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Tempo Pasquale: Domenica VIII dell'Anno C - Pentecoste (2024-25).

Nota introduttiva: L’omelia va preparata dal pastore dei fedeli, ai quali essa è rivolta, perché deve tener conto della Parola di Dio, del tempo liturgico e delle condizioni e bisogni dei fedeli; questa, che segue, potrebbe essere un’omelia rivolta a un uditorio di fedeli sconosciuti, perché tiene conto solo dei primi due elementi. Alla fine sono suggeriti altri temi possibili da sviluppare. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@gmail.com)  

Tempo Pasquale: Domenica VIII dell'Anno C - Pentecoste (2024-25)

Introduzione. In Giovanni Gesù promette la venuta dello Spirito, che si realizza la sera della resurrezione e negli Atti pienamente nel giorno di Pentecoste. Romani ci dà alcune indicazioni sulla persona dello Spirito Santo e sugli effetti meravigliosi che produce in noi.

I - Giovanni 14,15-16.23b-26 – 1. Gesù  ci invita a osservare suoi comandamenti (15) e la sua parola (23) come espressione dell’amore a Lui (15; cfr. 23) e al prossimo, ma anche ad andare da Lui (Mt 11,28), che è credere in Lui (Gv 6,35.37.45) che egli è Dio fatto uomo, Messia per gli ebrei e Dio Salvatore per tutti, morto e risuscitato. E’ necessario amarlo (15.23), perché la comunione è perfetta solo quando alla fede in Gesù è unito l'amore per Lui. Satana crede in Gesù ma non l'ama! Gli effetti sono: 1. il Padre mio lo amerà (23); 2. l'amore di Gesù per lui (Gv 14,21) e 3. l’inabitazione: noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui (23), credente (Ef 3,17) e amante. Sentiamoci amati dal Padre e da Gesù e sostenuti dallo Spirito nel nostro sforzo di credere e osservare la Parola di Gesù, perché la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato (24). Alimentiamo la nostra fede e gustiamo la presenza del Padre e di Gesù con lo Spirito in noi e il loro amore per noi. La nostra felicità in questo mondo dipende dalla nostra capacità di amare e di farci amare dagli altri; è Dio Padre che manda il suo Spirito in noi e Questi versa in noi l’amore del Padre e quindi la capacità, che il Padre ha di amare e farsi amare (Rm 5,5).

2. Altro effetto della fede e della carità è il dono dello Spirito: io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito (16), quindi per la preghiera di Gesù e nel mio nome (26), cioè per l’attenzione che il Padre ha per Gesù, per volere di Gesù e come suo rappresentante e sostituto. Lo Spirito viene a noi perché rimanga con voi per sempre (16) e presso di voi e… in voi (Gv 14,17), a differenza di Gesù, il primo Paraclito, che andrà in Cielo (cfr. 25 Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi) e rimarrà invisibile con noi. Lo Spirito viene anche per continuare l'opera di Gesù: il Paraclito, lo Spirito Santo… vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto (26), e vi insegnerà ogni cosa (26), ogni verità, non nel senso che dirà cose nuove, ma aiuterà ad approfondire, sviluppare e integrare, secondo le necessità dei discepoli di ogni epoca. Lo Spirito è chiamato: 1. Paraclito (16), spesso tradotto con Consolatore e Avvocato, ma il primo è inesatto e il secondo inadeguato, perché non esisteva a quei tempi nel senso di oggi; va meglio Aiuto e Assistente; 2. Spirito Santo (26), la terza Persona della Trinità, santa e santificatrice; 3. Spirito di verità (26; cfr. Gv 14,17), perché la sua missione è connessa con la verità. Lo Spirito Santo è indispensabile per la nostra salvezza e Gesù è venuto per ottenercelo. Negli Atti degli Apostoli, ne capiamo l’importanza per la vita della Chiesa e dei singoli; nelle Lettere degli Apostoli anche la sua necessità per la nostra vita spirituale e salvezza.

II - Atti degli Apostoli  2,1-11 – 1. (a) I 50 giorni fra le feste ebraiche di Pasqua e Pentecoste stanno per finire ed è il mattino del 50.mo giorno; circa 120 discepoli (cfr. At 1,15), sono riuniti nello stesso luogo (1), nel Cenacolo: gli Apostoli insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui (At 1,12-14). Venne all’improvviso dal cielo, da Dio, un fragorequasi un vento… impetuoso, che riempi tutta la casa dove stavano (2), qualcosa di analogo alla prima pentecoste (Es 19,16-20; Dt 5,4-5). Qui però c'è serenità e calma; Dio viene e incontra il suo nuovo popolo in pace e gioia. Così vuol venire Dio da ciascuno di noi, col dono e Il frutto dello Spirito, che è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (Gal 5,22); Dio viene a noi con la Sua potenza di trasformarci (At 1,8). (b) Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro (3); è segno esterno della realtà interiore donata, lo Spirito Santodi cui tutti furono colmati (4); altra manifestazione: cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi (4). Lo Spirito è venuto secondo la promessa del Padre nell'AT e di Gesù nel NT (At 1,8; Lc 24,29; Gv 15,26; 16,7.13). Lo riceviamo nel battesimo (At 2,38-41) e negli altri sacramenti; adoriamo e ringraziamo lo Spirito che ci viene mandato da Padre e Figlio; conserviamoLo in noi, evitando il peccato grave ed essendo docili alle sue ispirazioni.

