I BAMBINI NON VOTANO.
"L'unica cosa, che noi eravamo poveri, e nemmeno lo sapevamo. Poveri cristi piegati al sistema. Nei cantieri persino i cani ci mordevano.Eravamo così, come le bestie. Non usavamo i verbi, quasi annusavamo il bene e il male, e anziché il cemento, usavamo la sabbia, solo sabbia."
"Ma perché in tutti questi anni avete fatto ciò" rispose il Pubblico Ministero." Non avevate coscienza, non eravate padri e madri di famiglia?"
"Sì" rispose l'imputato, aggiustandosi la cravatta color neve.
" Siamo padri e madri, e dobbiamo mangiare, siamo arrapati di lavoro, e amiamo risparmiare, per stare meglio. Speravamo che non ci capitasse nostro figlio, come le lotterie, si vince e si perde, o le corse, si vince o si perde. Ma quel fiume di denaro, le zuppe, il magnamagna, era più forte di noi, siamo delle merde, consapevoli."
"E allora perché tanto scempio? Risponda?!"
Perché? Lei mi chiede il perché? Lei forse nel profondo del suo cuore di Stato, conosce già la risposta!"
"Quale risposta?"
I bambini, i bambini, non votano, non sanno, sono come vittime sacrificali, agnelli in silenzio. I bambini non sanno, e non ti possono condannare, se accade qualcosa, non si vendicano, restano gentili, sino alla fine. Non c'è vendetta in loro, ecco perché in tutto il paese vi sono angeli che ogni tanto cadono, nessuno ne parla, e il sistema continua, l'importante, non i nostri figli, che studiano in scuole sicure, di lusso, e noi paghiamo signor PM, Cosa pensa, noi paghiamo! La sicurezza costa, e ci mangiano tutti!"
Chi?
Signor PM! Lei finge severità e irritazione, lei recita una parte.
dal romanzo, Evviva il terremoto.
Arlex