"Al Moscati di Avellino sanitari senza garbo ed umanità".
Cittadinanzattiva e la lettera alla dirigente URP.
Pregiatissima Dirigente URP, si trascrive di seguito integralmente la lettera afferente in oggetto riportata dal quotidiano online Ottopagine dalla giornalista Simonetta Ieppariello in data 28.7.2025 alle ore 10:47
"Mio padre, padre del Moscati, tradito dalla sua stessa creatura: in quel pronto soccorso tanti professionisti umani, ma anche altri sanitari senza garbo e umanità. Mi appello alla direzione: riflettete su cosa accade in questi reparti e fate presto"
Avellino. "Dopo qualche giorno di indecisione, ho deciso di scrivere qui, su questa pagina social dell’azienda sanitaria dell’ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino, e non sul mio profilo personale, a riprova del fatto che i contenuti del presente post sono volti esclusivamente a far riflettere -spero molto seriamente-- gli organi superiori del Moscati, al fine di evitare che si commettano barbarie in una struttura -mi riferisco in specie al Pronto soccorso-- dove umanità e delicatezza dovrebbero venire prima della tecnica, e dove il dolore e la malattia evocano rispetto e rigore, compenetrazione e non superficialità". Con una lettera carica di emozioni, a pochi giorni dalla morte di suo padre Oscar Pesiri, il notaio avellinese, Fabrizio Pesiri, ricorda il suo personale calvario, e quello dei suoi familiari, vissuto nel presidio per le cure in emergenza del polo sanitario avellinese.
OSCAR PESIRI, PADRE DEL MOSCATI
Oscar Pesiri, indimenticato professionista gesualdino di nascita, avellinese di adozione, ingegnere di rango si è spento la scorsa settimana al Moscati. Per un caso del destino, Oscar Pesiri si è spento in quell’ospedale da lui progettato. Il Moscati è stato una sua creatura. Suo figlio Fabrizio precisa: racconto per far capire quanto accade, senza volere alcuna vendetta, ma per evitare che altre persone patiscano inutili disagi e sofferenze. Credo che serva maggiore umanità, comprensione e garbo soprattutto tra corsie di ospedali e pronto soccorso".
Non cerco colpevoli, ma spero di evitare altre sofferenze
"Raccontare purtroppo non mi ridarà mio padre, ma aiuterà altri poveri pazienti e familiari in situazioni simili, prevenendo ciò che purtroppo si sente accadere sempre più spesso - spiega Fabrizio Pesiri -". Il notaio Pesiri ricorda anche la straordinaria professionalità e umanità dei sanitari del 118, precisa che alcuni sanitari sono stati eccellenti nell'espletamento delle loro funzioni. Oscar Pesiri - affetto da parkinsonismo avanzato - è stato ricoverato lunedì 21 luglio alle 19.30 per carenza di potassio e polmonite bilaterale. Dopo una prima accoglienza giudicata cortese e professionale, la situazione è precipitata nella giornata di martedì. Fabrizio Pesiri nella sua lettera descrive la drammatica sequenza vissuta "tra cambi di turno, quelle che definisce superficialità nelle manovre di trasferimento da parte del personale, mancate risposte alle ripetute richieste d’aiuto". Ore di agonia culminate in un arresto cardiaco fatale, avvenuto - secondo la ricostruzione - sotto gli occhi disattenti di chi avrebbe dovuto intervenire e non lo ha fatto. Fabrizio racconta con lucidità e dolore l’intera vicenda: dagli ultimi attimi condivisi con il padre, alle promesse di monitoraggio, fino al tragico epilogo e alla gestione dell’emergenza, tra confusione e indifferenza.
"ALCUNI SANITARI SUPERFICIALI E INSENSIBILI"
E accusa duramente il comportamento di alcuni sanitari, definiti “superficiali e insensibili”. “Queste persone che si qualificano come medici ed operatori sanitari dovrebbero prima di tutto essere rimossi e rieducati all’umanità, all’ascolto, alla delicatezza”, scrive. Ma la denuncia è anche un atto d’amore verso il padre: “Lui, mio padre, che è il padre della Città Ospedaliera, è stato tradito dalla sua stessa creatura.” Un grido accorato, che non può restare inascoltato. La lettera del notaio avellinese ha in poche ore scatenato una incredibile ondata di commozione e rabbia sul web. In tanti hanno rilanciato l'appello ricordando come sia necessario garantire migliori standard di assistenza in reparti così delicati. In tanti invocano umanità e garbo, per consentire decorsi e ricoveri più sereni, ma anche maggiore attenzione e rapidità nella gestione del malato. "
Sulla base di quanto rappresentato, trattandosi di un caso di non semplice risoluzione, si chiede al Dirigente dell'Urp di svolgere la prevista istruttoria riferendo con la dovuta urgenza al Direttore Generale per i provvedimenti ed iniziative contingenti al fine di sgombrare il campo anche del solo sospetto che queste situazioni possono realmente verificarsi. Purtroppo se quanto riferito dal familiare del paziente deceduto dovesse corrispondere al vero è ragionevole ritenere che le nostre segnalazioni, reiterate soprattutto negli ultimi cinque anni, tutte finalizzate al miglioramento dell'umanizzazione non sono state mai state tenute in debito conto data anche l'assenza, nel medesimo quinquennio, di un Dirigente responsabile dell'URP e quindi delle sue più qualificate istruttorie che avrebbe dovuto rendere al Direttore Generale, come previsto dal regolamento di tutela della medesima Azienda Ospedaliera Moscati. Il servizio Ispettivo regionale è pregato di intervenire, con la dovuta urgenza, per quanto di propria competenza. In attesa di risposta nei termini trascorsi inutilmente i quale questo Tribunale per i Diritti del Malato, come rappresentato dalla sottoscritta quale portatrice di interessi generali e diffusi si vede costretta suo malgrado di richiedere l'intervento anche di altre istituzioni.
Un cordiale saluto Dr.ssa Angela Marcarelli Coordinatrice Rete Consumatori Cittadinanzattiva Campania Aps via Degni n.25 Napoli e Coordinatrice Assemblea Territoriale Cittadinanzattiva Montefalcione Avellino Bassa Irpinia - Rete Tribunale per i Diritti del Malato di Avellino