Tempo Ordinario: Domenica 34.ma dell'Anno C.
Solennità di Cristo, Re dell’Universo.
Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)
Tempo Ordinario: Domenica 34.ma dell'Anno C - Solennità di Cristo, Re dell’Universo
Introduzione. 2Samuele ci presenta il popolo che dichiara re l’antenato di Gesù Davide, che Dio aveva designato re per mezzo del profeta Samuele; in Luca Gesù, re senza insegne, ci salva con la sua Passione e Morte; Paolo in Colossesi ci descrive le caratteristiche umane e divine di Gesù.
I - 2Samuele 5,1-3 – Davide, ancora pastore adolescente, era stato unto re da Samuele (1Sam 16,1-13). Un poco dopo la morte di Saul, Vennero i capi di tutte le tribù d’Israele da Davide a Ebron (1), sua residenza, e riconobbero felici: Ecco noi siamo tue ossa e tua carne (1); Già prima, quando regnava Saul su di noi, tu conducevi e riconducevi Israele (2) alla vittoria; Il Signore lo aveva dichiarato re: “Tu pascerai il mio popolo Israele, tu sarai capo d’Israele” (2). Il re Davide concluse con loro un’alleanza a Ebron e Tutti gli anziani d’Israele, davanti al Signore. unsero Davide re d’Israele (3). Gesù è il Messia, discendente di Davide; Egli sarà re con regno eterno e universale, non alla maniera umana (Gv 18,36), perché si espanderà per mezzo della verità, annunciata e accettata liberamente da chi vorrà (Gv 18,37). Quando niente di regalità terrena appare in Lui, Gesù si dichiara re davanti a Pilato, che lo conferma tale nella condanna scritta, e sarà riconosciuto tale dal ladro pentito. In realtà il Padre proclama re Gesù con la sua resurrezione e ascensione e sessione alla sua destra per l'eternità; ed Egli esercita la sua regalità, pregando per gli uomini (Rm 8,34; Eb 7,25) e ottenendo loro grazie per la loro salvezza. Riconosciamo Gesù nostro re e, poiché rispettiamo le parole dei governanti terreni, tanto più impegniamoci con la Parola di Gesù, Re universale.
II - Luca 23,35-43 – 1. (a) Sul Calvario intorno a Gesù in Croce ci sono vari gruppi. Ognuno vive l’evento in modo personale. C'è Il popolo (che) stava a vedere (35) da lontano. C'erano i capi, cioè Sacerdoti e Anziani, Scribi e Farisei, all'inizio dubbiosi, poi delusi, perché attaccati per i loro vizi: essi lo deridevano, felici di liberarsene, dicendo: «Ha salvato altri! - quanti miracoli!, pretesi secondo loro -, Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto» (35). Anche i soldati, i crocifissori, che sapevano che Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei» (38), lo deridevano (36) e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso» (37); però gli si accostavano per compassione per porgergli dell’aceto (36), una bevanda acidula per dissetarLo e stordirLo; questo crocifisso si comportava diversamente dagli altri. E c’erano appesi alla croce i due ladri e assassini, forse ribelli e terroristi, i più vicini a Lui, che Lo insultavano (Mt 27,44), arrabbiati giacché, per ammazzare Lui, si anticipò la loro esecuzione; Uno dei malfattori… lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!» (39). C’erano Maria, Giovanni, le Pie Donne, che mostravano dolore e compassione per Gesù. (b) Rifiutiamo l'atteggiamento e le parole dei capi, dei soldati, del ladro non pentito: essi rendevano più dolorosa la morte di Gesù, All’opposto noi rinnoviamo la nostra fede in lui come vero Dio; Lo adoriamo: confessiamo la sua infinita grandezza e la nostra piccolezza e riconosciamo la nostra dipendenza totale da Lui. Egli è venuto a salvare l’umanità con la Sua vita, passione e morte, vissute in obbedienza al Padre. Rinnoviamo la nostra speranza in Lui, che per i suoi meriti ci perdona i peccati e ci salva. Ci pentiamo dei peccati e ci proponiamo di evitarli e di riparare il male fatto. Viviamo d’amore per Lui e per il prossimo. Obbediremo al Padre come Gesù e staremo vicini a Lui come il Padre, Maria, Giovanni, il Ladro pentito, le Pie Donne; lo proclamiamo nostro Re, venuto a diffondere il Regno del Padre con la sua predicazione della verità e con la nostra adesione di fede. Accettiamo con fede e amore e pazienza le sofferenze della vita, la nostra croce, in espiazione dei peccati nostri e dei fratelli. In sostanza vogliamo cambiare la nostra vita per lasciarci salvare e collaborare alla salvezza del prossimo e alla glorificazione di Padre e Figlio e Spirito.
