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Tempo Ordinario: Domenica 21.ma dell'Anno C (2024-25)

Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com) 

Tempo Ordinario: Domenica 21.ma dell'Anno C (2024-25)

Introduzione. Isaia annuncia che la salvezza è offerta a tutti gli uomini e ci sarà un nuovo sacerdozio; Gesù in Luca insegna come arrivare alla salvezza ed Ebrei sottolinea che le sofferenze sono anch’esse segni dell’amore di Dio per noi, da valorizzare per la salvezza nostra e del prossimo.

I - Isaia 66,18b-21 - (a) Dice il Signore (20cfr. 21) in Isaia: Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria (18), cioè la manifestazione della sua potenza e sapienza e bontà. E aggiunge: Io porrò in essi un segno, un miracolo, e manderò i loro superstiti (degli Ebrei dispersi nelle nazioni) alle popolazioni di Tarsis… Iavan, alle isole lontane come missionari e profeti (19): essi annunceranno la mia gloria alle gentiche non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria (19). Dio vuole la salvezza di tutti gli uomini, anche dei pagani, che da se stessi non potranno mai conoscere bene Dio; perciò Egli si servirà degli Ebrei nell’AT e agli inizi del NT, per fare arrivare loro la sua Parola e la Sua conoscenza, e, per mezzo della fede, la salvezza. (b) Questi popoli pagani convertiti Ricondurranno con tutti gli onori tutti i vostri fratelli dispersi da tutte le genti, come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari, al mio santo monte di Gerusalemmecome i figli d’Israele portano l’offerta in vasi puri nel tempio del Signore (20). Di solito sono i sacerdoti che offrono a Dio i sacrifici, mentre qui sono i pagani che presentano le offerte; ed ecco una promessa sconvolgente per un ebreo: Anche tra loro, i pagani, mi prenderò sacerdoti leviti, dice il Signore: (21), superando la legge della discendenza da Aronne, considerata intoccabile. Qui Dio preannuncia il nuovo sacerdozio, aperto anche ai pagani, e quindi anche il nuovo culto spirituale. Ringraziamo il Signore che già nell'AT rivela il nuovo sacerdozio.

II - Luca 13,22-31 - (a) Gesù Passava insegnando per città e villaggi, che attraversava, mentre era in cammino verso Gerusalemme (22). Uno sconosciuto chiede a Gesù: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?» (23), questione molto discussa nelle scuole rabbiniche. Anzitutto è Dio che ci salva e non noi stessi. Gesù non risponde, perché è tempo perso scervellarsi sul numero dei salvati, ma dà un’indicazione preziosa per la salvezza: Sforzatevi di entrare per la porta stretta (24); siamo noi a doverci adeguare alla porta perché potremo passare solo noi, senza portare niente; è necessario che ci stacchiamo da tutto, che ci convertiamo. Molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno (24): sono i gonfi di superbia e carichi di vizi e di peccati; non passeranno e resteranno fuori. Esaminiamoci per vedere quali sono i nostri peccati contro l’amore a Dio e al prossimo, contro i 10 comandamenti; vediamo a quali e a quante creature siamo attaccati e che non entreranno con noi neanche nella tomba! Nell'eternità entreremo solo con la nostra anima - senza corpo -, e saremo accompagnati dalle nostre azioni, buone e cattive, e Gesù ci giudicherà. Se i peccati sono stati perdonati, specie con la confessione, ed espiati con la penitenza, entreremo alla festa eterna;  se l’espiazione non è completa, staremo un po’ in Purgatorio. Se moriremo senza perdono dei peccati, andremo all’inferno. (b) Gesù dà altre due indicazioni per aiutarci nel cammino verso la salvezza. (A) Il padrone di casa, a un certo momento, si alzerà e chiuderà la porta (25) e chi si trova dentro partecipa alla festa; quelli di voi, rimasti fuori, comincerete a bussare invano alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete” (25). Gesù ci esorta a vivere sempre in unione col Signore, “in grazia di Dio”, perché non conosciamo il momento del giudizio. (B) Gesù riferisce che gli esclusi protesteranno che Egli li conosce, perché “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze” (26). Ma Gesù, rappresentato dal padrone, dichiareràVoi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia! (27), perché non hanno rispettato i comandamenti. Perciò non è servito loro l'ascolto della Parola di Gesù e la condivisione dei pasti con Lui, se non c’è stata l’adesione a Lui. Riflettiamo sulla nostra vita: Gesù è presente in tanti modi: Eucarestia, ogni Sacramento, la Parola, l’assemblea, il ministro, il prossimo e il nostro cuore per la fede e carità; Egli ci incontra e ci parla per offrirci la salvezza; ci lasciamo trasformare da questi incontri o costringeremo Gesù a dichiarare di non conoscerci e a escluderci dalla sua intimità per sempre? Preghiamo, facciamo penitenza per il male fatto e impegniamoci a fare il bene, in modo che Gesù e noi siamo felici di incontrarci in questa vita e alla fine di essa, e per l’eternità.

