La ricerca della demagogia
È molto insolito che gli assertori del Sì referendario facciano un ricorso così copioso alla demagogia, pur di conquistare qualche voto in più.
Ultima argomentazione, infatti, per fare proselitismo è quella dei costi della riforma.
Violante, ex-Presidente della Camera, più volte candidato alla Presidenza della Repubblica, ha usato nel corso di un dibattito televisivo la tematica dei risparmi, pur di persuadere gli Italiani a votare Sì.
Sembra, davvero, anomalo un simile fatto, visto che, per ottenere risparmi ben più vistosi, basterebbe semplicemente introdurre il divieto di cumulo delle pensioni per gli ex-parlamentari, per cui lo stesso Violante – e molti altri nelle sue medesime condizioni – dovrebbe scegliere fra la pensione da parlamentare e quella di giudice.
Un simile divieto andrebbe introdotto attraverso una legge ordinaria e determinerebbe un autentico vantaggio per le casse dello Stato, visto che molti ex-deputati e senatori sono stati o giudici o dirigenti dello Stato o docenti universitari ed incamerano le pensioni ed i vitalizi per tutte le funzioni, che hanno svolto alle dipendenze della Pubblica Amministrazione.
Peraltro, quello dei costi della politica è un tema così delicato, che va certo maneggiato con cura, se lo fa un nuovo esponente delle istituzioni; a maggior ragione, lo deve fare, se a farsene interprete è una personalità, che ha assunto tutte le magistrature più importanti del nostro Stato, da Presidente dell’Antimafia a Ministro degli Interni e Presidente della Camera.
Il fatto che un simile scivolone sia stato commesso da un politico molto esperto e navigato non può non essere un motivo di riflessione, dal momento che mai ci saremmo aspettati che Violante – o, comunque, un esponente del suo livello – potesse fare ricorso ad un argomento che stonerebbe molto di meno, se fosse pronunciato da un grillino o, più semplicemente, da un cittadino esasperato dai privilegi dei politici.
Ma, è evidente che, con l’avvicinarsi al 4 dicembre, il dibattito stia scadendo moltissimo, per cui la demagogia diviene un facile rifugio per chi deve, pure, portare a casa qualche voto in più.
Inoltre, non si può non notare come, anche nel merito, i concetti adoperati da Violante siano infondati, visto che – tabelle alla mano – l’eliminazione di un Senato elettivo in favore di uno, che è mera espressione dei Consigli Regionali, non arreca nessun sensibile vantaggio finanziario, perché rimane in piedi la burocrazia senatoriale, che costituisce il vero e più autentico costo per le tasche del contribuente.
Ancora, non si può non mettere in evidenza come, quando si parla di democrazia, non c’è nessun discorso finanziario che regga, perché i diritti e la libertà non hanno, per davvero, prezzo e, dunque, anche il cittadino più disperato sarebbe incline a sopportare un costo ragionevole, se lo Stato fosse in grado di venire incontro ai suoi bisogni.
Quindi, un’ulteriore prova che, invero, gli assertori del Sì non hanno, a volte, il controllo della situazione e della società, che dovrebbero - invece - conoscere in modo esemplare, dal momento che la governano da decenni.
Rosario Pesce