2. Al prodigio assistono gli abitanti di Gerusalemme e i Giudei (11; cfr. 9) e devoti dall'Oriente della Palestina: Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia (9), dall’attuale Turchia: Cappadocia, Ponto e Asia, Frigia e Panfìlia (9-10); dal Nord Africa: Egitto e Libia vicino a Cirene (10); inoltre Romani qui residenti (10), Cretesi e Arabi (11) e proseliti (11) venuti per la festa di pentecoste (5); essi sentono il fragore (8) e si radunano (6) stupiti (7), perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua (6) nativa (8); si chiedono: Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? (7) e riconoscono: li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio (11). Forse gli Apostoli parlavano galileo e gli ascoltatori sentivano nella propria lingua. Adoriamo lo Spirito Santo, che opera il miracolo; rinnoviamo la nostra fede nella sua divinità e onnipotenza, che ricostruisce l'unità, perduta a Babele (Gn 11,1-11), e preannunzia la missione universale della Chiesa: la salvezza è anche per i pagani.

III - Romani 8,8-17 - (a) Per Paolo l'uomo lontano da Dio è schiavo (cfr. 12) e si lascia guidare dalle tendenze cattive (cfr. 9), presenti in lui per il peccato originale; la sua vita è regolata da loro (8.12.13); questi non possono piacere a Dio (8), perché non Ne fanno la volontà; un tale uomo non ha lo Spirito di Cristo e di Dio Padre (9), non… appartiene a Cristo (9); non abita in lui la Trinità, ma il diavolo. Egli è spiritualmente morto: se vivete secondo la carne, morirete (13). Per avvicinarci di nuovo a Dio: mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo e vivrete (13; cfr. 12), crocifiggendo la “carne” con le sue passioni e desideri (Gal 5,24) o morendo noi alla carne (cfr. 10) e alle tendenze cattive, che ci spingono al peccato (Gal 6,14). Qual è la nostra situazione spirituale? Facciamo i sacrifici per la conversione e salvezza nostra e dei lontani da Dio? Egli ci liberi dalla schiavitù di Satana (cfr. 15) e della carne (9). (b) Tutto questo è realizzabile solo con l'aiuto dello Spirito Santo (13), che, per la fede e il battesimo, riceviamo dal Padre come Spirito del suo Figlio (Gal.4,6) e che ci dà l’adozione a figli (Gal 4,5)ci rende figli adottivi (15): i guidati dallo Spirito di Dio… sono figli di Dio (14); Egli è lo Spirito di Dio Padre (9; 11; 14) e di Cristo (9) e insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio (16) e fratelli di Cristo; non abbiamo, quindi, ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma… lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!» (15). E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo (17), purché viviamo della vita divina, che lo Spirito infonde in noi già ora per la giustizia (10; cfr. 13), per renderci giusti; e se davvero prendiamo parte alle sue (di Cristo) sofferenze parteciperemo anche alla sua gloria (17), cioè abbiamo la vita divina già adesso, il paradiso con l’ingresso nell’eternità e alla fine del mondo colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi (11). Quanto è grande questo dono dello Spirito e che effetti meravigliosi produce in noi!

EUCARESTIA. Il battesimo ci dona lo Spirito per la prima volta; anche ogni sacramento ce lo dà, ma certamente l’Eucarestia Lo riversa in noi in maggiore abbondanza e con più frequenza, se ci rendiamo disponibili. Preghiamo la Vergine e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni, che ci ottengano l’abbondanza dello Spirito e la docilità alle ispirazioni. (mons. Francesco Spaduzzi)

Altri Temi: 1. Se mi amate… io pregherò il Padre egli vi darà un altro Paraclito… (15). Anche se non L’amiamo, Gesù dà la vita per noi e prega il Padre perché ci doni lo Spirito Santo, che diffonderà l’amore di Dio nei nostri cuori e ci metterà in condizioni di rispondere all’amore di Dio per noi col nostro amore per Lui e per i fratelli.

2. Vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre…(15). Gesù resta invisibile con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo (Mt 28,20) in tanti modi; anche lo Spirito resta con noi per sempre, senza interruzioni: Gesù e lo Spirito ci sono; siamo noi che ci assentiamo per la nostra fragilità e ci dimentichiamo di queste presenze preziosissime e dell’aiuto che ci danno.

3. Il Paraclito… vi insegnerà ogni cosa… (26). Lo Spirito viene e resta con noi per portare avanti un doppio compito: quello di darci luce, e quindi di illuminare la nostra intelligenza e sostenere la nostra fede con la verità, e quello di darci calore e quindi di darci l’energia per fare le azioni, che corrispondono alla fede che abbiamo.

4. Tutti furono colmi di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue (4). Lo Spirito, sin dal primo momento, interviene nella vita della Chiesa, dando agli uomini di Chiesa quello di cui hanno bisogno per fare apostolato efficace in vista della conversione e della fede degli uomini. Qui c’è bisogno di un miracolo strepitoso  per facilitare la fede e lo Spirito fa parlare in lingue gli Apostoli.

5. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi (9): Finché siamo in grazia di Dio e quindi lo Spirito abita in noi, le tentazioni possono scuoterci e farci traballare, ma non prendere il sopravvento; se però consentiamo al peccato grave, lo Spirito se ne va e Satana ha libero campo nella nostra vita.  (mons. Francesco Spaduzzi)

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