Solofra. Una soluzione per la crisi dell’acqua.
Importanti novità nella crisi dell’acqua a Solofra. Negli ultimi giorni, infatti, con il rilascio dell’Autorizzazione Unica ambientale (AUA, giusta Determinazione n° 2007 del 18/09/2015 della Provincia di Avellino) si prende atto della possibilità da parte della Conceria Derma di Solofra di emungere l’acqua dal proprio pozzo aziendale, di trattarla con idoneo impianto a carboni attivi e immetterla nel ciclo produttivo .
Questione importante ed attuale per Solofra in quanto, in seguito alla notizia della potenziale contaminazione da tetracloroetilene del pozzo aziendale nel mese di marzo 2014, detta conceria aveva sospeso l’emungimento in ottemperanza all’ordinanza sindacale, attivando contemporaneamente la procedura ambientale per la messa in sicurezza di emergenza prevista per legge, attraverso l’istallazione di idoneo impianto a carboni attivi in testa al pozzo (ai sensi dell’art. 243 del Decreto legislativo 152/06 così come modificato dal decreto del fare).
La Provincia di Avellino con proprie note, aveva ribadito la sospensione dell’emungimento dal pozzo aziendale; tuttavia, avverso la sospensione della provincia di Avellino, detta conceria propone ricorso al Tar di Salerno che con sentenza n°662/2015 annulla le note della provincia relative alla sospensione del prelievo dal pozzo e ribadisce la legittimità della ripresa dell’emungimento previo trattamento dal proprio pozzo aziendale.
Pertanto, in seguito alla sentenza del Tar, la Conceria nell’ambito del procedimento di rilascio dell’Autorizzazione Unica Ambientale chiede alla provincia di Avellino che venga recepito quanto stabilito dalla sentenza del Tar di Salerno. Nei giorni scorsi la conferenza di servizi conclusiva, in data 01/07/2015, sancisce il rilascio definito dell’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA). Tale provvedimento consente la ripresa dell’emungimento, non solo all’opificio in questione, ma a qualsiasi opificio singolo, che con analogo procedimento intende riattivare il proprio pozzo aziendale. Ciò sarebbe un grande sollievo per le potenzialità dell’acquedotto comunale ai fini dell’utilizzo idrico civico.
Si evidenzia, infine, che tale procedimento è già stato attuato negli ultimi anni in altre provincie italiane (vedi Biella e Fabriano) per consentire l’emungimento da pozzi idropotabili contaminati con il tetracloroetilene. Il trattamento con idoneo impianto a carboni attivi permette, infatti, l’immissione nella rete acquedottistica civile, con periodico monitoraggio della competente ASL.
Solofra 24/09/2015 De Stefano Gerardo