I giovani e la comunicazione
Oggi,i social network stanno occupando, sempre più, la vita di molti giovani, fino a creare una vera e propria dipendenza, facendoli distaccare, addirittura ,dalla vita reale.
In alcuni gravi casi, si perdono di vista i veri principi vitali, quali la socializzazione, la comunicazione e il rispetto delle regole. Comunicare non significa possedere solamente una buona capacità di esprimersi, ma anche possedere una buona capacità d'ascolto e di relazione, soprattutto con il mondo del lavoro. A tal proposito, presso l'Isiss “Gregorio Ronca” di Solofra si stanno svolgendo dei corsi di alternanza scuola-lavoro tenuti dal tutor Giovanni Annunziata, che ha messo in risalto il valore della comunicazione, dell'autostima, della forza di reazione e di non accontentarsi mai e dare, sempre, il meglio di sé, per essere dei "campioni".
Le sue parole più eloquenti sono : "sveglia, svegliatevi ragazzi ,perché siete troppo tecnologici e poco propensi a dialogare e a confrontarvi in modo reale e non virtuale".
La sua regola principale è : A.I.C. "Alza il culo", in quanto nella vita nessuno ti regala niente, per cui deve prevalere il nostro non abbattersi mai.
Il tutor esterno sopracitato ha fatto visionare dei cortometraggi che mostrano persone con gravi handicap, ma che, nonostante ciò, riuscivano a farcela da soli , nel “suonare la batteria, nuotare, rialzarsi".
Inoltre, uno di loro, in particolare, ha partecipato a vari convegni, in cui metteva in risalto la sua forza di volontà, sottolineando che non guardava ciò che non aveva, bensì ciò che poteva fare per migliorarsi.
Pertanto, alla domanda delle persone comuni che gli chiedevano come facesse ad avere, sempre, il sorriso sulle labbra, lui rispondeva che "la vita va goduta e vissuta in tutte le sue sfaccettature".
Quando si riceve una critica, bisogna prenderla come un'opportunità ,per migliorare e migliorarsi. La critica costruttiva serve a rispondere alla domanda: "Pronti a cambiare vita? Si", lottando con tutte le forze che abbiamo a disposizione, perché l'uomo è ciò in cui credi, credi nelle tue capacità.
Infine, il tutor, parlando di un'aquila, ha concluso il suo discorso con l'augurio che ognuno di noi possa aprire le proprie ali e volare.
Simona De Vita