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In Europa le colpe sono diffuse, non sono solo dei Paesi ricchi

Caro Direttore, l’eurodeputato e giornalista Curzio Maltese ha scritto un ennesimo articolo di critica ai Paesi europei ricchi che incolpano i Paesi europei poveri della loro povertà. Secondo lui “Un gigantesco apparato mediatico e politico si è messo al servizio di un sistema assurdo, dove l’un per cento dei ricchi spinge verso la miseria l’altro 99 per cento della popolazione, ma pretende pure di fargli la morale” (Il moralismo dei ricchi che incolpano i poveri della povertà; Il Venerdì di Repubblica, 1/4/2016). Sono una persona di sinistra ma, sinceramente, non ne posso più di questa retorica, non ne posso più di questi luoghi comuni ripetuti ad oltranza dalla sinistra radicale. Perché bisogna, invece, smetterla di dare sempre la colpa ai Paesi ricchi di tutto quello che non funziona nei Paesi poveri, bisogna smetterla di assolvere i Paesi del Sud Europa in presenza di comportamenti amorali e per niente civici diffusi e ripetuti nel tempo da parte di una fetta consistente della popolazione. Perché da troppo tempo all’interno della sinistra c’è l’abitudine di dare la colpa di tutto quello che non funziona a chi sta sopra, sia in termini economici che in termini politici; da troppo tempo si tende a colpevolizzare solo le cosiddette classi dirigenti per i problemi esistenti. Ci si dimentica, in questo modo, di vedere che le colpe spesso sono diffuse e che riguardano larga parte della popolazione. Ciò vuol dire che vanno adottate solo politiche repressive e austere nei confronti dei Paesi del Sud Europa? No. Ciò significa soltanto che accanto alle necessarie politiche solidaristiche vanno adottate anche politiche meritocratiche che premino coloro che hanno comportamenti virtuosi; senza porsi anche obiettivi pedagogici non si può sperare di far cambiare in modo significativo comportamenti amorali e poco civici che sono molto diffusi.

Cordiali saluti

Franco Pelella – Pagani (SA)

 

 

 

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