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Solofra: mentre il sindaco di Saracena tira fuori gli attributi e l’acqua resta pubblica, il sindaco Vignola racconta palle, … e l’acqua va all’Alto Calore !

Nel Parco Nazionale del Pollino nel profondo sud italiano, in un sud molto più a sud del comune di Solofra, c’è il comune di Saracena (CS): 3886 abitanti, distribuiti su una superficie di 111,51 Kmq con una densità di 34,8 abitanti per Kmq. Praticamente, una comunità la cui popolazione è un terzo di quella solofrana (12.550), distribuita su un territorio cinque volte più grande di Solofra (21,93 Kmq), e con una densità abitativa 16 volte inferiore a quella di Solofra (572,3 Abitati/Kmq).

In questo profondo sud, Mario Albino Gagliardi, 67 anni, dal 2012, Sindaco di Saracena -  una specchiata somiglianza con Sean Connery -  ha “tirato fuori le palle” ed ha gloriosamente condotto e vinto la battaglia per la gestione diretta dell’acqua pubblica da parte del Comune: a Saracena, tutti e quattro i momenti del Servizio Idrico Integrato (captazione, adduzione, distribuzione e depurazione), fanno capo al Comune, e  da martedì 2 febbraio 2016, Saracena sarà forse l’unico comune italiano a continuare a gestire in autonomia il sistema idrico senza dover sottostare alla gestione dell’Ambito Territoriale Ottimale della Regione Calabria.

Il sindaco, Mario Albino Gagliardi, ha combattuto contro tutti e tutti, senza paura e senza interesse.

Contro l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico (l’AEEGSI, che ha multato Saracena perché le tariffe dell’oro blu che il piccolo comune di montagna applica ai suoi cittadini sono troppo basse: “se l’Ente avesse fatto pagare l’acqua € 600 l’anno a famiglia piuttosto che € 170, non sarebbe stato punito”!), contro la Regione Calabria e contro il Governo Renzi ed il Decreto Sblocca Italia, che crea in ogni regione un unico Ato che affida servizio di gestione dell’acqua pubblica ad un unico gestore passando sopra tutti e tutto.

Da martedì, 2 febbraio 2016, non sarà più così: entra infatti in vigore la Legge 28 dicembre 2015 n° 221 (Disposizioni in materia ambientale … e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali), che al comma 4 dell’art. 62 introduce modifiche all’articolo 147 (Organizzazione territoriale del servizio idrico integrato), comma 2-bis, del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, e fa salve (lett. b), … le gestioni del servizio idrico in forma autonoma esistenti, nei comuni che presentano contestualmente le seguenti caratteristiche: approvvigionamento   idrico   da   fonti qualitativamente pregiate; sorgenti ricadenti in parchi naturali o aree naturali protette ovvero in siti individuati come beni paesaggistici; utilizzo efficiente della risorsa e tutela del corpo idrico.  In pratica il Comune di Saracena non è più soggetto all’Autorità unica regionale, che non potrà più interferire in alcun modo con il comune di Saracena, cui fanno capo tutti e quattro i momenti del Servizio Idrico Integrato (captazione, adduzione, distribuzione e depurazione).

Grazie a Mario Albino Gagliardi, sindaco con le palle (!), il Comune di Saracena, per legge, potrà continuare a gestire il servizio idrico attraverso la sua azienda speciale.

A Solofra, invece, il sindaco Vignola, riguardo all’acqua pubblica Solofrana, ha solo raccontato … palle!

