All’Officina delle Idee di Angri, Le “colture” del professor Magliacano
Venerdì, 17 Novembre, alle ore 19:00, all’Officina delle Idee di Angri (SA), Gerardo Magliacano, scrittore salernitano e docente dell’ISISS “G. Ronca” di Solofra (AV), presenterà i progetti – “MeLo adotto” e “l’Ora Felix” – legati ai suoi ‘romaggi’ dedicati alla (Nostra) Terra. A fare da traino, come sempre, sarà il suo libro, “TERRO(M)NIA. Ritorno alla mia terra”, con il quale Magliacano ha voluto celebrare non solo la generosità e la bellezza di un territorio, ma anche l’umanità e l’alacrità della sua gente. Un’opera che tende a riconciliare la Cultura e le Colture di un territorio che si è imposto nella Storia come Terra Felix. Il libro, presentato alla Fiera Internazionale di Torino nel 2015, è parte di un progetto più ampio, di cui fa parte anche “Una Nea-Polis sospesa”, il nuovo “romaggio” dello scrittore della Valle dell’Irno, attraverso il quale ha voluto mostrare, a partire dalla napoletanità, l’altro ‘vezzo’ dei meridionali: la solidarietà. L’autore, in merito alla sua opera, è stato recentemente insignito del Premio “Gelsomina Verde”, per essersi contraddistinto “con impegno e passione ed esempio di vita, nella lotta alle mafie e nell’affermazione delle verità storiche e del sentimento di giustizia […] e per essere rimasto fedele, innamorato, legato alle radici della propria Terra, difendendola e promuovendola ai confini dell’Italia”. Venerdì sera, quindi, il prof. Magliacano accompagnerà i lettori nei paesaggi della sua opera, attraverso la quale ha fatto conoscere al Bel Paese le meraviglie del Nostro territorio, divulgando l’atavica e ancora viva e feconda Cultura, oltre alle generosi Colture che rappresentano la Campania Felix, in un periodo in cui i mass media l’hanno costretta a riconoscersi in una semplicistica locuzione che la definisce unicamente come un’infetta ”Terra dei fuochi”.
Inoltre, i due libri sono legati ai progetti: “MeLo adotto” e l’ORA FELIX. Il primo finalizzato alla riforestazione di terre mortificate dalle mafie: parte del ricavato delle vendite sarà devoluto per sostenere la coltura dell’Annurca, piantando meli in quei territori dove criminalità e incuria hanno seminato miseria e sofferenze; l’altro progetto, invece, rappresenta l’occasione per saggiare – discutere e assaporare – quanto di “fertile” e “felice” la nostra terra produce, che nella Storia le ha fatto conquistare l’epiteto, appunto, di FELIX.
Scrive Magliacano in TERRO(M)NIA che “tra un pezzo di carta e un pezzo di terra, tra una pagina e un terreno [non c’è] nessuna [differenza], entrambi vanno coltivati. Ma la semina è solo una parte del lavoro. Bisogna prima ararli, poi decidere cosa seminare e poi si passa alla semina. Ma dopo […] bisogna avere cura e premura di quel seme affinché dia frutti [e] o si coltivano pomodori o idee non cambia assolutamente niente”. A tal fine la Mela Annurca si presenta come il simbolo – per le cure e le premure che richiede la sua coltivazione e maturazione – di una Cultura, fatta di idee e sentimenti, che se adeguatamente coltivata darà sempre frutti generosi. Ecco, Noi, popolo della Magna Grecia, dovremmo incarnare le parole che il Sommo Poeta fece pronunciare al suo Ulisse, mentre ci lasciamo incantare dalla voce di Parthenope: «“Considerate la vostra semenza: / fatti non foste a viver come bruti, / ma per [coltivare] virtute e canoscenza". »