenti. Ma ne ebbe compassione un Samaritano, considerato dagli ebrei un eretico e persona da evitare (33 Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione): gli si avvicinò, gli curò le ferite con olio e vino, lo caricò sulla sua cavalcatura e lo portò in albergo (34 Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo) e si prese cura di lui (34). Il giorno seguente diede 2 denari all'oste, invitandolo a curare il ferito e impegnandosi a dargli il resto al ritorno (35 Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”). A questo punto Gesù domandò al rabbino chi dei tre si era mostrato prossimo nei confronti ferito (36 Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?) ed egli rispose indicando il Samaritano, che aveva avuto compassione dello sconosciuto (37 Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui»). Gesù gli ordinò di fare lo stesso per avere la vita eterna (37 Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così»). (a) Così Gesù non risponde direttamente alla domanda chi è il prossimo, ma indica la necessità di farsi prossimo a ogni bisognoso - e tutti abbiamo bisogno gli uni degli altri. (b) Altro insegnamento è che il buon Samaritano è Gesù stesso, che, diventando uomo, viene in aiuto dell'umanità e gli dà i mezzi di salvezza. (c) Inoltre Gesù è presente nel ferito, si identifica con lui; così lo possiamo riconoscere come Dio che salva l’uomo e, allo stesso tempo, come presente in chi soffre (Mt 25,40); noi dobbiamo soccorrerlo nel prossimo, che ha bisogno di noi sul piano fisico, psicologico e spirituale.
II - Deuteronomio 30,10-14 - Dio ordina di osservare i comandamenti e di orientarsi totalmente a Lui (10 obbedirai alla voce del Signore, tuo Dio, osservando i suoi comandi e i suoi decreti, scritti in questo libro della legge, e quando ti sarai convertito al Signore, tuo Dio, con tutto il cuore e con tutta l’anima). I comandamenti di Dio sono facili da osservare. Essi sono a portata di mano (11 Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te): non sono in cielo (12 Non è nel cielo, perché tu dica: “Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”) né al di la del mare (13 Non è di là dal mare, perché tu dica: “Chi attraverserà per noi il mare, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”); perciò si possono ascoltare ed eseguire (12-13). La Parola di Dio è vicina, è dentro di noi: nel cuore per conoscerla e nella bocca per proclamarla e per metterla in pratica (14 Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica). Ce lo dice anche Gesù di accogliere la sua Parola, perché quel che ci domanda non è gravoso (Mt 11,30; 1Gv 5,3). La salvezza - ricorda Lucia di Fatima - è il fine, per cui siamo stati creati da Dio; il modo concreto per salvarsi sta nell'osservanza dei comandamenti come insegna Gesù al giovane ricco. Il 13 ottobre 1917 la Madonna ci esortò a non offendere più di Dio, già troppo offeso proprio dal non compimento della sua volontà, dalla non osservanza dei comandamenti. Pentiamoci del passato e rinnoviamo i propositi.
III - Colossesi 1,15-20 – (a) Il Dio invisibile si è fatto visibile in Cristo, nato dal Padre prima della creazione del mondo (15 Egli è immagine del Dio invisibile,/ primogenito di tutta la creazione). Tutte le cose create, in cielo e sulla terra, sono state fatte per mezzo di lui, sia le cose visibili sia quelle invisibili: i poteri, le forze… (16 perché in lui furono create tutte le cose/ nei cieli e sulla terra,/ quelle visibili e quelle invisibili:/ Troni, Dominazioni, Principati e Potenze). Tutto fu creato per mezzo di lui e per lui (16 Tutte le cose sono state create/ per mezzo di lui e in vista di lui). Cristo è prima di tutte le cose e tiene insieme tutto l'universo (17 Egli è prima di tutte le cose/ e tutte in lui sussistono). Dio Padre Figlio e Spirito Santo ha creato tutto per mezzo del Figlio (15 = causa efficiente e strumentale) e in vista di lui (16 = causa esemplare) e anche in lui tutte le creature sono conservate e tenute insieme (17). In Cristo Gesù si rende visibile il Padre (15), che ha generato il Figlio da tutta l'eternità. Crediamo, adoriamo, lodiamo, ringraziamo. Grande è il mistero che si propone alla nostra fede. Sentiamoci creati dalla potenza del Padre per mezzo della sapienza del Figlio e della bontà dello Spirito Santo e sentiamo in noi le tracce di questa potenza e sapienza e bontà infinite e accogliamole. Sentiamoci momento per momento conservati da Dio Padre Figlio e Spirito Santo e sentiamo Dio uno e trino come fine della nostra vita. (b) Egli è anche capo di quel corpo che è la Chiesa (Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa), è la fonte della nuova vita (18 Egli è principio), è il primo risuscitato dai morti (18 primogenito di quelli che risorgono dai morti): egli deve sempre avere il primo posto in tutto (18 perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose). Dio ha voluto essere pienamente presente in lui (19 È piaciuto infatti a Dio/ che abiti in lui tutta la pienezza) e per mezzo di lui ha voluto rifare amicizia con tutte le cose, con quelle della terra e con quelle del cielo (20 e che per mezzo di lui e in vista di lui/ siano riconciliate tutte le cose… sia le cose che stanno sulla terra,/ sia quelle che stanno nei cieli): la pacificazione è avvenuta per mezzo della Passione e Morte di Cristo: avendo pacificato con il sangue della sua croce (20). Gesù viene presentato anche come colui nel quale Dio è pienamente e personalmente presente e per mezzo della sua opera redentrice ha riconciliato con Dio tutte le creature, nessuna esclusa, persino le creature materiali. Ma l’opera di salvezza si vede specialmente realizzata negli uomini. Gli uomini credenti sono membra del Corpo di Cristo e da lui, il capo che è risuscitato, possono ricevere la vita nuova ed eterna. Gesù deve essere tutto per noi sia sul piano naturale sia sul soprannaturale perché la vita divina ci viene solo da lui come Capo del Corpo mistico. Crediamo e cerchiamo di allargare i canali per avere questa vitalità con la fedeltà alla preghiera come dialogo con Dio e ai sacramenti.
EUCARESTIA. Qui immediatamente incontriamo Gesù, ma con lui anche tutta la SS. Trinità e, come essa è il memoriale dell’amore del Signore, così ne è la sorgente per noi. Chiediamo per intercessione della Vergine Maria e di S. Giuseppe, degli Angeli Custodi e dei Santi Patroni, di essere forti nella fede nel percepire la presenza del Signore e nel goderne i frutti.
mons. Francesco Spaduzzi