È vero che a Solofra non tutti e quattro i momenti del Servizio Idrico Integrato captazione, adduzione distribuzione e depurazione -  fanno capo al Comune: resta fuori la sola depurazione che fa capo alla Regione Campania che la gestisce tramite la Cogei. Ma è altrettanto vero che Vignola ha fatto solo chiacchiere e non ha mai realmente combattuto per difendere l’acqua solofrana: è corso dietro a tutti i diktat del PD (prima di De Luca Enzo e poi di De Luca Vincenzo, di Mancino, di D’Amelio, di Paris di Famiglietti e di Lello De Stefano, etc), affinchè l’Alto Calore Servizi (360 dipendenti e 100 milioni di debiti), gestisse in house il Servizio Idrico Integrato dell’Ambito Distrettuale Calore Irpino. Il sindaco Vignola ha solo fatto “ammuina(nessun atto ufficiale di modifica delle penalizzanti disposizioni legislative nazionali e regionali!), per un inesistente sub ambito Solofrano da gestire con la ridicola ATI Irno Service-CoDiSo, tra l’altro mai costituita: di fatto, ha solo regalato 54.180,00 euro agli amici di Salerno Energia Holding spa per l’inutile acquisto del 35% delle azioni Irno Service spa. Risultato: il Comune ha ora l’86% dell’Irno Service spa ed il 51% del CoDiSo spa, ma non sa che farsene perché non ha il 100% di nessuna delle due società!

Le cose erano ben chiare a tutti fin dall’inizio: il Pd non poteva e non può permettersi di far gestire ad altri, che non sia l’Alto Calore Servizi, il Servizio Idrico Integrato dell’Ambito Distrettuale Calore Irpino, … compresa l’acqua Solofrana!

L’art. 21 della legge regionale  2 dicembre  2015, n. 15 (Riordino del servizio idrico integrato ed istituzione dell’Ente Idrico Campano) è stato scritto apposta per realtà come quelle dell’Alto Calore Servizi: l’EIC dovrà individuare (in conformità alla disciplina nazionale e comunitaria vigente), entro giugno 2016, in ognuno dei cinque Ambiti Distrettuali della Campania, il Gestore del Servizio Idrico Integrato, che subentrerà ai soggetti che, alla data di entrata in vigore della legge, operano all'interno del medesimo Ambito Territoriale Distrettuale. Nel caso che questi “vecchi” gestori abbiano avuto un affidamento conforme alla normativa pro tempore vigente, il “nuovo” Gestore del Servizio Idrico integrato subentrerà, ad essi, solo alla data di scadenza prevista nel contratto di servizio.

Ai “vecchi” gestori, cioè a quei soggetti titolari di affidamenti conformi alle norme pro tempore vigenti, sono consentite, nel rispetto della normativa nazionale, operazioni societarie volte alla aggregazione e razionalizzazione delle gestioni esistenti: in pratica ai  “vecchi” gestori che avevano un affidamento legittimo (conforme cioè alle norme pro tempore vigenti), è consentito aggregarsi, ma non è data alcuna garanzia di affidamento in house del servizio, perché, nonostante la confusa (e dolosa?) formulazione della “nuova” normativa regionale, i “vecchi” gestori che possono vantare un affidamento legittimo (conforme cioè alle norme pro tempore vigenti), sono solo le società interamente pubbliche al 100%: solo queste, possono vantare la legittimità (cioè la conformità alle norme pro tempore vigenti), dell’affidamento in house, e, tra queste, c’è l’Alto Calore Servizi.

Per Solofra e per l’acqua pubblica dei solofrani non ci sono alternative: o affidamento in house all’Alto Calore Servizi o gara pubblica. Ma i risultati saranno comunque identici: i solofrani non saranno più padroni della loro acqua e la pagheranno tre volte tanto!

Chiudo con le orgogliose parole del Sindaco di Saracena: “Adesso noi non siamo soggetti all’Autorità unica regionale che non potrà interferire con il comune di Saracena. Gestiremo il servizio idrico attraverso la nostra azienda speciale. Questo ci consentirà di far pagare ai cittadini molto di meno degli altri calabresi perché non possiamo prevedere l’utile d’impresa che invece dovrà calcolare qualsiasi azienda a cui la Regione affiderà il servizio per gli altri Comuni. Saracena non deve guadagnare ma solo coprire i costi”.

 

Mi chiedo: e Solofra, che oltretutto ha perso la sua acqua, … quali costi deve coprire?

… Quelli del PD e dei suoi incollocabili funzionari!

P.S.: chi volesse approfondire il “percorso di libertà” del comune di Saracena può consultare gli atti sul sito http://www.abccalabria.org/saracena-punita-dallauthority-lacqua-pubblica-costa-troppo-poco/

mariomartucci

 

 

 

 

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