2. L’altro ladro invece lo rimproverava dicendo: “Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena?” (40). Aggiunse: “Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli, Gesù, invece non ha fatto nulla di male” (41); E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno» (42), portami con Te ora che prendi possesso del Tuo regno. "Principio (Sir 1,14) e Pienezza (16) di sapienza è temere il Signore" (14.16) e il ladro pentito mostra di averne tanta, perché fa un atto di fede nella sua divinità e Gli attribuisce un regno nell’eternità, anche se la Sua divinità è tutta nascosta e della Sua regalità non c’è segno; sembra un semplice uomo, umiliato e preso in giro, deriso e insultato. Riconosce la propria colpevolezza e l'innocenza di Gesù; ripone in Lui la sua speranza di salvezza; ha amore verso Gesù, con cui vuole stare, e verso il suo compagno, che ammonisce; accetta la sofferenza in espiazione dei suoi peccati e quindi se ne pente. E’ totalmente trasformato nella sua interiorità e ha tanta familiarità con Gesù che lo chiama col nome, senza titoli. Ha tutte le disposizioni necessarie per la salvezza. Alimentiamole in noi. (b) Gesù gli risponde subito: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso» (43). Si tratta di un “oggi” che dura per l’eternità nella gioia perfetta della visione di Dio. Gesù gli parla come a Zaccheo, nella cui casa Egli portò la salvezza (Lc 9,19; cfr. 2,11; 4,21; 5,26). Gesù gli dice “con me” come Dio nell’AT prometteva di stare col popolo ebreo e Gesù nel NT con gli Apostoli e la Chiesa (Mt 28,20; Lc 22,28). Ciò vuol dire che Gesù si dichiara Dio e sorgente della felicità eterna: è Lui il nostro paradiso. Crediamo, adoriamo, speriamo, amiamo, ringraziamo, pentiamoci, diamo e accogliamo il perdono e la sofferenza in espiazione dei peccati per ricevere in dono il paradiso e aprirlo agli altri.
III - Colossesi 1,12-20 - (a) Paolo esorta: ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce (12) della verità; infatti È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre, di Satana,/ e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore (13), per mezzo del quale abbiamo la redenzione,/ il perdono dei peccati (14). Gesù è quindi il nostro re, ci ha conquistati, perché ha vinto Satana e ci ha liberati dal suo dominio. Grazie a Padre e Figlio e Spirito per quanto hanno fatto per noi con l’opera redentrice. (b) Chi è Gesù? (A) E’ Dio perché è immagine visibile del Dio invisibile, è primogenito del Padre prima di tutta la creazione (15), perché in lui furono create tutte le cose/ nei cieli e sulla terra,/ quelle visibili e quelle invisibili, gli Angeli: Troni, Dominazioni, Principati e Potenze (16); Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui per (16); anzi Egli è prima di tutte le cose/ e tutte in lui sussistono (17), sono conservate nell’esistenza. Perché è Dio, Egli va adorato. (B) Gesù è anche uomo e perciò Egli è anche il capo del corpo mistico, della Chiesa; inoltre Egli è principio di tutta la vita della Chiesa, primogenito di quelli che risorgono dai morti,/ perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose (18). È piaciuto infatti a Dio Padre che abiti in lui, nella Sua natura umana, tutta la pienezza di ogni dono (19) e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate con Sé tutte le cose, sia le cose che stanno sulla terra,/ sia quelle che stanno nei cieli, (20). Egli ha pacificato tutte le creature con il suo sangue, versato nella Passione, sulla sua croce (20,/). Crediamo, adoriamo, ringraziamo, speriamo e confidiamo in Lui, amiamoLo, affidiamoci a Lui e impegniamoci a vivere secondo la Sua Parola.
EUCARESTIA. Questo Gesù, Dio e uomo, Maestro e Redentore, Primogenito di tutte le creature e Re universale, noi ascoltiamo e rendiamo presente col Suo sacrificio salvatore nella Messa e riceviamo nella comunione come sorgente di vita. Preghiamo la Vergine e S. Giuseppe, gli Angeli e i Santi, di ottenerci di cantare le Sue lodi nell’eternità. (mons. Francesco Spaduzzi)
Altri Temi: 1. Il popolo stava a vedere… (5). Pare che si mantenesse frastornato a distanza in attesa che succedesse qualcosa. Non era fra quelli che insultavano Gesù e non ne aveva chiesto la crocifissione; era sconcertato per quello che Gli era avvenuto nel giro di poche ore; vide cose straordinarie dopo la morte di Gesù e se ne tornava battendosi il petto (Lc 23,48) per il vivo dolore.
2. Ha salvato gli altri! Salvi se stesso, se lui è il Cristo di Dio, l’eletto (35). Certamente Gesù è obbediente al Padre fino alla morte di croce (cfr. Fil 2,6-11); Egli non si allontana mai dalla volontà del Padre per accontentare gli uomini, neanche quando essi lo sfidano e ventilano l’ipotesi della loro fede in Lui e nella sua opera come frutto di tale disobbedienza.
3. Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male (41); Pilato aveva riconosciuto l’innocenza di Gesù, poi Erode, Giuda, il ladro pentito, i crocifissori, il popolo che si allontana battendosi il petto. Il riconoscimento della santità di Dio e della nostra colpevolezza è il principio e fondamento del cammino nella vita spirituale.
4. Ecco noi siamo tue ossa e tua carne (1). E’ dichiarazione di appartenenza reciproca e parentela stretta. E’ la stessa espressione che Gesù dice all’umanità facendosi uomo e che noi possiamo e dobbiamo dire a Gesù, rivolgendoci a Lui, specialmente adesso che lo vediamo crocifisso per nostro amore. Veramente ha preso sul serio il fatto di essere il goel, il redentore (Gb 19,25-27).
5. …per mezzo di Gesù abbiamo la redenzione (14), siamo trasferiti nel regno del Figlio del suo amore (13). In questo consiste la redenzione: abbiamo il perdono per il passato e la vita divina per il presente e per l’eternità. A noi costano i più piccoli sacrifici; a Gesù è costato molto soffrire e rinunciare alla vita, alla quale siamo così fortemente attaccati. (mons. Francesco Spaduzzi)