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Elogio del camminare

Mentre passeggiavo la mattina presto in campagna, mi sono venute in mente delle parole del  “Kim”  di Kipling.

Vi ricordo velocemente la storia. Kim, un ragazzo anglo-indiano orfano di entrambi i genitori, accompagna il suo maestro, un venerabile e saggio Lama del Tibet, alla ricerca di un fiume, luogo di purificazione e rinascita. Camminano per valli e montagne, foreste e pianure, in tutta l’India, con l’andatura dei viandanti, che Kipling definisce tipica e la stessa per tutti i viandanti del mondo.

E’ un andare lento, attento, senza sforzo, equilibrato, armonico, che permette contemporaneamente di fare respiri ampi e profondi, trovando e sostenendo il personale ritmo respiratorio, di osservare se stesso e la natura circostante, riflettere, meditare, e, se si ha voglia e necessità, parlare agevolmente.

E’ il passo delle lunghe distanze: tallone, pianta, punta del piede. Ampio, musicale. E’ una camminata morbida, gentile. Il corpo è eretto, il capo in linea con la colonna, come se un lungo e sottile filo partisse dalla sommità della testa e andasse verso il cielo, invitando il corpo a srotolarsi e allungarsi piano piano, immagine efficace e poetica delle discipline orientali e ripresa dalla Bertherat, terapeuta del corpo e creatrice del metodo dell’Antiginnastica.

I muscoli spingono il corpo in avanti con serena allegria, che si insinua dappertutto, nel fisico, nella mente, nell’anima. Passo dopo passo i pensieri brutti vanno via, lasciando spazio a immagini rassicuranti. L’umore cambia: alla tristezza e alla malinconia subentrano la gioia e la speranza; all’ira e all’impazienza, l’accettazione e la tolleranza; alla paura, il coraggio e la voglia di fare.

Anche i doloretti decidono di prendersi qualche momento di ferie, con somma meraviglia del padrone di casa. E la pancia?  Come per miracolo, un po’ alla volta.  “la pancia non c’è più”, come diceva una pubblicità di qualche lustro fa. Il corpo si asciuga, eliminando il grasso in eccesso, la salute migliora.

Le percezioni si affinano. I pensieri diventano essenziali. L’anima si ricongiunge alla Natura. Sboccia la consapevolezza di essere parte di un qualcosa di bello e di unico, che merita tutta la gratitudine, l’amore e il rispetto di cui si è capaci. Un essere umano che cammina nella Natura, la osserva, la respira, la accarezza, è incapace di cattiveria.

L’uomo cammina da sempre, per necessità e per piacere. Già da un bel po’, si stanno riscoprendo e percorrendo gli antichi sentieri. Chi non ha mai sentito parlare della Via Francigena, di Santiago de Compostela, del Sentiero degli Dei, della Via che dal Nord Europa giunge fino in Sicilia? Solo per citarne alcuni. Basta fare una ricerca in Internet o anche su gruppi specifici in Facebook  e si aprono gli occhi su un mondo sorprendente di camminatori.

E pensare che si è cominciato mettendo solo un piede dopo l’altro.




Teresa Gagliardi

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