 2. Gli esclusi dal banchetto del Regno di Dio staranno in un luogo di atroci sofferenze: Là ci sarà pianto e stridore di denti (28), che saranno ancora più acute, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori (28); il dolore aumenterà scorgendo i pagani, che Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio (29), perché si sono lasciati salvare: questi hanno avuto la chiamata dopo gli Ebrei e l'hanno accettata, mentre essi, i primi chiamati, si sono lasciati fuori per aver rifiutato Gesù: Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi (30); eppure L’avevano tanto atteso e invocato. A noi la salvezza è stata data da bambini; ci viene riofferta in ogni incontro con Cristo nei sacramenti e in ogni momento della nostra vita, perché ogni occasione è buona per dire di sì al Signore, che ci interpella. L’abbiamo ricevuta nel battesimo e dobbiamo sforzarci di essere fedeli, se vogliamo evitare di restare per sempre esclusi. Preghiamo la Vergine nostra Madre di ottenere a noi e al prossimo il perdono dei peccati e di mostraci e donarci Gesù dopo questo esilio per sempre.

 III - Ebrei 12,5-7.11-13 – (a) L’Autore si rivolge ai lettori, che soffrono le persecuzioni, e li rimprovera: avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta da Dio come a figli: “Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore/ e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui;/ perché il Signore corregge colui che egli ama/ e percuote chiunque riconosce come figlio” (5-6; cfr. Pr 3,11-13). Quando Dio ci corregge o ci punisce, lo fa perché ci ama e ci riconosce come figli. Anche nella situazione dolorosa attuale Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre?, che lo corregge per il suo bene; di qui il monito: È per la vostra correzione che voi soffrite! (7). Dio può correggere per peccati commessi o per disposizioni interiori sbagliate, che rallentano la nostra maturazione umana e spirituale, o per attirarci a una maggiore intimità con lui. Ci giova vedere come prova del Suo amore di Padre ogni sofferenza o fallimento nella nostra vita - siano essi volontà diretta di Dio o siano solo permessi da Lui, come la Passione di Gesù. (b) L'Autore osserva: Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, fa più giusti e fedeli a Dio e più in pace con Lui e con gli altri quelli che per suo mezzo sono stati addestrati (11). Ed esorta: Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche (12; cfr. Is 35, 3), e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire (13; cfr. Pr 4,2), cioè diamo una mano ai deboli per farli uscire dalla prova più forti e maturi, evitando di storpiarsi. Dio ce ne dà le grazie, specie se Gliele chiediamo.

EUCARESTIA. Essa è la caparra e l’anticipo del banchetto dei salvati in paradiso. Partecipiamo con fede e carità per gustare il Signore che si offre in cibo per sostenerci nel cammino della vita. La Vergine e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni, intercedano per noi perché viviamo Gesù Eucarestia seguendo il loro esempio. (mons. Francesco Spaduzzi)

Altri Temi: 1. Gesù passava insegnando per città e villaggi… (22). Egli venne come Maestro che annuncia la Parola di Dio e come Modello di Vita e Redentore. Portò avanti la sua missione con la massima fedeltà e con tutto l’impegno, senza risparmiarsi né di giorno né di notte. Si lasciava guidare in tutto dallo Spirito Santo. E’ quello che devono fare sacerdoti e fedeli.

2. Molti… cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno (24). Il problema non è costituito dalla porta stretta, o dalla mancanza di posti all’interno, ma dal fatto che le persone non si vogliono adeguare alle misure della porta; in altre parole non vogliono, con l’aiuto della grazia di Dio, morire al peccato e resuscitare a vita nuova, cioè convertirsi e vivere secondo la volontà di Dio.

3. Non so di dove siete… (26; cfr. 27). Gesù lo dice una prima volta e lo ripete. Solo chi, con l’aiuto di Dio, fa la volontà di Dio, come l’ha fatta Lui e come l’hanno fatta altri prima di Lui e dopo di Lui può entrare alla festa eterna. Essa è sempre un dono di Dio, perché non vi abbiamo nessun diritto, e diventa  merito nostro per sua misericordia.

4. Anche tra loro mi prenderò sacerdoti leviti (21). Gli Ebrei rifiutano di prendere alla lettera queste parole e le intendono come una chiamata alla salvezza anche per i pagani. E solo questo è certamente troppo poco. In realtà Gesù abolì l’antica alleanza temporanea e il culto e il sacerdozio annessi, e li ha sostituiti con una nuova alleanza eterna e nuovo culto e nuovo sacerdozio.

5. Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre?  (7). Già nell’AT Dio era presentato come padre del Popolo ebreo e di persone speciali; all’avvicinarsi del NT anche i singoli giusti sono chiamati figli di Dio; nel NT tutti sono chiamati a diventare figli di Dio per mezzo della fede e del battesimo. E si resta tali anche da cattivi…  (mons. Francesco Spaduzzi)


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