Solofra. 25 aprile : liberati, ma non troppo!
Storie di 50 ore di violenza…. e dei semi della tolleranza!
……..«Una mattina mi son svegliato, o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao! ....Una mattina mi son svegliato….e ho trovato l'invasor»!……
Mi sono sempre chiesto cosa avremmo fatto allora, a vent’anni, per il nostro paese, noi che siam nati 20 anni dopo la seconda guerra mondiale? …..Sinceramente no lo so!
Il quesito però mi costringe a pensare a quelli che, 70 anni fa, a 20 anni, hanno scelto di combattere per difendere il paese “dall’invasor”: … rimango senza parole, quando penso che a vent’anni, io, nato nel boom economico, liberamente andavo all’università a studiare Diritto Costituzionale …e mio padre, a quella stessa età, è stato mandato a combattere in Africa …e non sapeva nemmeno dov’era!
Forse non sempre abbiamo concreta consapevolezza che la nostra libertà è un dono, frutto del sacrificio di tantissimi italiani : “Bella Ciao” è il saluto di quegli italiani alla loro gioventù, ai loro sogni…. e non erano chiacchiere!… Loro, realmente, lo han fatto “per il bene del paese”!
E allora, mi cadono le braccia quando vedo politici che, oggi, dicono : sono pronto a sacrificarmi “per il bene del paese”… e magari quel sacrificio riguarda solo la rinuncia alla ennesima poltrona! ....Non posso non pensare alla Repubblica costruita da quei ragazzi nati negli anni ’20 : quella fondata sul lavoro ; quella in cui tutti gli uomini sono uguali; quella che si impegna a rimuovere gli ostacoli economici e sociali che impediscono il pieno sviluppo della persona umana!
Le previsioni della canzone “Bella ciao” sono state, solo in parte, profetiche : «I partigiani sono morti si, per la libertà, sono stati anche seppelliti sulla montagna… all’ombra di un bel fiore, ma ancora oggi la Repubblica “distrattamente calpesta… la bellezza di quei fiori”: lo Stato ha dimenticato le vittime della guerra di liberazione, soprattutto quelle che hanno subito i danni “più indelebili”!»
In questi giorni, per scrivere del prossimo anniversario della liberazione, sono incappato nella vicenda di Cassino (rasa al suolo dagli aerei alleati nel marzo del 1944) e di Esperia, paesino del frusinate di 2500 anime, in cui, il 25 maggio ’44, 700 donne sono state violentate dai Goumiers, (soldati marocchini del C.E.F. Corps Expéditionnaire Français), “come premio”, dato loro dal generale francese Alfonse Juin: “…Vedete, oltre quei monti, oltre quei nemici che stanotte ucciderete, c'è una terra larga e piena di donne, di vino, di case : se voi riuscirete a passare quella linea senza lasciare vivo un solo nemico, io, che sono il vostro generale, vi prometto che quelle donne, quelle case, quel vino e tutto quello che troverete sarà vostro, a vostro piacimento e volontà. Per 50 ore potrete fare tutto quello che volete, prendere distruggere e portare via ogni cosa. Per 50 ore avrete carta bianca!
In quelle 50 ore, circa 2000 donne, in terra ciociara, subirono l'onta dello stupro!
La vicenda degli stupri in Ciociaria, oggi, sveglia ancora le coscienze per l’ostinato orgoglio di G. C., avvocato di Pastena, che il 27 marzo scorso ha annunciato che, a breve, presso la Corte dei Conti di Roma, si discuterà il ricorso di una sua assistita (Caterina R.D.L. di 77 anni), per ottenere il riconoscimento della pensione, come vittima civile della seconda guerra mondiale.
….Incalzato dalle domande dei giornalisti… ha precisato, in lacrime, che “la sua assistita”… è sua madre!... per pudore e per rispetto aveva cercato dì tenerne nascosta l’identità! ….“Da anni (dal 1966, quando hanno riaperto i termini per le domande di pensione), combatto questa battaglia, non per danaro, ma perché venga riconosciuto a mia madre e a quelle donne che hanno subito la stessa violenza, la dignità di vittime civili della guerra”….. «Quando i giudici decideranno sul “mio” ricorso, vorrei che pensassero al dolore che mi porto dentro dall'infanzia, che ha aperto la mia anima come un aratro, e che dentro di me, piantati da mia madre e da mio padre, porto anche i semi della forza e della tolleranza : no, non nutro sentimenti di vendetta, perché… la violenza non costruisce nulla!».
A Pastena in ogni famiglia c’è una vittima, è difficile parlare di quelle dolorose vicende…. però, Jolanda Pacioni (69 anni), vuole raccontare la sua storia : «Erano le ore 23.00 del 27 maggio ’44, avevo 18 anni, le 50 ore stavano per scadere, un gruppo di marocchini mi prese assieme ad altre ragazze …. per “salvarmi” mi beccai anche un colpo di fucile al collo….». Oggi si riparla della pensione, ma io ci credo poco, ci hanno dato quei quattro soldi e la storia è finita : nel ‘53 andai a Roma a ritirare le 50 mila lire che mi spettavano, “la metà se la prese quello che mi aveva fatto la pratica” ….i soldi finirono subito, il dolore no!
Ho tratto queste storie da un articolo letto sul sito:
http://vittimemarocchinate.blogspot.it/2011/03/donne-stuprate-da-i-liberatori.html -
Se riuscite a leggere (nel sito indicato) tutto l’articolo sulle vittime dei Goumiers …senza commuovervi, allora siete forti : io non ho resistito……. e ho pianto!
I Goumiers violentarono e uccisero anche vecchi, preti e bambini, in ogni luogo, persino in Chiesa!
Dopo 70 anni, “quelle vittime”, conservavano ancora vivo il dolore della violenza : “questo Stato”, invece, ha presto dimenticatole sue vittime …..costringendole anche a lunghi e umilianti ricorsi!
Non oso chiedermi quale sarebbe stato il giudizio dei Giovani della Resistenza, sull’Italia di oggi “che dimentica le sue vittime” o sui contratti a tutela crescenti del Job Act : che è come dire che uno è “tutelato”..… ma non troppo!
Grazie al coraggio di quei giovani nati negli anni '20 o giù di lì, anche questa mattina ci siamo svegliati…. e non abbiam trovato l’invasor!
Grazie ”Bella Ciao” : grazie.
BUON 25 APRILE A TUTTI.
mariomartucci